C'è un pensiero che mi è scaturito ieri sera dopo aver visto alcuni video su youtube di Onision, di cui magari vi parlerò più avanti... Mentre parlava delle difficoltà (molte) che ha già dovuto affrontare nella sua giovane vita, mi è scattato qualcosa dentro: signore e signori, vi presento il più classico esempio di SCCR (Sindrome Compulsiva della Croce Rossina), meglio nota come IO TI SALVERÒ. Squisitamente femminile. Noi portatrici di cromosomi XX sentiamo l'irrefrenabile istinto di salvare da catastrofi di varia natura svariati tipi di esseri viventi, quali esseri umani (meglio se uomini e bellocci, ma in effetti quelli brutti fanno ancora di più caso umano), criceti, scimmie, cactus, cocorite e rapaci in via di estinzione. Anche cose/persone che potrebbero farti MALISSIMO, ma noi le vogliamo salvare da loro stesse/dal mondo che è così cattivo/dal 2012/da qualunque tipo di tormento, meglio se interiore e psicologico. Siamo ben sceme, dai.
La SCCR presenta vari stadi, e col progredire degli stessi la reversibilità della patologia è sempre più difficile, fino all'impossibilità di guarire. Il primo stadio prevede la presa visione dell'oggetto del nostro compatimento: un uccellino con una zampetta rotta, o ancora meglio qualcuno in profonda crisi esistenziale. Qui arrivano le nostre amiche Tenerezza e Pietà, e fin qui tutto bene. Il secondo step consiste nel "uuuuh ma io vorrei tantotantotanto fare qualcosa per te! Ma tantotantotantotantotanto!"; se siamo fortunate, l'oggetto delle nostre attenzioni è oltreoceano, quindi ci demoralizziamo, facciamo spallucce e torniamo a strafogarci di milka e a maledire il silk epil. Se invece ci rechiamo davvero oltreoceano, siamo già al terzo tadio: da qui tornano indietro in poche (dal terzo stadio, non dall'oceano... Beh, a volte anche da quello, ma questo non è un post sui disastri marittimi). Qui ci metteremo a cercare l'oggetto delle nostre attenzioni, ripetendo in continuazione le perle che vorremmo dirgli, immaginando la sua riconoscenza per avergli sistemato la vita intera con 4 banalità che neanche gli sceneggiatori di Beautiful si sognerebbero di far dire a Ridge. I nostri occhi scrutano beati il cielo, sognanti e speranzosi, mentre il nostro naso si spiaccica contro il segnale stradale che non avevamo visto perché i nostri occhi guardavano troppo lontano. Se non troviamo l'oggetto del nostro desiderio, tuttavia, ricompare la fase demoralizzazione-spallucce-milka-morte al silk epil. Se disgraziatamente lo troviamo, o peggio lo abbiamo sempre avuto sotto mano, si arriva dritte alla quarta fase: io amo chiamarla Stalking Compassionevole. Quel cacchio di gene in più che abbiamo su 'sto cromosoma XX ci impone di sciolinare al malcapitato, prima con timidezza ma poi con sempre più ardore, tutti i nostri consigli metafisici sull'esistenza e sull'universo, tentando mi mandare il messaggio subliminale "io posso salvarti! Io e solo IO!". Lì diamo consigli, ma facciamo di tutto per essere protagoniste del quadretto. Un film mentale solo nostro, che la controparte non gradisce molto: non si spiegano altrimenti le manifestazioni di sdegno che vanno dal pedatino negli stinchi alla minaccia con molotov. Se la giovane donna non scappa, siamo davanti alla quinta fase: si salvi chi può. Insisterà insisterà e insisterà, finchè l'uomo in questione le darà ragione pur di levarsela dai piedi. Dirà infatti che le è molto grato, ma aggiungerà astutamente di aver bisogno di camminare con le sue gambe, ora che è stato illuminato. Balle. Ma se la donna ci casca (e di solito si, perché saremo pure più furbe degli uomini ma se decidiamo di tapparci gli occhi non c'è verso di vedere neanche le cose più ovvie), nella migliore delle ipotesi se ne torna in terra natia e, milka nella mano destra e silk spil nella sinistra manco fossero le Tavole della legge di Mosè, attende il nuovo caso umano. Tuttavia c'è una percentuale rilevante di casi in cui, in una specie di versione trash della sindrome di Stoccolma, la donnicciola s'INNAMORA. Mò sò cazzi. Inizierà un'attività di stalking che l'uomo non ha mai visto prima, fatta di telefonate a tutte le ore, bigliettini mielosi sul parabrezza della macchina (che tutte le volte righeremo... Ma come facciamo a rigare il vetro con la carta???), appostamenti dietro ai cespugli (che, se proprio non ci sono, ci procuriamo) e torte a forma di cuore lasciate davanti alla porta. La donna, che ormai è nella sesta fase, VA FERMATA prima che si renda conto che l'uomo non la vuole (e se la vuole... Beh, pure lui ha dei grossi problemi) e che quindi inizi a sfasciare la qualunque con la chiave da 20. Che poi in prigione non siamo brave a starci, le lenzuola sono lise e non ci fanno neanche mettere i gerani alla finestra... Per favore, fermateci prima. Sennò va a finir male sia per noi sia per voi uomini.
Se invece il problema è la zampetta rotta di un uccellino... Beh, la stecchiamo col legnetto del ghiacciolo e bon. Fine.
Canzone del giorno: Agosto in fiamme dei Malfunk (pure se da oggi è settembre)
http://www.youtube.com/watch?v=eR2G0ZV7V3I
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