lunedì 17 febbraio 2014

Memoria, questa sconosciuta

Sono qua a ciarlatanare ancora una volta, ragazzi miei. La voglia è quella di parlarvi del nuovo spot dei Galletti, quello brutto brutto in cui Rosita soffre tantissimo e ci fa vedere quanto sia meccanica, mentre Banderas fa filosofia spicciola sulla pasta frolla, ma l'ottimo Jonlooker ha scritto questo post ed è del tutto imbattibile. Però le idee latitano, stasera sono andata a correre (ebbene si, finalmente i miei acquisti da Decathlon possono cominciare ad avere un senso) e sono in attesa che la mia lavatrice finisca, perché la tenuta da corsa non sapeva proprio di mughetto. E questo lavaggio mi riporta alla mente che sabato comprai il nuovo detersivo per la lavatrice, lo presi dallo scaffale e lo pagai. Ma il fatto che la sporta fosse stranamente leggera avrebbe dovuto suggerirmi che forse - FORSE, eh - mi mancava qualcosa. Ebbene si, da volpona quale sono l'ho bellamente piantato in cassa, e ciao le balle alla detersione dei miei indumenti. Niente aroma di sapone di Marsiglia finché non mi decido a sostituire il sapone che ho finito stasera con la lavatrice della puzza. In effetti la memoria non mi accompagna da un bel po', e quindi cosa posso fare? Ma certo, diagnosticarmi qualcosa di improbabile e trovare i rimedi in Internet!
La sedicente dott.ssa Cieplinska ci fa un pippone cosmico su quelli che possono essere i motivi dei deficit di memoria, ma è troppo lungo e non c'ho voglia di leggere. Anche perché quel donnino lì ci guarda male, malissimo, e ci giudica anche solo stando in foto, dall'alto della sua biondità e del suo sguardo ammonitore. Diamoci alla fuga e passiamo direttamente alle soluzioni, grazie. Perché la sempre affidabile rete ci propone questo articolo con trucchetti vari per risolvere i nostri (miei) problemi di memorizzazione. Perché, se come me, non vi ricordate neanche dove eravate seduti in mensa dopo che siete stati al punto caffè, o se dite e fate cose di cui poi non avete proprio memoria, magari 'sta roba aiuta pure voi. In realtà è un trafiletto finalizzato allo studio, ma vediamo se aiuta lo stesso.
1. Immergiti nella natura.
Pare che la natura non sia così matrigna come diceva Leopardi, ma che stare immersi tra boschi e zanzare aiuti. Bah. E se io non ho il bosco? Eh, vabbè, va bene anche un paesaggio. E dove lo trovo qua, un paesaggio? Qua di nebbia ve ne procaccio finché volete, e di zanzare pure, ma di natura neanche l'ombra. No. Al massimo posso scaricare una qualche foto e guardarmela al computer. O farmi un disegno di un tramonto. Ma vi assicuro che la mia abilità grafica è rimasta quella di quando avevo sette anni, con le casette gialle col tetto rosso e le finestre quadrate con la grata a croce. Quindi fare un Manet mi riesce ostico, ecco. Qualcuno ha altre idee? Forse dovrei riadattare l'aiuola vicino casa...
2. Ripeti ad alta voce.
Se stai studiando, va benissimo. Se stai studiando in aula studio, ti lapidano col Tratto Video. Aperto. Facciamo di no?
3. Impara a gesticolare.
Ok, allora tutti gli italiani hanno la memoria da elefanti. Almeno, quasi tutti. Perché smanacciare in giro come dei pescivendoli al mercato è scritto nei nostri geni, ammettiamolo. Mi viene da pensare che questo post sia per gli stranieri.
4. Tieni un diario personale.
Eh no eh, questo non si chiama aumentare la memoria, si chiama BARARE. Se ti scrivi le risposte poi è ovvio che le sai, su!
Articoletto, sei inutile. Io vado a stendere la lavatrice (almeno quella me la ricordo).

Canzone del giorno: The man who sold the world, Nirvana

giovedì 13 febbraio 2014

Peppa, non ci avrai!

Negli ultimi mesi abbiamo imparato a conoscerla. E se la conosci la eviti, se hai più di quattro anni. Ne hanno già detto peste e corna tutti, quindi ora è il MIO momento di inveire contro di lei: Peppa Pig. Perché, è ora e tempo di ammetterlo, quella roba lì è il male. Voglio dire, non è la prima volta che viene lanciata una simpatica moda tra i bambini al fine di irretirli con millemila gadget; lo sappiamo bene noi che siamo venuti su con Sailor Moon e i Pokemon. Ormai siamo ferratissimi sulle teorie di marketing, anche se non vuol dire che non ci caschiamo più. Ma in questo caso siamo fortemente in guardia, e sappiamo che lei, la Peppa, tenterà come tutti gli altri di conquistare la Terra tramite l'invasione mediatica.

Peppa e compare (o forse non è Peppa... bah.) a 40 pollici che simulano stupore di fronte alle mie affermazioni, ma che in realtà stanno progettando la conquista del pianeta. Siamo spacciati.

Questi asciugacapelli rosa che grugniscono senza un perché (più o meno apparente) stanno tramando qualcosa di losco. E' palese. Sono ovunque, ci martellano, ci disintegrano i nervi, insomma ci rompono parecchio le balle. Non sei mai abbastanza al sicuro da Peppa Pig. Sta invadendo ogni spazio, dalla TV al cinema (che mestizia), dalla carta da pacchi ai fazzoletti di carta.

Piena di muco, devi stare. Non meriti altro.

Forse sto esagerando, direte voi. Forse ho solo traslato verso Peppa tutta la mia disistima per Hello Kitty (di cui - ricordiamolo - erano presenti in commercio perfino gli assorbenti. Una gatta sulla topa. A me pare sbagliatissimo), non so. Però non abbassiamo la guardia. Eh no, eh. Perché è lì, poi, che ci frega. Non dico certo che mi auspico la ripetizione di scene tipo questa:

Cruenta esecuzione di un Peppide con esposizione dei resti al pubblico ludibrio.

perché passare dalla parte del torto è un attimo. Ma almeno un raffreddore glielo possiamo augurare, sì?
PS: si ringrazia Nadia per l'ottimo tema suggeritomi!

Canzone del giorno: Sono un ribelle mamma, Skiantos

domenica 9 febbraio 2014

Riparare cellulari, o cervelli?

Che noi siamo qua a cincischiare, ma ci sono problemi seri, al mondo. Come quelli di tizi che ponderano un certo tipo di richieste di assistenza per i loro amabili telefonini. Che poi un italiano col telefonino ci vive, a momenti se lo coccola prima di andare a dormire, gli vuol bene, ci tiene come a un figlio. Ci pistola in continuazione. E ora, con gli smartphone grandi come una fettazza di millefoglie, non si può neanche smanacciare il telefonino con un minimo di discrezione. L'antisgamo è fatto diverso.
... quindi il cellulare che si rompe è pianto e stridore di denti. E se alla tristezza si accompagna una motivazione idiota, l'avvilimento è alle stelle. Paragonabile a quello di chi, come me, oggi ha guardato Francia-Italia del 6 Nazioni. Una mestizia incommensurabile.
Ma quali sono le motivazioni qui riportate? Andiamo con ordine:
- deposito in siti impropri.
Nella fattispecie, un omino che doveva far nascere un vitello ha pensato bene, per incentivare la mucca e probabilmente farla sentire meno sola - non so proprio, di scambiarlo col suo cellulare. Ebbene si, ha lasciato il cellulare DENTRO la mucca. Non so voi, ma io un po' di disagio ce l'ho. Parliamone. Come fai a perderti un cellulare dentro a una mucca? Anzi, come fai a perderti QUALUNQUE COSA dentro a una mucca? Ma ci siamo capiti? Cielo, una mucca! Capisco se uno perde il telefono sul treno, in autobus, al lavoro, mentre salva un leprotto. Ma cielo, barattarlo con un vitello dentro ad orifizi bovini di varia natura! Non oso immaginare dove quest'uomo possa pensare di perdere le chiavi.
- poca resistenza.
E quest'altra volpe, vogliamo commentarla? Qui si guardano troppi film con i boyfriend che nascondono l'anello di fidanzamento di beni edibili. Ma - chissà come mai, viene da dire - in questi film il cellulare non compare mai. Al massimo c'è una lima, dentro a una torta. E non puoi essere così fesso da mettere il telefonino in un impasto da forno e pensare di passarla liscia. Dai. "Eh ma non funziona più"... Ma non mi dire! Eh ma non pensavo, sai? Mi chiedo come mai!
Senti, fa' una cosa... va' a buttarti via, va'.
- smarrimento.
Quest'altro omino, invece, si perplime del fatto di aver appoggiato il cellulare sopra a dei fuochi d'artificio e di non averlo più trovato alla fine dello spettacolo pirotecnico. Gioia mia, se questa cosa ti genera stupore, forse c'è anche dell'altro che dovresti sapere. Non so, che la gente dentro alla scatola nera che qualcuno chiama TV è alta come tutti gli altri e non solo 40 centimetri. Che dentro alla radio non ci sono persone. Che Enzo Miccio non è un granché eterosessuale. Non ringraziarmi, non serve. Se hai bisogno sono qua.
- malfunzionamento.
... Perché se sei una ragazza molto sola, il cellulare che vibra può avere risvolti divertenti.

Canzone del giorno: The hardest part, Coldplay. Che da un paio di giorni mi ossessiona.

domenica 2 febbraio 2014

We do anything for women... ma era meglio di no.

So che lo aspettavate tutti. Con ansia. Eravate disperati, proprio. Uomini, donne, esseri umani senzienti allo sbando. Tanto per cambiare, devo all'affezionatissimo StaiBene il merito di avermi fatto scoprire quella che non posso non definire una furibonda boiata. Signore e signori, ecco a voi il reggiseno dell'amore!


(se non si vede, il link è questo: http://www.youtube.com/watch?v=fOJUMjl821s).
No vabbè. Il Giappone, patria dei manga, del Tamagotchi e di biancheria intima di già dubbia utilità, se ne salta fuori con 'sta roba. Nientemeno il reggiseno che non si può aprire se non con l'impeto del vero amore.
La scenetta ci presenta dall'inizio tre soggetti che, insomma, noi donzelle dovremmo proprio evitare (immagino una nonna che ci fa "tò tò" col dito e ci ammonisce severamente). Il primo viene definito "the animal" e rappresenta il classico polipone dai millemila tentacoli, di quelli che in discoteca profondono mani in giro senza troppa creanza. Avete presente i pianisti in parlamento? Ecco, con quella motilità di dita lì. Si noti che la signorina, che è una ragazza a modo e posata (posata dove?), non gradisce un granché le avances di nostro signore delle manone e tenta di schivarlo con la forza di una formichina indifesa. Povera cara.
Il secondo è "the technician", e Dio solo sa perché. Io quelli così li chiamo "pescatori a strascico": buttano la rete su tutte, e chi abbocca abbocca. La signorina con la maglia a righe mi pare alquanto offesa, ma lungi dall'andarsene con il contegno femminile e il savoir faire che anni e anni di Beautiful ci hanno insegnato (ovvero, tirando in faccia al technician un simpatico drink). Tra l'altro, 'sto technician ha delle labbra che dovrebbero chiedere il condono edilizio. Troppo uso? Gli piacerebbe.
Il terzo è "the flashy guy"; allora, al di là del fatto che mi sembra alquanto poco verosimile chiamare "guy" 'sto cinquantenne infoiato, qui si incarna lo spirito del manager che pensa di poter comprare tutto coi soldi, anche la felicità (si scrive felicità, si legge patata). La ragazza in questione i soldi li schifa proprio, guardatela. E lui li lancia per aria con l'espressione che di solito ho io quando prendo la gamba del tavolo col mignolino del piede:

Che omino amabile.
Ma a salvarci da questi cattivoni chi ci penserà? Il nostro buonsenso? Lo spray al peperoncino? Le mutande di ghisa? No, la "cutting-edge technology" made in Japan. Una signorina i cui capelli sono mossi probabilmente dall'aura della consapevolezza - e non da un ventilatore - indossa l'oggetto in questione: un reggiseno chiuso con una roba che sbrilluccica. E quella roba che sbrilluccica promette di non aprirsi se non con il vero amore. No, ma la sento solo io, la puzza di boiata? Annusate bene, per favore. E guardate come si impegnano questi omini per tirare il reggiseno. No, vi prego, guardateli bene. Guardate le facce che fanno. E notate che nessuno di loro è minimamente interessato alle mutande della signorina, che darebbero accesso a qualcosa di più divertente; no, loro vogliono solo le tette. Anche se le mutande manco c'hanno il dispositivo e non li farebbero tribolare così (perché al primo tra un po' parte anche un embolo, eh).
Una sedicente "human sexuality specialist" ci vuole dare, in tutta questa marea di scemenza, una pretesa di serietà; non che ci riesca, devo dire. A lei seguono immagini che vogliono dare un po' di scientificità al tutto (e - giusto cielo - ci è stata risparmiata la scena dello scienziato di turno che tira fuori una provetta dall'azoto liquido. Perché, a prescindere dalla materia in questione, se si parla di scienza quella scena lì c'è SEMPRE), e poi arriva il dottore, che per essere credibile deve essere vecchio e seduto ad una scrivania. Qui ci si spiega che l'amore fa secernere catecolamine, che fanno accelerare il battito del cuore. E i due fantastici inventori di quella che verrà ricordata dai posteri come una genialata (procuratemi un cartello con scritto SARCASMO, vi prego!), ci spiegano che tale aumento di battito viene rilevato da un sensore interno al reggiseno, il quale invia i dati ad una app per iPhone (ohi ohi, profondo rammarico per il mio detenere un Samsung. Cartello, grazie) che li elabora e SBEBEM! Fa aprire il reggiseno delle meraviglie. Con tanto di dimostrazione pratica su manichino. No, ma avete visto a che velocità si apre? In quella maniera lì il tuo vero amore lo schiaffeggi. No, ma vi pare il caso? Un po' di delicatezza, diamine, che mica serve che il reggiseno parta come il tappo del Gancia spumante a capodanno (per quanto il concetto di "trenino" possa adattarsi ad entrambi i contesti con una certa facilità).
Alla fine si va sull'hot, perché ci sono la squacerla di prima e un ragazzuolo che pare UN FILINO più delicato delle tre macchiette di prima, pronti per la sgnaccherata. E dato che "women always seek for true love" (quanta amarezza e quanti luoghi comuni), il sensore rileva l'ammmmore e fa detonare il reggiseno. "We do anything for women"? Beh, posso dire che potevate farne a meno?
Oddio, ho così tanto da obiettare che mi gira la testa. Mi limiterò all'approccio scientifico alla cosa: se basta l'aumento della frequenza cardiaca a far partire il gancetto, non vi pare che possa essere un problema? Voglio dire, magari sto per essere investita, mi viene il panico e il battito accelera. Vi pare il caso che in questo contesto mi si slacci il reggiseno? Andiamo. O magari durante un esame per cui si è particolarmente tese. Magari il professore è uno di quelli che apprezza un certo tipo di contesti, ma la vostra serietà accademica risulterebbe un tantinello compromessa.
... che poi. Che bisogno c'era di 'sta roba, se già così i reggiseni sono dei cubi di Rubik per i maschi?

Canzone del giorno: Time of dying, Three Days Grace