martedì 29 novembre 2011

Vademecum del pendolare

I viaggi in treno, come credo di avervi già detto, hanno il loro fascino. Entro certi limiti, ovvio, ché farsi un viaggio da 200 km con 5 cambi passando da una littorina dell'anteguerra all'altra non piace a nessuno. O anche solo frequentarli tutti i giorni ci fa smettere di apprezzarli, il troppo stroppia (ecco perché le cose costose piacciono di più di quelle economiche. Di magliette da 5 euro delle bancherelle dei cinesi ne possiamo avere a bizzeffe, ma di Prada quante?). Ecco perché, su gentile richiesta di uno stimato collega che si accinge or ora a pendolarizzare la sua vita, e forte di una certa esperienza che preferirei non avere, mi accingo a formulare questo piccolo manuale del viaggiatore di Trenitalia.

1. Munirsi di Vicks Sinex.
Non è una questione di pubblicità al marchio, fosse per me potreste portarvi dietro anche dei cotton fioc imbevuti di un profumo a scelta, purché possiate infilarveli nel naso. I treni puzzano, signori miei. Tra l'effetto stalla, il tizio che si toglie le scarpe e quello che non si lava, a far puzza ci vuole un attimo. L'unica soluzione è premunirsi di qualcosa di fortemente odoroso. O avere il raffreddore. O puzzare più di tutti gli altri.

2. Fare pratica con la filosofia zen.
Trenitalia vi farà incazzare. Oh si. Quindi è meglio partire avvantaggiati per evitare di esasperarsi a ogni disservizio (cioè troppo spesso perché i nervi di un normodotato possano reggere). Se avete bisogno della carica giusta per affrontare un incontro di boxe, andate pure ad aspettare un treno a caso e godetevi l'effetto energizzante che vi darà. Se invece siete nella fetta di popolazione che la boxe neanche la guarda alla tv, beh... Filosofia zen. Calma, pace e serenità. Zen. Prendete gli oggetti che avete con voi e disponeteli secondo il Feng Shui. Portatevi delle candele da aromaterapia. Munitevi di ghiaia e rastrello e create il vostro personalissimo giardino zen sulla banchina. Improvvisate una lezione di yoga al binario 2. Perché sennò svalvolate. Strozzate il macchinista. Di motivi per avercela con Trenitalia ce ne sono a bizzeffe. Primo su tutti, il costante ritardo dei treni. Ritardo che tentano di mascherare in modo piuttosto becero, tocca dire. Se la voce registrata annuncia 5 minuti di ritardo, saranno almeno 10. Se ne annuncia 10, saranno 20. Se ne annuncia 20, saranno 40. Se ne annuncia almeno 70, il treno è stato soppresso. Senza neanche scusarsi per il disagio. Mettetevi l'anima in pace e rastrellate il vostro giardino zen.

3. Minimizzare il bagaglio.
Per motivi che mi sfuggono, in treno le borse e le valigie possono essere disposte secondo due modalità:
- in uno spazietto piccino picciò tra due sedili, in basso, a fare compagnia al linoleum grigio che urla "derattizzazione";
- in alto, sopra ai sedili, dove potreste anche avere la fortuna di trovare qualche copia del Corriere della sera del '46.
Se avete una valigia di una certa importanza, l'opzione più probabile che avete è: nessuna delle due. Perché non ci sta, e se oltretutto pesa vi sfido a sollevarla. Quindi quello che si deve fare è tenersela attaccata alle ginocchietta e pace, con l'odio degli astanti (che non si possono sedere perché occupate un intero spazio da 4) che ne consegue. Ergo: munitevi piuttosto di 37 borse, ma che siano piccole ed ubicabili. E tenetele d'occhio, perché i David Copperfield non mancano. Loro fanno la magia e la valigia non c'è più, ohibò. Che bravi. Spero vi sia rimasta della ghiaia del giardino zen.


4. Non usare i bagni dei treni.
A meno che non stiate viaggiando su un Eurostar o Freccia di qualsivoglia colore, o non siate interessati a prendere il tifo, evitate i bagni dei treni. Ve ne prego. Lo dico per voi. In genere i bagni dei treni, curiosamente non utilizzabili se il treno è fermo in stazione (e che vorrà dire mai?), sono tuguri di due metri cubi progettati da un sadico. E puliti da un suo amico. L'olezzo che ne esce ogni volta che si apre la porta ha davvero poco di umano. L'aspetto fa venire in mente qualche film in bianco e nero in cui muore della gente. Roba che prendi la peste anche solo a pensare di utilizzarli. E poi la gente che entra nei cessi dei treni di solito non ne esce più, o almeno questa è la mia esperienza. Mi chiedo se vengano risucchiati dallo sciacquone o se, dietro quella porta grigia e foriera di batteri, non ci sia Narnia.

Per ora penso possa bastare, signori miei... Per ora.

Canzone del giorno: non certo allegra, ma la trovo ben fatta. E sentire dei violoncelli, ogni tanto, male non fa. The Rasmus e Apocalyptica insieme in Bittersweet
http://www.youtube.com/watch?v=xi1ArEPKlu0

lunedì 28 novembre 2011

Esegesi di un imbarazzo romagnolo

Uno di voi, su richiesta, mi ha fornito un interessante suggerimento per un post. Dopo averlo lasciato a macerare più del dovuto, è ora e tempo di rendergli omaggio; non sarà un'esegesi classica, in quanto la canzone è pseudo live, ma ci concentreremo sul testo della mirabile crasi musicale di quel "vorrei ma non posso" di Mirko Casadei. Già ce ne caleva poco del padre, figuriamoci di lui. Ecco a voi, dal Maurizio Costanzo Show, il megamix "Ricreazione":
http://www.youtube.com/watch?v=oKInmeCCcQU&feature=fvst


Ora, vedete voi se ringraziare lo spacciatore del suggerimento o attendere trepidanti che ve ne riveli il nome per fargli fare una brutta fine, o per spettinarlo (che per lui più o meno è lo stesso).
Mi sono dovuta sforzare alquanto per riuscire a cogliere le parole del testo, e in alcuni passaggi sono ancora incerta; se pensate che ci siano delle correzioni da fare non avete che da dirlo (aka: lasciate un commento vi preeeeegooooo! Sennò mi sembra di parlare da sola, non fatemi pensare di essere pazza... Beh, non più di così, ecco). Ma cosa ci narrano l'intraprendente Mirko, la sgnacchera vicino a lui e la band tutta? Let's go!


Si parte con un classico "tutti in piedi, su le mani" mutuato dal Papeete. No, Mirko, dico, hai notato l'età media del pubblico? Hai visto che non ha niente a che fare con la patacca che viene su dal sabbione (cit.) delle spiagge romagnole? Se li fai alzare così all'improvviso e gli fai anche alzare le braccia, a questi gli parte una coronaria. Un embolo. Un qualcosa di poco simpatico a loro discrezione (io ho già finito gli esempi, chiedi direttamente a loro che, da bravi vecchi, saranno ben ferrati sull'argomento).
A seguire, un simpatico "he he he he"; che introduzione di spessore. Da notare pure che la Grande Fratella ospite del Maurizio sembra tipo in imbarazzo; e che una che ha fatto il Grande Fratello sappia ancora cosa sia l'imbarazzo fa quasi ridere. Probabilmente sente odore di boiata pure lei. E ne ha ben donde.


Ma partiamo col testo vero e proprio, che recita:
"Mi piaci molto, non lo nego

Ma se rifiuti me ne frego
Se però vieni a ballare
Io in un sogno ti porterò"
Della serie: ok, io mi dichiaro, però se non ti piaccio io in realtà prima volevo dire che non è vero che mi piaci. Mai sentita la storia della volpe e dell'uva, amico? E abbi un po' di palle, nonché di fiducia in te! Hai un cognome di tutto rispetto, per uno della tua stirpe le settantenni che ballano il liscio alle fiere farebbero carte false. Con tutto rispetto per le settantenni, eh. "Se però vieni a ballare io in un sogno ti porterò": citando Anacleto, "cala Merlino, cala".


Inciso (di gia?)!
"Cha cha ciao, balla con migo
Ma non lo vedi che sono un figo?"
Vuoi davvero una risposta? In fiera ho visto certi settantenni che... Dai, non metterci in difficoltà con 'ste domande. Serve l'aiuto da casa.
"Cha cha ciao, ma non ti intrigo?"
Anche qui, vuoi davvero una risposta? Dai, evita.
E ora una frase che rimarrà negli annali della musica come una delle più pregne a livello mondiale:
"NON ESSER FREDDA COME UN FRIGO!"
...... Posso dire "minchia"? Facciamo un minuto di silenzio? Vogliamo dire qualcosa? Parlo io? Anzi no, non serve.
Il buon Mirko sente poi l'esigenza di propinarci una seconda volta il ritornello, chiudendolo poi con un "guarda che figo!". Di nuovo Anacleto. Dubito serva aggiungere altro.

A seguire, un simpatico cambio di ritmo che ci introduce alla seconda parte della canzone; ma anche qui, poteva mancare l'introduzione? "Tutti alla festa, tutti alla festa, su le mani a ballare". Ancora? Ti ho detto che li fai schiattare così! Queste nuove generazioni di liscio&piadina sono proprio irresponsabili.
"Uoooooooooooooo" cosa, poi? "Ricreazione", ah ecco.

Segue un testo dallo spessore profondo di cui capisco solo una roba tipo "Ramaia". Che oltretutto non tardiamo a rimpiangere, visto che ciò che segue è la versione liscio di "Nel blu dipinto di blu". Bah.
Altro cambio di ritmo, introdotto da un insistente Mirko che ci propina un "Tutti alla festa, tutti alla festa, saltelliamo così": pure che saltino, vuoi? Cos'è, speri ti lascino una qualche eredità? Che venale. A seguire, altri "Uoooooooooooooooo" e "Nananaaaaaaaaaaaaaaaaa" di cui non è che si sentisse l'esigenza.

Altro giro, altra corsa, altra canzone:
"Questo è un ritornello molto bello
Fatto su misura per il tuo cervello
Questo è il ritornello che ti piace
Prova ad ascoltarlo e ti darà la pace"
Fritz, ma sei sicuro? L'assenza di veridicità della prima frase è quasi imbarazzante, dai. Te la fai e te la dici da solo, senza averne motivo. Se non altro lo fai col sorriso, questo te lo riconosco. "Fatto su misura per il tuo cervello": e le misure quando me le hai prese, scusa? "Questo è il ritornello che ti piace, prova ad ascoltarlo e ti darà la pace". Once again, Anacleto regna sovrano. Ho capito che dovevi fare la rima, ma potevi anche trovare un concetto meno scrauso da dire. Dopo avercelo ribadito un paio di volte, Mirko ci regala ora i suoi consigli di vita:
"Butta via la maschera, buttala perché ti dice cosa devi fare
Quella brutta maschera, quella che alle volte non ti fa respirare"
Se in effetti la maschera non ha i buchi per il naso non ti fa mica respirare. Bravo! Stavolta ci hai preso!
... Poi però riparti col ritornello molto bello, e qui m viene quasi da ritirare il "bravo".

A seguire, un po' di casino anni '70 con gente che canta Disco inferno e roba  varia. Tanta stima al tizio col panama che, incurante di tutto ciò, continua a cantarsela.

Troppo acida stasera? Se dico "Mirko ti lovvo" vado a pari? Beh, povero... E' nato nella dinastia del liscio, ci ha provato... Portiamo pazienza, come la portiamo coi cuccioli che fanno i malanni.

Canzone del giorno: Guerrilla Radio, Rage Against the Machine

domenica 27 novembre 2011

Polifemo&ottimismo

Cervello in modalità fuffa, dopo due giorni seduta costantemente davanti al pc... Ho gli occhi fuori dalle orbite, è come se mi si fossero sovrapposti in un occhio unico. Tipo Polifemo. Ecco, questo sarà un post Polifemo.
Essendo rimasta impallata davanti al pc (ve l'avevo già detto?) non ho avuto molto tempo per vivere e accumulare qualcosa che sia degno di essere scritto in un post. Però il post ve lo beccate lo stesso, anche se dovesse essere brutto.

Certo che StaiBene continua a regalarmi grosse soddisfazioni, sarà che siamo sotto Natale e pure le rubriche balorde sono generose. La chicca di oggi, da "ottimisti si diventa" con furore, "Sei consigli alla portata di tutti": http://staibene.libero.it/articolo_ottimismo_pessimismo_salute_alimentazione_215758_psiche_1.html?refresh_cens
No, dai, veramente. Io inizio ad amare gli autori di questi scempi. E i curatori, la redazione, tutto il cucuzzaro che sta dietro a 'sta roba. Vi lovvo.

Consiglio numero 1: pensare positivo.
Signor autore, mi rivolgo a lei con il cuore in mano e l'occhio polifemico. Lei che tante soddisfazioni sa dare a questa povera blogger immersa tra pc e nebbia, levi un dubbio a questa impertinente: è solo una mia idea o questo è lo SCOPO che dovrei ottenere e non il MEZZO con cui ottenerlo? Ha ribadito il titolo con altre parole, tutto lì! E' come dire "vuoi un consiglio per non essere grassa? Sii magra! Vuoi sapere come combattere l'insonnia? Dormi! Vuoi un trucco per diventare ricco? Non essere povero!". Signor autore, ha mai conosciuto Marzullo? Secondo me potreste andare d'accordo. No, per dire, eh.

Consiglio numero 2: impara a dire no.
Semplice: prendi una N e ci infili dietro una O. N-O. NO. Che poi stanno pure vicine in ordine alfabetico, non è 'sto gran sforzo. Per una pronuncia corretta, il mio consiglio è di posizionare le labbra in una via di mezzo tra una bambola gonfiabile e il più classico "culo di gallina". Questo si, che è un consiglio!

Consiglio numero 3: fissa gli obiettivi.
Allora, ti ho detto che stasera ho l'occhio Polifemo, cosa vuoi che fissi gli obiettivi che non riesco manco a fissarmi le dita dei piedi?
Uhm... Sarà mica perché ho su i calzettoni? Vi farò sapere.

Consiglio numero 4: trova un po' di tempo per te.
Credo che non voglia dire "trova l'orologio, che se continui a perderlo poi è un casino e la volta che non lo trovi più ti capita per forza". Devi trovare i tuoi spazi, i tuoi tempi, i modi per fare quello che ti pare. Tipo andare a bicchieri, perché no? Sfondatevi di alcol, allora sì che sarete felici.

Consiglio numero 5: segui la dieta giusta.
Qui si dice di abbondare in carboidrati e limitare i grassi. E di mangiare molterrime banane. E qua si potrebbe fare una quantità di doppisensi che li lascio immaginare a voi. Io sapevo che la banana è "l'unico frutto dell'amor", ma non anche della felicità. Ci voleva una rubricaccia a illuminarmi, e a riscrivere una canzonetta idiota.
Personalmente, la mia dieta preferita è quella dissociata: gli altri stanno a dieta, io mi dissocio (cit.).

Consiglio numero 6: passeggia all'aria aperta.
Dipende dalla stagione e da dove abiti, bellezza. Ti sconsiglio una scampagnata il 20 dicembre su e giù per le Alpi svizzere. O una simpatica gita fuori porta il 16 luglio a Milano. Magari alle due e mezza del pomeriggio, così non c'è traffico. Ma se non c'è traffico un motivo ci sarà, tu che dici? Non ci vuole una faina per capirlo, basta il senso pratico di una sedia a dondolo.

... Ve l'ho già detto che sono stata al pc copiose ore, in questi due giorni? Non ne sono sicura...

Canzone del giorno: You are my sunshine nella versione di Johnny Cash
http://www.youtube.com/watch?v=FQ9oIIzMrlA&feature=related

sabato 26 novembre 2011

E tu, di che superpotere sei?

Se poteste avere un superpotere, quale scegliereste? Voglio dire: arriva lì uno e vi dice che può darvi un potere a scelta, e avete 30 secondi per pensarci. E vi sconsiglio di sgarrare col tempo, perché questo qualcuno ha una faccia poco raccomandabile. Se sforate vi spiezza in due. Vi tira un calcione che vi getterà giù da un dirupo (che apparirà magicamente all'occorrenza) al grido di "questa è Spartaaaaaaaa!". Ecco, avete 30 secondi per scegliere come cambiare il vostro destino. Cosa fareste? Bella domanda... Vagliamo insieme un po' di ipotesi.

Telecinesi: il potere di spostare gli oggetti col pensiero. Consigliabile se siete soggetti per cui l'indolenza e la pigrizia sono una legge naturale e imprescindibile. Molto meno aulicamente, vi pesa il culo a fare tutto. Ma proprio tanto. Se volete questo potere, siete talmente pigri da mangiare la frutta con la buccia pur di non stare lì a pelarvela. Kiwi e angurie compresi. Non vi montate neanche mezza mensola dell'Ikea, anzi all'Ikea manco ci andate. Neanche per fare due bracciate nella vasca con le palle colorate. Delle testate, vi darei.
Devo ammettere, tuttavia, che capisco il fascino di questo potere: il prof vi sta mettendo in difficoltà? Vi hanno beccato in treno senza biglietto? Vi stanno ingiustamente prendendo per il culo? TRAAAANNN! E in un attimo l'impostore si trova con le braghe calate. A volte anche con le mutande. Utilissimo.
Personalmente userei questo potere per scaraventare in giro qualche antipatica, e per spostare i mobili ogni 2 giorni. Uhm... Mi rendo conto che Ikea per me sta diventando un'ossessione pur non avendoci mai messo piede, quindi andiamo avanti.

Lettura del pensiero. C'è che legge Topolino e che la mente, perché no. Un potere che ha i suoi vantaggi. Potreste scoprire complotti internazionali e trame ardite. Potreste scoprire cosa vi hanno regalato per Natale, così da poter calibrare per bene il contro-regalo. Potreste vincere svariati quiz televisivi e fare tanti dindi.
Secondo me questo potere è tornato di moda solo per colpa di Twilight e di Edward (Edoardo per gli amici). E davvero vorreste un potere che prende spunto da un film così? Un film dove i personaggi principali sono:
- un'ingrifata mai vista che fa troppe smorfie anche in confronto a un mimo;
- un vampiro sbrilluccicoso e pieno di paturnie;
- un uomo lupo incapace di tenersi addosso la maglietta per più di due scene di fila.
C'è da vergognarsi anche solo a pensarci.

Preveggenza. Vedere ciò che succederà nel futuro. Estremamente pratico, ma ti bruci ogni potenziale sorpresa; e io alle sorprese ci tengo! Magari a voi non ne cale una beata mina, e allora fatevi un blog e scriveteci su un post. Tiè tiè tiè.
E poi anche questo potere è in Twilight, quindi vi prego. Già questo, da solo, dovrebbe farvi capire che non è proprio il caso.

Correre più veloce della luce. Potere che da solo è assolutamente inutile. Cosa te ne fai di correre fortissimo, se non hai anche una superforza per fare qualcosa, una volta che arrivi dove devi? Oppure non so, la capacità di lanciare un'onda energetica o evocare spiriti strani che ti compiano un qualche servizio utile. Metti che se ti stanno scippando o se sei inseguito da Bolt correre abbia una sua utilità, ma davvero vorresti un potere così? E poi cosa diamine hai fatto per farti inseguire da Bolt? Lo sai che si irrita facilmente, perché diamine lo provochi? Oppure è per correre più veloce di Edoardo (perché i vampiri di Twilight sono pure velocissimi... Inizio ad appallarmi)? Oppure per fare il dito all'autovelox? Per soddisfazione personale? Ma non sai che da un grande potere derivano grandi responsabilità? Pazzo.

Soldi. Batman ci ha insegnato che pure quello è un potere, quindi prendiamolo per buono. Che poi quei soldi li potesse anche spendere per una mise meno ridicola è un altro discorso. Potere comodissimo, quello del denaro. Probabilmente è vero che i soldi non fanno la felicità, ma altrettanto probabilmente chi ha coniato questo modo di dire ne aveva a sufficienza da non accorgersene.
Personalmente mi comprerei l'Ikea e tutti i vestiti del mondo al di sotto della 44. Per bruciarli.

... Non finisce qui.

Canzone del giorno: come al solito non c'entra una beata fava col post, rassegnatevi. Ebano, Modena City Ramblers
http://www.youtube.com/watch?v=3VDoSDTnGHg

giovedì 24 novembre 2011

Cesare aveva torto

Lo ammetto: la rubricaccia di ieri mi sta dando grosse soddisfazioni. Attingerò da là a mani piene nei giorni a venire, regolatevi di conseguenza. E poi è sempre gratificante vedere come siano strutturate le rubriche per donne, e che argomenti trattino. Fisica quantistica? Letteratura uzbeka? Nobel per la pace? Macché. Il mirabolante saggio di stasera porta il titolo di "Uomo e donna, cervelli... diversi"
http://staibene.libero.it/articolo__215045_psiche_1.html?refresh_cens

Noooooo e chi l'avrebbe mai detto? Ah, se non ci fossero certi brillanti giornalisti bisognerebbe inventarli, altro che storie... Qualcuno ha avvisato Cesare Cremonini che non è vero che "gli uomini e le donne sono uguali"? Cesare nostro, sei stato smentito. Porta pazienza.
Quello che c'è scritto in questo articolo ve l'avrebbe potuto benissimo dire un bambino delle elementari, e invece si è scomodata niente meno che la BBC e università varie. 'Sti cazzi. Per citarvi solo alcuni dei passaggi del prezioso scritto, vi dico che:
- gli uomini sono più bravi a riconoscere le forme geometriche. Soprattutto triangoli, romboidi e patate, aggiungo io. Chissà come mai...
- le donne sono migliori nella memoria. E anche qui si scopre l'acqua calda. Una frase tipo "il 2 dicembre 2004 ti sei scordato di portare fuori il cane" chi la potrà mai dire? Un uomo, tendenzialmente, non ricorda neanche quello che ha fatto mezz'ora prima. Porta con se, ahinoi, deficit di memoria abissali. Un ubriaco di default, in pratica.
- gli uomini danno importanza ai fattori estetici nell'altro sesso. Questa mi ha veramente lasciata di sasso. Chi l'avrebbe mai detto? In effetti la quantità di galline con un bel culetto che passano in tv non mi avevano suggerito proprio niente. Pensavo fossero lì per il sommo merito di non sapere cosa sia la geografia, ma tu guarda.
- le donne preferiscono gli onesti e chi le fa ridere. Strana accoppiata. Come dire che ci piacciono i pinguini e il caldo. Sarà per questo che non siamo mai soddisfatte? Portacelo tu un pinguino nel Sahara, vediamo come ti ringrazia.
- gli omosessuali sono probabilmente mancini o ambidestri. Questa mi ha proprio fatto ridere. Certo, e i gay sono più bravi ad andare in monociclo suonando i piatti e gonfiando un palloncino. Fanno dei carpiati che neanche te l'immagini, per non parlare delle spaccate.Gli etero, invece, sono destrorsi e preparano meglio il tiramisù.
...
Neanche una supercazzola avrebbe avuto così poco senso.
- avere uno o più fratelli più vecchi aumenta la probabilità di essere gay, ma solo per le persone destrorse. Come sopra, anzi peggio. Al di là del fatto che secondo tale teoria dovrei essere una lesbicona, qui la supercazzola è a livelli cosmici. Se all'orizzonte vedrai un gabbiano verde che vola a pancia in su e una capra gialla con un boa di struzzo (anzi, con tutto lo struzzo), allora l'oracolo prevede che ti piaceranno gli uomini. Se la capra è blu allora ti piaceranno le donne. Ma per favore. Orientamento sessuale, fratelli vecchi, mano con cui si scrive: qui saltano le regole di Mendel. Niente baccello verde o giallo, niente piselli lisci o raggrinziti. Se sussiste la combinazione fratelli vecchi+destrorsi, allora vi piace l'ortaggio che già portate in dotazione. E il quadrato di Punnet ve lo potete attaccare al retrotreno (che magari poi vi piace pure).
- le donne sono attratte da entrambi i sessi più di quanto lo siano gli uomini. Ma le donne in questione sono mancine? Destrorse? Ambidestre? Così mi disorienti, signor autore dell'articolo. Non facciamo scherzi.

Tocca dire, però, che la parte peggiore dell'articolo sono i commenti sottostanti. Di un maschilismo talmente abietto che mi rifiuto di commentarli, se avete stomaco leggeteli e schifatevi da voi.

Canzone del giorno: You give love a bad name, nella versione degli Atreyu (che non è quello della Storia Infinita... No, per dire)
http://www.youtube.com/watch?v=T8AH_qdtJ9c

mercoledì 23 novembre 2011

Difetti maschili

Ciarlatanando su e giù per il web, oggi sono incappata in lui: l'articolo di cui tutti sentivamo la necessità. Il non plus ultra del giornalismo scritto da "due guru americani", mica un Pino Tredita qualsiasi. The ultimate knowledge. Da una rubricaccia a caso, ecco a voi "I 7 peggiori difetti maschili"!
http://staibene.libero.it/libero_articolo_cornice.asp?id=224598&newarc=1&AREA=psiche&refresh_cens

Un evergreen. Una roba che va bene in tutte le stagioni, tipo il grigio o una borsetta nera. C'era proprio bisogno di questo alto esempio di giornalismo d'assalto. Ma vediamoli, i difetti che le donne imputano agli uomini.

1. Dare consigli non richiesti in casa.
Quanto siete cattivi, omini. Già non alzate un dito. L'unico contributo che date nei lavori domestici è alzare i piedi quando passiamo l'aspirapolvere. Voi pensate che la biancheria sporca venga rubata nottetempo dai folletti lavandai, che ve la fanno ritrovare lavata, stirata, piegata e negli appositi cassetti. Voi pensate che lo sporco per terra si smaterializzi da solo. Ecco, voi avete il coraggio di venirci a dire come fare quello a cui ci costringete da millemila anni. "Ma non dovresti pulire un po' meglio il tavolo?" (pulirlo tu no, eh? Trascende ogni logica) "E se spostassimo il quadro?" (da leggere: e se TU spostassi il quadro?) "Ma qui non ci starebbe bene un bel Ficus?". Si, un Ficus al posto vostro. Un Ficus secco, che magari rompe le balle meno di voi. E poi andate in giro a dire che "io vorrei anche fare qualcosa, ma LEI NON MI LASCIA FARE NIENTE". Per favore. Renditi utile: metti il mignolo sotto la gamba del tavolo, così fai spessore e non traballa più.

2. Fare zapping in continuazione.
Calcio. Tette. Calcio. Tette. Calcio. Tette. Calcio. Tette. Capisco che sia dura scegliere, come non compatirvi?

3. Non chiedere mai informazioni, neanche quando si è persa la strada.
Tipico. Avete mutuato sin troppo bene la pubblicità sull'uomo che non deve chiedere MAI. Quello che in tale pubblicità non vi hanno detto è che il protagonista, dopo le riprese, si è ritrovato a guidare per una buona mezz'ora lungo vicoli che sembravano sempre gli stessi, curve infinite, loop da cui non riusciva ad uscire. Alla fine si è accorto che era in una rotatoria.

4. Lasciare il bagno in disordine.
L'oggettistica maschile in bagno è piuttosto basilare. Spazzolino, dentifricio, bagnoschiuma, shampoo, doccia, rasoio, spazzola. Il silk epil lo vorreste tanto tanto provare per vedere se fa male come dicono, ma non rientra nelle vostre proprietà. Comunque, con questa oggettistica che si può contare al massimo sulle mani del sopracitato Pino Tredita, riuscite a fare un casotto boia. Sciocche noi, che vi concediamo un'arma impropria per farlo, un optional in più rispetto alla vostra dotazione: l'asciugamano. Ve lo dovremmo sequestrare. Riuscite a scaraventarlo nei modi più impensati, imbarazzanti e scomodi per chi lo dovrà raccattare (cioè non voi, è chiaro). Create il casino massimo che questo oggetto vi conceda. Ecco, miei cari: NO. Smettetela. Sennò non vi concediamo più l'uso degli asciugamani. Che poi dovete mettervi a correre nudi per casa (si spera) per asciugarvi. E non vi azzardate ad asciugarvi coi tappeti, che poi ce ne accorgiamo ed è peggio.

5. Odiare lo shopping.
Qui spezzo una lancia a vostro favore. A volte lo shopping femminile assomiglia più a una corsa campestre. Ad ostacoli. E gli ostacoli sono le altre shopaholic, che prendono l'ultimo capo che interessa alla vostra bella o che occupano i camerini per ore. La donna in fase shopping soffre di momentanea dissociazione dalla realtà. Quindi anche da voi. Questo potrebbe essere per voi un vantaggio, perché se sparite non se ne accorge... O meglio, questo è quello che pensano le vostre povere menti. In realtà, una variazione del contesto sociale in corso (ovvero: se vi azzardate ad allontanarvi più di 2 metri) comporta l'attivazione del sensore femminile conosciuto come "dove cazzo vai?", a cui segue un gran cazziatone. Arrendetevi, non avete scampo. Prima di partire da casa guardatevi un bel porno e ripensate a quello, magari tenendovi la giacca in mano davanti al pacco. Chissà che vi passi meglio.

6. Avere manie disgustose.
Alè. Scaccolarsi in pubblico ormai non è più questa gran cosa, purtroppo abbiamo constatato che c'è veramente di peggio. Tipo ravanarvi il pacco, ma da dentro i pantaloni. E poi stringere mani. Farci vedere il cosiddetto incidente, ovvero aprire la bocca finché masticate. Prendere in mano i lombrichi per farceli vedere bene (e poi ci restate pure male perché non apprezziamo la vostra sete di educarci). Spaninarvi le mutande dalla canalina di scolo con la mano con cui fino a 10 secondi prima stavate mangiando la brioche, con lo spalmamento di crema che ne consegue. E la speranza è che la brioche l'abbiate già finita, perché sennò si realizza il moto brioche-chiappa-brioche. Siete orribili.

7. Dire parolacce.
Pffffff. Qua non so da che parte cominciare, meglio che me ne stia zitta boia l'orsa. In questo campo la vostra creatività è inesauribile. C'è chi l'inventiva la usa per dipingere o scolpire statue, e chi la usa per creare un "chea vacca ca t'à ciapà". De gustibus...

La domanda che ora mi sorge è: ma io a quante caratteristiche rispondo, tra queste? La 2, la 5, la 6, la 7... O mio Dio, sono un uomo e non lo sapevo. Anni e anni persi a pisciare da seduta.

Canzone del giorno: Adam's song, Blink 182
http://www.youtube.com/watch?v=UUsOK8Dlw7I

martedì 22 novembre 2011

Inutilità non divertenti e Musica atto V

L'esigenza di andare a vivere da sola è sempre più pressante. Qua si inizia ad avere l'età dei datteri, è ora e tempo di lasciare la casa dell'infanzia per una più adulta. Anche se può voler dire un monolocale di 15 metri quadri. Almeno faccio presto a fare le pulizie. Indipendenza e criteri decisionali solo miei. Che figo.
C'è chi in questi giorni sta raggiungendo traguardi importanti (e ovviamente IN BOCCA AL LUPO per domani a tutta la mia cricca), il che ti dà un senso di adulto che prima non c'era... Capisci che sta finendo l'epoca in cui le scelte erano prese per te da altri, in cui la vita ti proponeva un solco profondo e ben tracciato da seguire. D'ora in poi se sbagli sono solo cazzi tuoi. E se fai giusto però... Non ti aspettare applausi; applauditi da solo, quando te lo meriti.
Che poi 'sti discorsi fanno veramente bimbaminkia troppo in là con gli anni. Finiamola.

Ho voglia di saltare sul letto. Quant'è che non salto sul letto? Da piccola dovevo chiedere il permesso di saltare sul letto, e saltavo sul letto solo in occasioni veramente importanti. Che non è che si può saltare sul letto a caso, insomma. Ci vuole criterio per saltare sul letto. No, ma non ero meticolosa neanche un po'. Per fortuna col tempo sono guarita. Magari non del tutto, ecco. Flusso di coscienza attraverso pensieri insensati. Portate pazienza, in questi giorni non ho l'umore adatto per fare post ridanciani. Ci ho pure provato nei giorni scorsi, e ciò che ne è risultata è stata solo un'amara sensazione di "vorrei ma non posso". Quindi per un po' vi beccherete post beceri. Niente esegesi, niente pubblicità, niente anni '90. Al momento la mia mente è troppo debole, me ne scuso. E' uno di quei periodi in cui la quantità di cose che fai di giorno la misuri da quanto ti pesano gli occhi la sera. Ma continuerò a scrivere, che mi piace sempre.

E' un po' che non vi parlo di musica... Temo di non avere la concentrazione necessaria. Comunque in questo periodo sto ascoltando parecchio i Lunatica, svizzeri, sullo stile di Within Temptation/Lacuna Coil/Nightwish. Voce femminile molto bella, arrangiamenti che danno soddisfazione ad ascoltarli, melodie piacevoli e stranamente orecchiabili, pur trattandosi di metal. Metal melodico, però, quindi potabile anche per un pubblico che il metal non lo ama particolarmente. Hanno in repertorio canzoni più o meno energiche; al momento la mia preferita è Who you are, piuttosto tranquilla, dove la voce di lei si apre molto bene. Se volete qualcosa di più robusto optate per Out oppure Avalon, potreste avere delle grosse soddisfazioni. Grazie allo youtuber robforchetta per avermeli fatti conoscere, se mai ci vedremo in vita ti dovrò offrire un caffè. E dato che abiti ad Alghero, mi sa che quell'euro me lo risparmierò. Anzi, berrò un caffè in tuo onore. E' sempre bello potersi affidare a gente che di musica ne capisce; sono sempre alla ricerca di buon metal da ascoltare, e forse ho trovato uno spacciatore valido. Bene così.
Fine del post che segna un capitolo particolarmente inutile di questo blog.

Canzone del giorno: Empty walls, Serj Tankian (aka "quello dei System of a down da solo")
http://www.youtube.com/watch?v=-CxKA1uETxE

lunedì 21 novembre 2011

Nebbia&nebbia: metafore vs infanzia anni '90

... Che poi la nebbia avrebbe pure il suo fascino. Lo dico ora che la mia terra natia ha raggiunto l'ambito 100% di umidità. Ammanta tutto e tutti, crea un alone di mistero anche attorno alle cose più banali, alle cose che non se lo meritano. E invece la nebbia, anche se non te lo meriti, ti dona questa aura misteriosa e inscrutabile. Certo che se non la donasse a tir o a sconosciuti poco rassicuranti starei anche più tranquilla. Ma la nebbia vuol bene a tutti, quindi ci attornia ben bene. Ci nasconde a prescindere. Permette l'assenza di estetica in un mondo dove è fin troppo importante. E ci pervade le ossa, ma non che questo sia un bene. Come non sono un bene i capelli crespi, il freddo umido e svariati fattori oltre a questi.

E parlando di nebbia come si può non pensare a Nebbia? Quindi a lei: Heidi. Trauma infantile. Già sulla sigla ne sono state dette di ogni, ma permettetemi di dare il mio contributo a questo argomento. Sigla imperitura e indimenticabile, per carità. Ma... Ti sorridono i monti e le caprette ti fanno ciao. Frasi veritiere solo dopo un simpatico incontro Heidi-Pollon (che di certo non scorda a casa la polverina magica). O dopo l'ingestione di un fungo-casa di un Puffo. Eventualmente col Puffo dentro. Di cosa si calasse Heidi non lo sapremo mai, né sapremo se il nonno ne era a conoscenza. O se era lui a tenere i contatti con Pollon. Ma una cosa la sappiamo: qui c'è qualcosa che non va. Qualcosa di profondamente sbagliato. Quasi quanto l'ortografia di "Rottemeier" fatta da uno che di tedesco sa solo "keine gegestandae auf dem fenster werfen" e solo perché fa il pendolare in treno. Già, la tediosa signorina Rottermeier. A me ricordava un chihuahua piccolo e incazzoso, che fa un sacco di casino solo per ricordare al mondo che esiste. E poi Clara, la tristissima Clara. La redenzione del finale non va a pari, no no. Sarebbe stato meglio se Clara, alzandosi dalla sua sedia a rotelle, le avesse tirato un calcione gettandola giù da un dirupo al grido di "Questa è Spaaaartaaaaaaaa!". Vuoi mettere?

Canzone del giorno: un inaspettato Robbie Williams d'annata con una canzone non proprio nel suo stile... Karma killer
http://www.youtube.com/watch?v=utr7_r4KJcM

domenica 20 novembre 2011

Fogne, dududu, in cerca di guai

Le fogne del titolo non sono lì a caso. E non sono nemmanco metaforiche. Le tubature di casa mia hanno deciso di dare forfait. Lavandini, wc, lavastoviglie, tutto invaso da uno straterello d'acqua abbastanza infimo da non farci crescere neanche i girini, ma abbastanza abbondante da rompere le balle. Tutto ciò che ha un tubo oggi ci sta riproponendo la zozzeria a cui l'abbiamo costretto negli anni: that's contrappasso, baby. Sarà forse metafora del fatto che il male che fai ti torna indietro? Non ci ho mai creduto, non è che se ti meriti sfiga hai sfiga e se ti meriti fortuna hai fortuna. Ti succedono cose a caso, è inutile tentare di leggerci chissà che lezione o prodigio del fato. E sono sufficientemente convinta di non meritarmi dell'acqua reflua da uno scarico, con la scomodità e l'odore che ne conseguono. No, giusto per parlare sempre in punta di fioretto. Io ieri mi ero armata di sturalavandino e buona volontà, prevedendo la malparata... Ma niente. Uno scarico intasato è più forte di me, lo ammetto a malincuore.

Oggi sono un filino stanca, è come se mi avessero messo dentro uno shaker e agitato, agitato, agitato... Manco dovessi diventare un mojito. Manco mi piace, il mojito. Ma poi il mojito si fa con lo shaker? No, per dire quanto mi sta a cuore come cocktail.

Fogne, dududu, in cerca di guai,
fogne: uno scarico che non sturo mai.
Fogne, dududu, qua la cioda è mia,
e non puoi dire "cosa vuoi che sia?".

PS: è il mio ottantasettesimo post. Io nell'87 ci sono nata. E dedico il post corrispondente alla mia nascita a delle fogne intasate e limacciose. No, bello.

Canzone del giorno: Youth of the nation, POD
http://www.youtube.com/watch?v=EDKwCvD56kw&ob=av3e

sabato 19 novembre 2011

Ovvietà youtubbiche III

E' un po' che non vi parlo di youtube... Ultimamente ho approfondito parecchio l'argomento, quindi perché non propinarlo pure a voi? Di recente mi sono particolarmente appassionata al canale di Daniele Doesn't Matter (che nel suo caso si legge proprio MATTER... Perché in fondo non importa. It doesn't matter). Scopro l'acqua calda, lo so... Ma mi fa morire dal ridere e a qualcuno dovrò pur dirlo, quindi ve lo sorbite voi. Non conosco fisicamente nessuno che si diletti di youtubers, e voglio illudermi che qualcuno di voi si; è frustrante non parlare con nessuno delle cose che ci piacciono! Giovane uomo di Torino, fa video articolati, ben costruiti, che richiedono un bel tot di impegno, lavoro e fantasia. Ogni volta inventa un tema-filo conduttore per le sue puntate, e le arricchisce con video che gli vengono segnalati. Video a caso che lui riesce a collegare. Non è poco. E fa ridere un sacco! Inoltre ha scoperto l'estrema utilità del fattore TORMENTONE: apre e chiude sempre i video allo stesso modo, con le stesse parole, e fidatevi che se chiedete a qualcuno "qual è la prima parola che ti viene in mente pensando a Daniele Doesn't Matter?" vi verrà risposto "California". Fidatevi. Anzi, guardate per credere. E' sicuro di se e di quello che fa, e si vede; inoltre è tipo un web designer quindi di pc ne mastica, e anche questo si vede. Ultimamente si è dilettato in un video interattivo, che ti permette di scegliere come proseguire la storia; anche qui, tanto di cappello. Non ho un video preferito tra i suoi, mi piacciono praticamente tutti. Ogni tanto fa anche dei vlog dove parla un po' di se e risponde ai commenti lasciatigli su twitter, giusto per stare sul meno impegnativo e spezzare l'attesa tra un video e l'altro... Meno strutturati, ma molto buffi.
Madò che sviolinata.

Canzone del giorno: Promises, The Cranberries ("you better believe I'm coming" è una frase troppo minacciosa per non adorarla)
http://www.youtube.com/watch?v=WPLfSr00XXs

venerdì 18 novembre 2011

Post scevro

Perché ieri non ho fatto il post? Perché ero senza idee. E stasera? Uguale. Giornata nebbiosa e nervosa. Inutile direi, tanto quanto il beige e quegli orridi smalti color grigio topo/marrone schifo che qualcuno si bulla di definire "color tortora". Tortora finché vuoi, ma brutto è e brutto rimane (spuzzinaaaaaaaa!). Neanche la nebbia è color tortora, eppure è bella inutile. Anzi, dannosa per automobilisti, messe in piega e miopi che le lenti a contatto non le vogliono portare. Non è mica di quell'inutile bello, che sai che è inutile ma ti dà soddisfazione. Tipo ripetere brugola millemila volte di seguito. Brugolabrugolabrugolabrugolabrugolabrugolabrugolabrugolabrugola.

Oggi mi è tornata la voglia di suonare. Ma non l'ho fatto, e il motivo è molto semplice: mancava l'intimità necessaria. Se ho auditorio non riesco a suonare, è una cosa solo mia. E purtroppo l'intimità non c'è mai, se non altro perché mia nonna è sempre in casa (ma baciamoci pure i gomiti che a 90 anni sia così, per carità). Suonare è intimo, è mio, è solo mio. Condividerlo col mondo mi mette a disagio. Ma oggi mi è tornata la voglia di suonare, complice un video su youtube. Voglio creare musica, produrre suoni che vadano d'accordo in un mondo che troppo spesso non lo fa. Poi magari quando sbaglio m'incazzo, già lo so... Però ne varrebbe la pena, perché per la musica la pena la vale sempre (uhu che frasona Valeria... Dopo tanto tempo bisogna rispolverare un: e 'sti cazzi nun ce li metti?). E poi suonare il pianoforte è una delle esperienze più aggraziate che si possano avere. Mani morbide e rilassate, dita decise ma non severe che fluiscono su 88 tasti bianchi e neri. Le mani dei pianisti sono tra le cose più belle che riesca ad immaginare, mentre suonano sono uno spettacolo che definire incantevole è poco. Potrei guardarle per ore, e non lo dico tanto per dire. Sarei estasiata. E' una delle esperienze estetiche per cui varrebbe la pena prodigarsi.


Brugolabrugolabrugolabrugolabrugolabrugolabrugolabrugolabrugola.

Canzone del giorno: rimaniamo sul morbido di questo post (così scevro di inventiva)... Precious, Depeche Mode

mercoledì 16 novembre 2011

Esegesi di un classico umiliato

Ok, gli anni '80 erano gli anni '80 e forse dovrei essere più indulgente. Però ho deciso di no. Perché il genere umano si perpetra da millenni, e non può aver cambiato senso estetico e del pudore SOLO negli ultimi 20 anni, e completamente. Quello che voglio dire è che questo video, probabilmente, era da considerarsi brutto già illo tempore. Rock me Amadeus, Falco


Aaaaaaaaaaaallora, da dove cominciamo??? Ce n'è un botto, da dire. Ma come dico sempre, andiamo con ordine. La prima cosa che ci appare è una schermata di presentazione che definire accattivante è poco. Sfondo blu elettrico, con ruota panoramica e chiesa (cattedrale? Abbazia? Va a sapere) dai colori falsati, su cui campeggia la scritta FALCO in giallo. No, giusto per essere sicuri di chi canta la canzone. Roba che si può adoperare per le visite oculistiche, almeno per la prima riga. Come intro rimpiango amaramente Ralph che, all'inizio del film dei Simpson, canta la canzoncina della 20th Century Fox col suo fare sbilenco e stonato. Amaramente. Ci forniscono poi il titolo, dato che MTV non aveva ancora pensato di mettere le didascalie sotto ai video musicali. Sono sicura che l'idea l'hanno copiata da qui, mi ci gioco le balle (di Falco). Ci propinano anche i nomi degli attori (almeno credo), e qui la mancanza di Ralph è cocente. Allora, signor Falco, non siamo poi così tonti. Fai iniziare 'sto video no? Oltretutto lasci lì le scritte per delle ore! Guarda che sappiamo leggere. No, eh, per dire.
Finalmente il video inizia, e... Rimpiangi le scritte su sfondo blu. E Ralph. La grafica accattivante rimbalza tra tipici scenari e monumenti austriaci e la faccia di uno con una parrucca bianca, che si presume (si teme) essere Falco medesimo vestito da Mozart. In effetti è lui, come deduciamo dal labiale di "Amadeus". Anzi, solo di "us" perché prima è tagliato. Non che la cosa prometta bene. Spero di sbagliarmi, ma inizio a sentire la seria necessità di qualcosa che non so bene come definire, uhm... Anzi si, lo so: parampampoli.
Ci viene mostrata poi una carrozza che si ferma davanti un palazzo, con due donnicciole a fare le guardie. Come sono discrete, con le divise di lamè dorato! Molto pratico in caso di duello, non ne dubito. Come gli infradito in montagna. Gli scaldamuscoli in una simpatica gitarella in Burkina Faso. Uno scolapasta senza i buchi, che buttare via l'acqua di cottura è uno spreco. Fatte le dovute precisazioni, vado avanti dicendovi che dalla carrozza mi scende un omino in uno smoking talmente impeccabile che anche Enzo Miccio e la sua palese virilità non avrebbero niente da ridire. L'omino in questione, per inciso, è sempre Falco. Eh no, non abbiamo ancora imparato a riconoscerti con la parrucca, non puoi cambiarmi outfit di già. Mi disorienti. Fregandosene del nostro disagio, lui entra nel palazzo fregandosi con soddisfazione le mani (sarà perché le due guardie-cubiste lo seguono?). Qui i personaggi diventano un filino inquietanti. Ralph soccorrimi. Mi fa un po' impressione il tizio in rosso e nero col cappellone e lo sguardo che non promette niente di buono. Troll? Spacciatore? Magnaccia? Non lo sapremo mai, e questo un filino mi rasserena. Anche perché ci sono troppi personaggi di cui occuparsi, per fermarsi al Troll spacciatore. Gente più o meno vestita, e male. Nani, ballerine, concubine, re africani, donnacce scollacciate, uomini di dubbio fascino (e infatti mascherati), tutti che si inchinano al passaggio del nostro cantante. Che canta in tedesco con dialetto austriaco, a quanto mi si dice. Ma mi si potrebbe dire la qualunque, io non capisco mica niente. Questa canzone potrebbe anche essere un'invocazione a Satana e io lo ignorerei bellamente. Comunque Falco ha coscienza del fatto che la sua lingua non è la più parlata del mondo, e allora che fa? Quello che facciamo noi italiani all'estero quando non sappiamo la lingua e abbiamo urgenza di farci capire, che dobbiamo assolutamente trovare il bagno sennò ce la facciamo nei pantaloni: gesticolare. Come un pescivendolo finto chic, per la precisione. No, Falco, non ci aiuti per niente. Puoi anche smettere. Apprezziamo comunque lo sforzo, dai. Ci hai provato, te lo riconosciamo e per questo ti vogliamo bene. Però adesso smettila.
Per dire "Rock me Amadeus" il nostro riappare nella versione vestita da Amadeus (ohibò quanta inventiva), però con la tinta venuta male. 730 colori in una testa sola. Sicuro che Amadeus si presentasse in giro così? Bah, i suoi invitati non sembrano farci molto caso, perché sentono l'esigenza di ergerlo a idolo disponendosi tipo a tunnel di laurea (ma senza i quantomai necessari, almeno in questo caso, schiaffi) e ripetendo in continuazione "Amadeus". Che pure loro è l'unica cosa che capiscono. Altro che Austria, questi vengono da Papozze e dintorni, ve lo dico io. Alla fine di codesto tunnel c'è Ralph.
...
..........
Magari. C'è di nuovo lui con lo smoking e un microfono anni '50. Molto bello, ma che c'entra ancora meno di tutto quello che abbiamo visto finora. Parliamone. Resosi conto dell'errore, il regista torna sulla versione parruccata powered by Technicolor di Falco-Mozart. Che però scende da un chopper con un tamarro tanto di motociclista (poliziotto? Non si capisce). Qua il parampampoli se l'era bevuto il regista, altro che storie. Oh già già. Però vorrei tanto sapere dove hanno preso il mega bracciale borchiato del motociclista rotante (nel senso che con quella stazza lì può tranquillamente rotolare), mi piace proprio tanto. Mi sa che al Bijou Brigitte non lo trovo mica uguale.
Seconda strofa. Stavolta il corridoio umano lo percorre parrucca man, in un contesto forse un pelino più moderno. Ah, le inversioni temporali create ad hoc! Si, create ad hoc, ma male. Molto male. Qui abbonda la gente con i Ray Ban e la giacca di jeans, e delle facce che di raccomandabile hanno poco. Sono raccomandabili solo nel caso in cui tu debba far picchiare qualcuno (e abbia sufficienti dindi per pagare la prestazione, sennò picchiano pure te). Ma Falco non se ne cura e continua a gesticolare a caso, col rischio serio di urtare e far incazzare questi signori poco raccomandabili. E iper tatuati. Tutta roba chic insomma. Stavolta son loro a urlare "Amadeus" e ad agitare le folte chiome. Ma che bello. Che bel modo di riciclare le idee tra prima e seconda strofa. Registaaaaaaaaaa! Gente che lo porta in braccio, tatuaggi in mostra, parole a caso che invocano chissà quale demone. E a noi fanno invocare il parampampoli.
Tizio in smoking che distribuisce fogliacci (votantonio votantonio votantonio!). Mani avviluppanti. Crisi di identità tra parrucca e smoking, alternanze infelici di cui non si sentiva assolutamente l'esigenza. Tizi invasati e parruccati che cantano. Direzione d'orchestra da pescivendolo. Chopper che irrompe nel salone delle feste, imbucandosi insieme a tutto il cucuzzaro di borchie, chiodo, jeans e tatuaggi. Villani, non si fa così. Ci vuole l'invito. E qui si uniscono i due mondi, ma che simbologia alta e poetica. Parampampoli, dove sei quando servi? E Ralph dov'è? Giro giro tondo, dame ottocentesche che hanno capito che il chopper è più comodo della gonna col cerchio. Ballo del qua qua, prendi sottobraccio la felicità, alternanze velocissime (forse per nascondere la bruttura?), smoking e microfono anni '50. Noia e imbarazzo. Sgolamenti inutili. Primi piani che si sarebbero dovuti evitare. Risata tenuta alla fine. Dai, ti autorizziamo a ridere. Noi lo stiamo già facendo.

Ho capito: il regista del video è Ralph.

Canzone del giorno: All that she wants, Ace of base
http://www.youtube.com/watch?v=cN0mKD8wnvo

martedì 15 novembre 2011

Biografia creativa: Max Pezzali

Ho tipo consegnato la domanda di laurea. Tipo tra un mese mi laureo. Ossignore. Ma io sono una cialtrona, non mi posso laureare. Dovrebbe esistere una legge che lo vieta. Il fatto che non esista dà ancora più conto del fatto che le leggi italiane sono varate così alla vigliacca. Beh, meglio per me. Oh si.


Parliamo ora della vita di qualcuno che, nel bene o nel male, ha segnato la nostra intera esistenza: Max Pezzali. La mia generazione (e non solo la mia) è cresciuta con lui; nel senso che noi siamo cresciuti, lui no. Nessuno prescinde da Max, che lo si voglia o no (di solito no, ma tant'è). "Hanno ucciso l'uomo ragno" la cantavo all'asilo durante la merenda (che asilo rock), e da allora una canzone di Max c'è sempre stata. Mi sembra doveroso, quindi, spendere due parole sulla vita dell'uomo che ci ha cresciuti tutti, sul nostro padre musicale putativo, sul nostro mentore adolescenziale.

Il nostro uomo nasce a Pavia il 14 novembre 1967 (diamine, ieri era il suo compleanno!) da genitori fiorai; già qui si spiegano molte cose. Innanzitutto, il 1967 è l'anno di due canzoni rimaste negli annali della musica come fonte di ispirazione per i posteri, due pietre miliari, due fari nella notte dell'oblio melodico: "cuore matto"e "il leprotto pim-pum-pam". Dovevamo capire dove sarebbe andato a parare. Mannaggia zozza. E' dalla crasi di questi due brani che si origina infatti tutta la produzione romantica al retrogusto di sfiga, e mai uscita dall'adolescenza, del nostro ggggiovane (almeno dentro). Il fatto che i genitori fossero fiorai, poi, ha messo la ciliegina sulla torta. I fiori, si sa, sono pegni d'ammmmore. A San Valentino sono secondi solo ai cioccolatini, in quanto a vendite. Boia l'orsa, se lo sono. Anzi, sono il passepartout per dichiarazioni/richieste di perdono/richieste di matrimonio/auguri romantici. La vita di Max, ahinoi, era dunque segnata; poverino, non è colpa sua se è diventato così. "Chi è deserto non vuole che qualcosa FIORISCA in te" ora ha tutto un altro significato, come frase.

Max ha passato la sua infanzia a giocare tra Spiderman, peonie e pianole Bontempi: tutti fattori che hanno portato a LEI, "hanno ucciso l'uomo ragno". Sono sicura di si. Altro che Repetto. Il resto dell'infanzia non ci interessa, dai. Chissenefrega di quando ha imparato la tabellina del 9 (l'altro ieri?). L'adolescenza del nostro eroe è stata invece costellata di numerosi eventi... Come elencarli tutti?  La scuola non gli piaceva per niente, quindi bruciava e non di rado. Di solito se ne andava giù ai binari della stazione col motorino (un vecchissimo Peugeot che "col gelo arrancava"), e aspettava che la sbarra del passaggio a livello fosse quasi del tutto giù prima di attraversarli. Attraversava i binari per ore. Ore ed ore. Più di qualche volta, però, il nostro non è stato sufficientemente veloce e si è preso delle craniate non da poco. Craniate che gli hanno causato delle allucinazioni, delle apparizioni mistiche: "mi sembra impossibile che tutto ciò che vedo c'è da sempre solo che io non sapevo come fare, per guardare ciò che Tu mi fai vedere". Probabilmente quel Tu è riferito alla Madonna o a qualche arcangelo. Lo dicevo io, craniate forti. Se sfiga voleva che i suoi avessero una consegna da fare lì vicino, beh... Un "non me la menare" detto con innocenza, e via. Ci pensavano loro a fargli venire le allucinazioni da craniata. E lui? Vabbè, non si scomponeva poi tanto, "ammaccato non distrutto, basterà una settimana a letto". Un punching ball. Un Ercolino-sempre-in-piedi. Che uomo.

Altra tara adolescenziale di nostro signore del pop era la compagnia. La cumpa. Cisco e soci vari. Cisco c'è sempre, vuoi perché "passa in bagno un'eternità" (a fare che???), vuoi perché rivela a Max e adepti vari una verità imprescindibile: "voi non capite un cazzo". Gli amici, il suo pane. Quelli con cui andare nelle "due discoteche (e 106 farmacie" no, scusa? Nella buona e nella cattiva sorte, amico). Quelli delle feste. "Questo senso di festa che vola e che va sopra tutta la città" mica per niente. Già, la città, altra sua fissa. Per carità, Pavia non è Po di gnocca, ma non è un po' troppo americano come concetto? Un po' auanagana??? E "la grande città s'illumina", e "quanto è paranoica questa città", e "un po' città un po' isola", e "il silenzio fermo della città"... Quante fisime Max, non vivi in California. Fattene una ragione. Mobbasta. Auanagana.

Ennesima fissa: il calcio. E' interista, quindi invasato. Solo che lui a giocare era una pippa. Lo mettevano sempre in porta perché non aveva gambe (o meglio, ne aveva troppe... Ma solo di stazza), e lì era perfettamente inutile. Non ne parava una. Manco avesse giocato con il Real Madrid: i pulcini del Real Luino erano già tanto. E non parava niente. "Gli altri segnano e poi vincono" eccome, ed era tutta colpa sua. Questa è "la dura legge del gol", Max. Quella vera.

Ma se parliamo di lui, non possiamo non parlare del suo vero pallino: le TIPE. Non ragazze, non donne: tipe. "Là le tipe ci aspettano, shalala", e l'importante è crederci. Al massimo saranno piaciute a te, tanto Cisco aveva già dato in bagno... E il fatto che fossero in tua trepidante attesa mi lascia un po' interdetta, ma voglio lasciarti il beneficio del dubbio. D'altronde gli occhi azzurri avranno pure il loro fascino. Pure se sembrano passati in copiosa candeggina.

Nel 1989 fonda insieme a Mauro Repetto, conosciuto sui banchi di scuola (una delle poche volte che c'è andato), gli 883. Tutto il resto è storia.

Cosa ne penso di questo post? "Si poteva fare meglio ma anche peggio di così". E voi?

Canzone del giorno: Big in Japan, Guano Apes
http://www.youtube.com/watch?v=MkewZ3m4r4c

lunedì 14 novembre 2011

La teoria delle patate

Come già sapete, io mi affido a delle piccole certezze che mi aiutano nel quotidiano. Tra queste, l'idea che se una giornata sarà di merda già lo capisci dalle prime ore del mattino. Che Murphy aveva stramaledettamente ragione, con la sua preziosa legge. Che ora che ho scoperto che O'Malley muore, non ho proprio più alcun motivo di tenere minimamente in considerazione Grey's anatomy (come se prima i motivi fioccassero).  Che se hai uno sfogo cutaneo, tua sorella ti diagnostica minimo minimo la scarlattina. Che Ikea è il Lego 2.0. Che i mignoli dei piedi sono attratti dagli spigoli dei mobili. Che sgionfarsi di bagna cauda prima di fare il bagno non è una grande idea. Che le calze contenitive sono come il tubo Tucker: non funzionano. Che Bonolis e Fiorello fanno ascolti a prescindere. Che Jersey Shore è un'ebetata. Che la Littizzetto fa ridere e non poco. Che se ho il ciclo DI SICURO non mi metto a far provini da vj o lanci col paracadute.

Certezza di ben altro spessore è quella che sto per proporvi ora: la teoria delle patate. Che in origine si chiamava teoria della patata, ma capite bene che il doppio senso è dietro l'angolo. Anche se qualcuno, quasi sicuramente, lo avrebbe gradito.
Partiamo da questo presupposto: conoscete qualcuno a cui NON piacciono le patate? Il 90% di voi probabilmente risponderà di no, il 7% sospenderà la risposta in attesa di vedere dove voglio andare a parare e il rimanente 3% non avrà capito la domanda (signor 3%, fatti vedere da uno bravo. Serve sempre). Seconda domanda: perché le patate non fanno schifo a quasi nessuno? La risposta che do io è: perché non sanno di niente, quindi non possono proprio fare schifo. Il primo requisito per fare schifo è che il gusto si senta, è avere sapore. Ecco, lo stesso concetto si può applicare alle persone. Ci sono persone che sono come le patate; e con questo, non intendo gialle con la buccia marrone. Non intendo neanche che siano fornite di bernarde suppletive, nostri signori dei doppi sensi. No, voglio dire che c'è gente che non sa di niente, quindi non fa schifo a nessuno. Quindi "piace" a tutti. Per carità, ci sarà gente che piace davvero a tutti per motivi ben più validi, non lo escludo... Però per la maggior parte dei casi una persona che non sta sulle balle a nessuno è una persona patata. Le patate assumono il gusto dal condimento o dalla modalità di cottura, ma non sono saporite in sé. Il condimento alla persona patata lo fornisce chi ha di fronte, perché la patata è malleabile e si adatta. Di per se è un tubero con molti carboidrati e poca spina dorsale. Non ha gusto. Non ha carattere. Perché se qualcosa ha gusto o carattere, qualcuno a cui non piace prima o poi lo trova. Come trova qualcuno a cui piace.

Quindi la prossima volta che qualcuno vi dice che gli state sulle balle, o che siete dei rompicoglioni, o vi manda a cagare... Voi ringraziatelo, e gioite: vuol dire che non siete una patata.

Canzone del giorno: dopo aver pontificato come se fossi un'illuminata di sapienza divina, urge una canzone ignoranta per andare a pari. Così ignoranta da tendere al brutto. Angel, Shaggy.
http://www.youtube.com/watch?v=C8_P4pS5wl8

domenica 13 novembre 2011

Playlist, due di millemila

Ebbene si, stasera vi ammorberò di canzoni. Avrei gran voglia di scrivervi dell'altro, qualcosa di più corposo e prolisso, ma tanto per gradire non mi viene un tema. La mia mente è invasa dall'attualità, ma non voglio che questo diventi un blog politico. E poi la musica è SEMPRE un argomento ottimo, di cui non si parla mai abbastanza. O meglio, non si parla di musica buona. Ma anche qui rischio di sforare nella polemica, e ciò è male. Stasera è difficile essere neutrale, mannaggia zozza.

Allegria danzereccia: Tieni il tempo, 883
http://www.youtube.com/watch?v=uN2F05NAyAA

Cattiveria: Kicked in the teeth, AC/DC
http://www.youtube.com/watch?v=zonhLA1FXtc

Incazzatura: Caries, About Wayne (grandi assenti della prima playlist! Me tapina)
http://www.youtube.com/watch?v=9T5RqfoR4E0

Malinconia: Hallelujah, Jeff Buckley
http://www.youtube.com/watch?v=WIF4_Sm-rgQ

Convinta&decisa: One way or another, Blondie (se facessi la cantante, credo che sarei tipo così)
http://www.youtube.com/watch?v=mFerLNdpwO4

Energia: The march of the swordmaster, Rhapsody of fire (il mio primo ammmmore metal)
http://www.youtube.com/watch?v=L-TZIfpycY8

Paturnie: Non è per sempre, Afterhours
http://www.youtube.com/watch?v=xBRQcqwCPuA

Per non dimenticare: Twenty years, Placebo (e fate attenzione al testo, perché merita)
http://www.youtube.com/watch?v=rDnITiRNRks

Per non pensare: Party girl, The electric diorama (stile strano per i miei canoni, ma tant'è, è spensierata e spesso utile)
http://www.youtube.com/watch?v=Vk9TS9xDs_M

E anche per oggi la smetto qui, buon serata cari.

Canzone del giorno: se avete ancora dei dubbi sulla mia passione per gli anni '80... La isla bonita, Madonna
http://www.youtube.com/watch?v=eGhry7qnh4Y

sabato 12 novembre 2011

Data epocale e infanzia anni '90: attacco!

Oggi potrebbe essere un altro giorno che segna un prima e un dopo, ma a livello molto più che personale. Teniamo le dita incrociate e speriamo per il meglio... Anche se andare peggio di così la vedo dura, quindi sono sufficientemente fiduciosa. Secondo me tra qualche anno mi ricorderò ancora cosa starò facendo in quel momento preciso, momento forse storico. Sperabilmente, storico. Roba da fare il countdown come a capodanno, peccato che non ho neanche un po' di spumante. Manco il tavernello, proprio.

Mi sento quasi fuori luogo a fare un post "normale" (almeno per i miei standard) in questa giornata, ma tant'è. Lo faccio lo stesso.
Non avete avuto un'infanzia anni '90 se non avete mai avuto lui: il Supertele. Ah, che nostalgia. Io lo usavo per giocarci a pallavolo, ma dato che non sempre avevo qualcuno con cui giocare spesso mi capitava di giocare contro il muro. E mi sentivo estremamente figa, perché riuscivo a tirare delle belle mine. Ecco qual era il problema: il Supertele ti fa sentire una campionessa quando non lo sei. Ti illude. Ti ci fa credere, e a sproposito. Tutto perché, con la sua estrema leggerezza, ti fa tirare dei colpi micidiali e risente di un effetto vela tutto suo, che ti fa credere di essere in grado di tirare schiacciate ad effetto. Perché hai TALENTO, mica perché le hai imparate da qualcuno. Mila Azuki ti fa una pippa. Perché non giochi ancora nella nazionale, dannazione? Allora decidi di mostrare il tuo talento a tutto il mondo, entrando in una squadra di pallavolo. E lì affronti un pallone VERO. Dannazione! Crollo dell'autostima e delle ambizioni. Fiducia in te stessa sotto i tacchi. Voglia di psicoterapia in tenera età. Picchi di disagio a non finire.
Supertele, trauma infantile.

Scusate per il post scarso, sono troppo presa con la diretta tv. Il più grande spettacolo dopo il bunga bang, di sabato in prima serata. Sarebbe la serata ideale per andare a bicchieri.

Canzone del giorno: gruppo scoperto da due giorni, ma molto molto buono... Dalla Svizzera con furore, i Lunatica con Who you are
http://www.youtube.com/watch?v=g5RfJSgz1-k&feature=feedrec_grec_index

venerdì 11 novembre 2011

Pubblicità e odori

Bentornati da parte del vostro bungalow polesano di stronzate, sprovveduti passanti e cazzeggiatori del web! Stasera vorrei tornare ad ammorbarvi di pubblicità... Ma non pubblicità generiche, una categoria ben specifica: le pubblicità dei PROFUMI. Anche qui si spara sulla Croce Rossa.
Qual è la difficoltà a monte delle pubblicità dei profumi? Che dalla tv il profumo non lo puoi sentire, non riesci a valutare la nota di petunia del Perù appassita o l'olezzo di mocio vileda che non vede la lavatrice da millenni. La fragranza agrumata dei limoni di Sorrento raccolti dal contadino Augusto o la perfetta combinazione calzino usato di rugbista/sudore di bue muschiato. La nota di sandalo (lanciato via con sdegno dalla moglie di Augusto contro Augusto medesimo) o il bouquet all'alito di chi non vede spazzolino e dentifricio da 15 giorni. No, non si può. Allora, che fare? Mi immagino i primi tempi in cui queste pubblicità dovevano essere pensate: un dramma a dir poco epico per i pubblicitari. "Ma come facciamo? Mostriamo alla telecamera una rosa e scriviamo 'ha questo odore qui'?" "Eh no, questo profumo qua è ai fiori di loto giapponesi! L'italiano medio un po' quaglione, il nostro target, mica lo sa che odore ha un fiore di loto!" "Uhm... Passiamo di porta in porta per farlo provare?" "Se la benzina ce la metti tu, volentieri". Discussioni eterne e nottate insonni per produrre, alla fine, quella che amo definire "una cippalippa". Finché arrivò lui, il genio che avrebbe risolto il problema per tutti gli anni a venire. Importante tanto quanto l'inventore della cravatta a tastiera (Zoolander insegna). Un omino fino ad allora inutile come una bomboniera in porcellana di Capodimonte, ma con l'idea che avrebbe salvato posti di lavoro creativi a bizzeffe: "prendiamo dei bei manzi/e e li mettiamo a fare le robe più idiote, possibilmente nudi/e , con un sottofondo musicale che non c'entra una fava". Scatta l'applauso. Standing ovation. Omino portato sul carro dei vincitori, tronfio e possente. Metti che poi gli abbiano dato un colpo in testa e gli abbiano ciulato l'idea, ma tant'è. Lui rimarrà nei nostri cuori forever. Ti lovviamo, omino.

... E così arriviamo al giorno d'oggi. So che è inutile, ma vorrei portarvi qualche esempio. Partiamo con
J'adore, Dior, con Charlize Theron: http://www.youtube.com/watch?v=dXrCqjJFiis .
Certo, anche io mi spoglio così quando sono a casa. Prendo e butto via tutto, gioielli compresi. Però guardate come si spacca quella collana lì appena tocca terra: l'oro vero farebbe quella fine? Secondo me la Charlize aveva capito che gli avevano dato della paccottiglia ed era incazzata per quello, quindi ha buttato via tutto per frustrazione. Ha molto più senso, così.

E ora una pubblicità che vi sfido ad aver dimenticato, seppur vecchia! Egoiste, Chanel: http://www.youtube.com/watch?v=ht5g0IGEr_E .
Ovvero: quando una per fare esercizio fisico apre e richiude le imposte in continuazione. Guarda che le sviti, tesoro. Ti restano in mano. Una pubblicità che ti insegna che urlare in francese fa estremamente figo. Con queste inquadrature un po' sghembe, da mal di mare. E questa colonna sonora indimenticabile. Faceva un sacco effetto, tocca dire. Ma siamo sul patetico andante. Ditemi se 'ste gallinacce non sembrano delle emerite idiote. Abbiate un po' di dignità, su.

Noa, Cacharel: http://www.youtube.com/watch?v=-OKJG6GVdC4 .
Personcina eterea, gente che rallenta, profumo dalla scomodissima forma sferica. Voce francese in sottofondo. Ma perché sempre francese, dico io? Perché mai una volta in italiano? Fa tanto schifo dire "compratevelo 'sto profumo che è tanto buono, anche se costa l'ira di Dio"? Che poi il francese a me da fastidio. Gli pesa tanto il culo pronunciare la R in maniera decente?

Fahrenheit, Dior: http://www.youtube.com/watch?v=rmO9xuBERts .
Qui impariamo che gli ascensori vanno anche in paradiso. E pensare che c'è gente che ha paura di prenderli.

1 million, Paco Rabanne: http://www.youtube.com/watch?v=4VPHVygoca4&feature=related .
Ecco qual è il segreto per avere tutto quello che vuoi: schioccare le dita e ballare un sottofondo truzzissimo. Poi ci si chiede perché il fenomeno musicale del 2011 siano gli LMFAO.

Venezia, Laura Biagiotti: http://www.youtube.com/watch?v=CxeIteGFNnU .
Lo ammetto, questa l'ho messa perché mi piace il tizio che urla "VENEZIAAAAA!" alla tipa che scappa. Ecco, ma la tipa si chiama proprio Venezia? Ma siamo sicuri? Beh, è ben conciata da Carnevale... Ma siamo arrivati a questo?

E ora la pubblicità che ha scatenato la più selvaggia quantità di ormoni femminili a memoria d'uomo: Light blue, D&G: http://www.youtube.com/watch?v=jvi-q9W6k6Q .
"Paaaaaaaaaarlami d'amore, Mariùùùùùù" non è mai stata così popolare. Che poi perché due che si strusciano dovrebbero far vendere più profumo è un mistero. Però è una pubblicità che noi donnicciole guardiamo sempre volentieri, via. Eh già, a volte cado pure io nella trappolona dell'omino un tempo inutile.

Si potrebbe andare avanti all'infinito, ma... Perché mai?

Canzone del giorno: Behind blue eyes, versione dei Limp Bizkit
http://www.youtube.com/watch?v=y3r4U-IJAgA&feature=related

giovedì 10 novembre 2011

NB: questo post NON fa ridere... E libri (chapter III)

Ammetto che l'idea era quella di non fare post oggi, e invece eccomi qua. Non potevo non rendere onore al primo visitatore del Brasile! Anche perché era un chiaro segno karmico: Valeria, DEVI fare il post. Anche a quest'ora, perché fino ad adesso ho ascoltato la radio ed ero troppo concentrata a inveire contro lo streaming che non funzionava. La giornata è stata un po' tanto merdosa, sicché niente post divertente. Essere perennemente sopra le righe è anche piuttosto faticoso, non lo nego. Non ho la lucidità per negarlo, ho sonno e la mente è troppo debole per raccontarsi bugie.

Di recente ho letto un altro libro, Papà Goriot di Balzac. Non mi è piaciuto, e qui mi pioveranno addosso le critiche degli amanti dei classici. Il più grosso difetto che trovo nel libro è che l'autore/narratore è troppo presente, pur essendo la narrazione in terza persona. E' una cosa che mi dà proprio fastidio. Il narratore esterno a mio avviso deve essere invisibile; qui ci propinava le sue opinioni a ogni piè sospinto. Preferisco di gran lunga quando gli autori creano un personaggio ad hoc che esprima il loro pensiero. I personaggi sono un po' stilizzati almeno all'inizio, e per le prime 40-50 pagine non si capisce chi sia il protagonista, nonostante ce lo dica il titolo (a un certo punto ho perfino pensato che quello fosse una furba presa in giro dell'autore). Per il resto, probabilmente è un libro troppo lontano dalla mia epoca e dal mio modo di pensare perché io lo possa apprezzare. I vezzi dei tempi d'oro di Parigi non fanno per me, specie per il concetto di ammmmore e per il ruolo della donna del periodo. E papà Goriot è ben stucchevole, a volte. Un cliché ambulante. Il suo amore non corrisposto per le figlie è melenso e difficile da sopportare, almeno per me. Mi rendo conto che sia un qualcosa di strettamente personale. Strettissimamente.

Vi invito caldamente, inoltre, a segnalarmi video/libri/gruppi musicali o altro di cui vorreste che parlassi (le idee non sono così facili da trovare, quindi vorrei sfruttarvi un po').

Canzone del giorno: California Dreamin', The mamas and the papas
http://www.youtube.com/watch?v=V0UcQDUR-fU&feature=feedrec_grec_index

mercoledì 9 novembre 2011

Esegesi di un orrore made in Italy

Buonasera, miei cari! Stasera, dopo aver rischiato non poter postare una cippalippa causa connessione cialtrona, eccomi qui. Che culo, direte voi. Ma mi sarebbe mancato questo piccolo appuntamento, quindi portate pazienza. Ci spariamo un'altra esegesi? Massì, valà. Ma stavolta restiamo in Italia, giusto per ribadire che il cattivo gusto alberga anche qui. Fotoromanza, Gianna Nannini

Ovvero: quanto di più prosaico, didascalico e inguardabile che possa partorire un essere presumibilmente senziente. Probabilmente voleva essere una presa in giro ai fotoromanzi (titolo docet), ma qui si esagera.
L'ambiente è fumoso, e una nebbia polesana al nero di seppia ci introduce a cotanto video. Che chiamarlo solo video, senza colorirlo con epiteti vari, è già fargli un favore.
Il primo losco individuo che vediamo è un tizio seduto su una poltrona, girata dall'altra parte rispetto alla telecamera. Maleducato. Non si danno le spalle agli astanti. Gianna ci comunica che stasera te ne rimani a casa, ma non è un buon motivo per avercela con noi. Cacchio, sei proprio scortese, vai in un angolo e vergognati. "Ti prepari un panino mentre guardi la tv", e non ti meriti altro. Ma siccome abbiamo detto che una delle parole d'ordine del video è "didascalico", ecco che compare un televisore. Già si capisce quanto butterà male in questi 4 minuti e rotti. O magari no, magri si ripiglia, forza e coraggio! Diamo fiducia a Giannona nostra! Con rinnovato ottimismo, passiamo al seguito.
La delusione, ahinoi, non tarda ad arrivare: il tizio sulla poltrona si alza, e scopriamo che la villanella non è altri che Gianna. Con una mise francamente imbarazzante, ma questi sono gli anni '80 quindi è perdonabile fino a un certo punto. Però solo FINO A UN CERTO PUNTO, e qui lo superiamo; voglio dire, Cindy Lauper era anni '80 e si vestiva in modo sicuramente vistoso, ma originale e divertente. Gianna sembra un Pierrot uscito da un lavaggio con la Coloreria italiana venuto particolarmente male. Jeans e maglietta a righe orizzontali passino, ma quella pseudogiacca e il cappello no. Proprio no. Anche se apprezzo che la giacca, pur essendo anni '80, non abbia le spalline; togliere però anche le spalle mi sembra un'esagerazione. E anche il cappello ha una sua ragione sociale, se ci pensate: ci impedisce di vedere i suoi capelli, che ho il vago sospetto essere presi malissimo.
"Ti metti con qualcuno che alla luce del giorno non riconosci più, anche tu?". Personalmente no, Gianna, non mi è mai capitato, ma chissà in futuro. Grazie alle immagini con cui hai condito questa frase sarà difficile non pensare a te, nel caso. E a quel cliché ambulante di pseudagangster che appare tra i palazzi, mostrandoci il cappello (è un vizio, in sto video... Cos'è, il parrucchiere vi ha tirato bidone?) e uno stecchino di legno in bocca. Che poi ti chiedi perché in America ci vedano tutti mafiosi. Si, di cognome facciamo tutti Soprano. E abbiamo la lupara nell'armadio. Carica.
"Ti telefono o no?", bah guarda nel dubbio fammela una chiamata, che ti sento sempre volentieri. Ah, il telefono bianco della Sip... Quasi quasi mi aspettavo di vederne uno con la ghiera, fai tu. Ma questo spara i numeri in giro per lo schermo: tanta roba. Mi ci inchino. "Ho il morale in cantina" E NON MI FAI VEDERE LA CANTINA??? COSA??? No, non puoi farmi 'sti tiri. Una deve avere delle certezze a cui appigliarsi, ti prego.
E ora ci riappare la Gianna, che non ha ancora deciso se telefonare (ma dai, fallo 'sto regalo alla Sip!), con un cambio di outfit che rimane comunque improponibile: maglia verde vomito-di-infante e bretelle. E il cappello, che purtroppo conferma il nostro sentore di prima: il parrucchiere ha tirato pacco. O è un cane. Un cane che tira pacchi. Ok, so che negli anni '80 vale la regola "crespo is sexy", ma qui più che un essere umano la Gianna sembra lo spaventapasseri del mago di Oz. No, per dire.
L'inquadratura si allarga e vediamo pure i pantaloni, color vomito-di-adulto, che inducono la nostra ragazza a dondolare, forse per aumentare il senso di nausea dato dal colore del vestiario. E anche dalle figure in trasparenza che si muovono intorno a lei, ovvero quattro giovinastri che stanno tipo ballando. Ma su "Girls just want to have fun" credo, visto quanto vanno a tempo. Gianna, dì la verità: Cindy Lauper era il tuo incubo. Non negarlo. "Non la metti da parte un po' di felicità, anche tu?"; eh no guarda, dato che mi hai fatto tornare il gangster di cui sopra. In trasparenza, è vero, ma in primo piano ('na motta e 'na busa fà un guaivo).
"Ho perduto il sonno e anche la fantasia, anche tu?"; un po' la fantasia si, visto che mi fai tornare il gangster a tutto campo. E il sonno te l'ha fatto perdere Cindy Lauper, quindi ti do ragione anche qui.
"Mi telefoni o no, io non cedo per prima": e com'è che stai al telefono? Io non ti ho chiamata di certo. Resati conto della contraddizione, sbatti giù il telefono (ma ormai ti abbiamo vista tutti, gioia. Non ci provare).
Arriviamo all'inciso. Che non so se sia un bene o un male. Comunque "questo amore è una camera a gas", e vediamo che da una porta filtra del fumo. A me viene da pensare all'assistente del regista che sta dietro a quella porta con la macchina del fumo. Intossicazione immediata. Polmoni neri. Ti ha fatto causa, o ci è rimasto secco prima? "E' un palazzo che brucia in città", e già rimpiangiamo la camera a gas. Qui l'effetto "ooooh" dovrebbe essere dato da una foto di palazzi colorati di fiamma ardente. Peccato che sia venuto estremamente male. Ma roba che se lo avessi fatto coi pastelli sarebbe venuto meglio. Quante volte si sottovalutano, i pastelli. Ma di questo parleremo un'altra volta.
"Questo amore è una lama sottile" che squarcia lo schermo, e qui sembra perfino una roba fatta bene; sarà il confronto con quello di prima. Farebbe sembrare bello anche un naso moccoloso. Ma cosa ci rivela la lama che squarcia tutto? La "scena al rallentatore" del solito gangster, che a questo punto è ampiamente venuto a noia. Forse per te ha fascino, Giannina, però a noi ha stracciato già i marron glace. Anche se ci spara addosso non fa più figo, ci arriviamo che è per collegarti alla "bomba all'hotel" che sennò è messa lì a caso troppo palesemente. Seguono "una finta sul ring" con tanto di pugile che sfonda un vetro con la serigrafia della Gianna e "una fiamma che esplode nel cielo", che altro non è che proprio questo. Una meteora in frantumi. Una cometa svampata. Mistero ci dedicherebbe una puntata. "Questo amore è un gelato al veleno": è la tua faccia il gelato al veleno, per caso??? Ah no, eccolo che arriva. Che miscredente, non potevi far mancare sta cioccolata squagliata e mucillaginosa. Il mare di Rosolina ha più o meno quell'aspetto lì.
"Io non riesco a dirlo, è che ti vorrei soltanto un po' di più": sbaglio o l'hai detto? "Anche tu?": tipo no.
Si ripropone la questione "chi chiama chi?", finché al posto del gangster appare di nuovo il Sip. Di nuovo anche la camera a gas. Ma stavolta si rivela l'identità del tecnico: nientemeno che il gangster! Allora servi a qualcosa, oltre a rovinare la già misera fama di noi italiani! Segue primo piano drammatico degli occhi, rosa rosa (no, non è un errore: sostantivo+aggettivo, fiore+colore), petali all'aria, scena molto romantica di gangster e Giannina che finalmente becca qualcosa. Se però ti tenevi la maglietta non ci faceva schifo. Spari, finte sul ring, comete sbrilluccicose, primo piano della Gianna che si è stufata delle coste venete e non ci fa più vedere il gelato al veleno. Capocce di strumentisti vari riversi su loro stessi, e completo color emesi ancora protagonista in mezzo alla melma. Conforme al color vomito del vestiario insomma. Dai.
Fine. Grazie al cielo.

E comunque Cindy Lauper è meglio.

Canzone del giorno: Carly Simon, You're so vain
http://www.youtube.com/watch?v=OHWrudgCc3Q

martedì 8 novembre 2011

Pubblicità vs vita vera

Avete mai pensato a come potrebbe essere il mondo, se fosse davvero quello che vediamo nelle pubblicità? Secondo me sarebbe un disastro completo. Provate a pensarci... Intanto, saremmo pieni di famiglie così composte:
- padre trentenne
- madre venticinquenne
- figli dodicenni.
Qui c'è qualcosa che non va. Diamine, signori pubblicitari, a che età me l'avete fatta restare incinta 'sta donna? E poi ci stupiamo delle tredicenni d'oggi? Secondo voi la vostra testimonial a quell'età aveva già bellamente partorito. Ah, e come si presenta la  famiglia in questione? Allegra, felice e festante, con l'unica occupazione di mangiare tonnellate e tonnellate di pasta. Tutti magri come giunchi, ma si sfondano di carboidrati. Eeeeeeeh già. E giusto per non essere sessisti, è sempre la donna quella relegata al ruolo di cuciniera. Donna giovane, bella, magari fresca di miss Italia. Padre muscoloso e con la mascella volitiva. Bimbi angelici e deliziosi. Certo. Se crediamo anche a Babbo Natale, il quadro è completo.
Recentemente ci è stata proposta una variante di questo quadretto idilliaco: la mamma che prepara il pasto precotto, e lo fa così buono che il marito non la porta più fuori a cena, povera cara. Io la butto là: e andare fuori a cena SENZA tuo marito? Lascia che se li prepari lui i ravioli, gli agnolotti o qualunque altra roba in busta che gli propini. Sono quasi sicura che da solo ce la potrebbe fare, come tu potresti farcela a lasciarlo a casa con quel bambino acido che ti guarda storto quando lo speaker fa sparire la prelibatezza surgelata; e tu hai pure lo sguardo colpevole. Un po' d'orgoglio, e che diamine!
Proseguiamo: se un ometto alquanto piacente mastica un chewing gum e poi alita in una bottiglia, quando la sua amata l'aprirà verrà congelata con un'espressione che, beh... Dimostra la portata di ciò che quella bocca può contenere. Se state pensando male, avete interpretato il mio pensiero. Perché io penso ESATTAMENTE quello.
Terzo: tutti vogliono fare la cacca da Paolo. Ma la mamma di Paolo non dice mica niente? Hai voglia, a deodorare le evacuazioni di tutti gli amichetti del figlio.
Alessia Marcuzzi insegna: la stitichezza è donna. Mai un uomo stitico. Al massimo gli uomini hanno il cagotto quando sono in fila alla posta; una scusa come un'altra per mandarci noi donne.
Andrew Howe è pieno di gran belle figliole che gli girano intorno. Ma solo per fregargli la cioccolata. Diciamo che io al loro posto penserei ad altro, ecco. Poi ognuna faccia quel che crede.
Le donne in biancheria intima nera sono delle strafighe che si strusciano in una stanza piena di specchi. Cristo, quante di noi hanno così tanti specchi in un tugurio di stanza del genere? Forse non sono figa a sufficienza per capirlo, anzi di sicuro.
C'è gente che si applica del mastice sulla schiena e si appiccica ai tram per dire che fantastico conto in banca abbiano. Ma di notte vanno in deposito, o si staccano per tornare il giorno dopo? Non hanno una moglie gelosa del tram? Ma fanno sempre la stessa tratta o ogni tanto variano? Non ci dormo la notte.
C'è invece il presidente di un'altra banca che disegna cerchi nella sabbia. Cerchi su cerchi. Un insoluto con i diagrammi di Venn. Una terza elementare disastrosa, rovinata dalla matematica e da insiemi che non si intersecano a dovere. E questo ha una BANCA, tipo.
Ci sono carte igieniche che sono come i rotoli di ciccia di Platinette: non finiscono mai. Per la gioia della Marcuzzi e delle sue amiche che mangiano quintalate di yogurt. E dei tizi in fila alla posta.
C'è gente che dalla vita non vuole altro che lo sgroppino dopo cena. Tocca dire che, in un mondo dove la fanno da padrone la crisi economica/politica/sociale/giovanile, accontentarsi dell'amaro è un gran vantaggio. Chissenefrega dell'antico vaso che va portato in salvo, io voglio l'ammazzacaffè.
Ci sono donne che, quando mestruate, sentono l'esigenza di fare le cose più idiote, tipo la ruota per un provino da vj. E si preoccupano per le conseguenze. Che accidenti di gittata hai, di grazia? Vuoi dirmi che riusciresti a riverniciare il soffitto? Non lo voglio sapere.
Se le donne in questione sono invece premestruate, il loro collega colpevolmente maschio deve munirsi di qualsivoglia intruglio medico per calmare loro i nervi. La volontà di devastazione ci colpisce tutte, si sa. Una volta al mese vogliamo uccidere. Ma lo sapete una cosa? A NOI STA BENISSIMO. Abbiamo un'ottima scusa per trattare male chiunque. Siamo giustificate, stiamo per avere il ciclo.
Restando in ambito di medicinali, scopriamo che dentro alle pastiglie di antinfiammatorio c'è un bel ragazzone vestito di bianco, che ci illustra su uno schermo iper-tecnologico i prodigi di un principio attivo che, a onor del vero, di innovativo non ha proprio niente. A me fa impressione pensare che dentro alla mia pastiglia ci sia un uomo. A voi no? Mi sa di cannibalismo. Ah, e ha le mani molto più curate delle mie, oltretutto. No, ma dove te la fai la manicure? Ti prego, dimmelo, sono invidiosa.

Potrei andare ancora avanti, ma anche no. Dai, vi risparmio.

Canzone del giorno: Umbrella nella cover dei Vanilla Sky... Vi prego, guardate il video!
http://www.youtube.com/watch?v=TvC6VS4Np4U

lunedì 7 novembre 2011

Visite on the road e Infanzia anni '90: let's rock!

... Fu così che iniziarono ad arrivare le prime visualizzazioni dall'India. Mi chiedo come diamine facciano ad arrivare al mio blog. No, sul serio, come? E il fatto che qualche visualizzazione venga da un sito che si chiama mysexy.tk non mi lascia tranquilla. Volevo dire a quelli che vengono da là, che questo non è un blog di racconti porno. Ma neanche un filino osè, proprio. Risparmiatevi la fatica e andate direttamente su YouPorn. Dai, andateci! Non serve che vi metta il link, se vi ho inquadrato bene lo sapete già. Non venite a fare i santarellini, su...

Torniamo ai cartoni anni '90? Torniamo ai cartoni anni '90. Mio giovane e post-adolescenziale target, andiamo! Perché non avete avuto un'infanzia anni '90 se non avete mai visto il cartone che ci ha insegnato che i cantanti rock hanno dei capelli osceni: Kiss me Licia! Sappiamo tutti che un giorno di pioggia Andrea e Giuliano incontrano Licia per caso, come dimenticarlo? Ah, Giuliano, idolo... Tra l'altro ho scoperto che nella versione originale dell'anime non parlava. Delusione made in Japan. Cosa glieli facevano a fare allora, quei primi piani eterni? A far notare la sfumatura di arancione del pelo o quanto fossero stati disegnati bene gli occhi? O era in Italia che mettevano il fermoimmagine? Bah.
Il dramma serio di questo cartone è che ha fornito a tonnellate di infanti la loro prima definizione di rock. Perché PARE che i Bee Hive fossero rock. Capito che disastro? Mi ci è voluto un tot per capire che il rock è un tantinello diverso. Ma andiamo con ordine e guardiamo prima il look di 'sti manzi disossati partendo da Mirko. La prima cosa che salta all'occhio sono ovviamente i capelli. Lì toccava dare ragione a Marrabbio, erano inguardabili, biondi col ciuffo rosso. Roba da denunciare il parrucchiere per lesa virilità. Se le tinte le fai con la Coloreria italiana che ti è avanzata da quando hai tinto i jeans, e fatalità li hai tinti di due colori, i risultati sono questi. Però faceva tanto tanto alternativo e a noi bambine piaceva lo stesso. L'outfit d'ordinanza prevedeva maglietta, chiodo, e dei jeans talmente attillati che il reato di lesa virilità forse non è più imputabile al parrucchiere; lì la situazione era compromessa già da prima. Ma ora arriviamo al top: il look da esibizione. Che uno si aspetta un tripudio di borchie, pantaloni di pelle, vestiti neri di tutte le forme e misure. E invece no. Il buon Mirko alternava completi leopardati a mise glitterate abbinate a fascette per capelli coordinate. Fino ad arrivare a "the ultimate outfit", il non plus ultra, che le foto dimostrano essere rimasto in auge ancora per troppo tempo. Signore e signori, è il momento di "trova le differenze":

(mi scuso per la scarsa qualità della foto di sinistra, non ho proprio trovato di meglio). Quindi la Britney è la figlia artistica di un Bee Hive. Si spiegano tantissime cose. Veramente tante.

Dicevamo che hanno sempre tentato di farci credere che Mirko, Satomi e il resto della Gang del bosco fossero rock. Allora, cosa ti aspetti da un gruppo rock? Almeno almeno un po' di chitarra elettrica, basso e batteria, ma proprio a voler semplificare in maniera estrema. Ecco, qui... No. In effetti l'abbigliamento fa già presagire il peggio. E presagiamo bene. Le hit di cui si fregiava il gruppo erano tre, o almeno io non ne ricordo altre. Canzoni scusabili solo dal fatto che il target era composto da bambini; anche se abituare male i bambini fin da piccoli porta poi a Britney e Tiziani Ferri vari. Dicevamo, le hit erano:
- Baby http://www.youtube.com/watch?v=eH9-Xu_lT1w
- Baby I love you (la fantasia per i titoli si spreca) http://www.youtube.com/watch?v=CkNMDdDbZtk&feature=related
- Freeway (che ha pure un video ufficiale... No, per dire) http://www.youtube.com/watch?v=n1XYkYs9zOo&feature=related

Roba che neanche all'oratorio con don Antonio le si cantava. Mielose in modo imbarazzante, tanto quanto la trama. Anche se in certe parti il testo lasciava spazio ad equivoci, tocca dire... Ad esempio Freeway inizia con un "Io con te vorrei esser già sull'autostrada". Ecco, Mirko... Se una ragazza la trovi in autostrada non è il caso che tu la faccia conoscere ad Andrea. Se invece ce la porti tu, sappi che con 'sta canzone ti sei giocato la copertura e ti abbiamo beccato: in italiano si dice "protettore", mi pare.
Morale: con che concetto di rock siamo cresciuti? Che definizione ne potevamo dare, illo tempore? "Il rock è quella musica tanto tanto romantica e dolce che si dedica alle morosette, ma solo se sei vestito da Platinette magro". Turbe psichiche a non finire.

Quello che si deduce da questo cartone, inoltre, è l'insoluto conflitto tra il disegnatore (che era pure molto bravo, specie se lo paragoniamo ad altri...) e la categoria dei parrucchieri. Secondo me, da piccolo ce lo portavano con la coercizione. Rasatura coatta dello scalpo. Oppure, tanto per ridere, mastro forbici gli avrà fatto i capelli viola. Un bambino coi capelli viola. Magari con le meches fuxia. Non si spiega altrimenti perché Mirko abbia i capelli su cui abbiamo già ampiamente discusso e Satomi i boccoloni lilla. Lilla, altro colore che urla "macho". Cristo. Ah, e pure Licia non si risparmia: avete mai notato che nel cartone ha i capelli castani ma nella sigla è bionda? Va a sapere.

... Sarà così, ma a me Mirko piaceva tanto lo stesso.

Canzone del giorno: Almeno tu nell'universo, Mia Martini. Non c'è bisogno di ulteriori presentazioni
http://www.youtube.com/watch?v=doiwVoV4-hY

domenica 6 novembre 2011

Fan di Grey's anatomy, astenersi

Viviamo in un mondo strano. In cui si può essere contenti per un po' di shopping riuscito, ma si può morire di pioggia. Dove c'è crisi, ma c'è chi dice che i ristoranti sono pieni. Dove puoi andare in lungo e in largo con relativa facilità, ma basta una persona a legarti per sempre a un solo posto. Dove non ti accorgi che col passare del tempo accumuli quelli che un giorno chiamerai "ricordi", ma che ti pioveranno addosso senza preavviso. Dove puoi essere serio e faceto allo stesso tempo, ma anche nessuno dei due. Dove possono capitare cose giuste, ma tante volte no. Dove i fatti contano, ma anche le opinioni. Dove puoi essere un re, ma anche un reietto.

Potrei andare avanti per ore, ma sforerei nella filosofia spicciola. Ecco, parliamo di filosofia: in passato c'erano filosofi degni di questo nome, tipo Seneca, Platone, Kant, Kierkegaard, Hegel, Schopenhauer eccetera. Ora a chi è affidata la filosofia? Perché non venite a dirmi che conoscete qualcuno che alla domanda "cosa fai nella vita" ti risponde "il filosofo". I filosofi si sono estinti come i dinosauri, e dubito che Spielberg creerà un film ad hoc che ci proponga in parco tematico in cui saranno redivivi, a mò di Jurassic Park. La verità è che la filosofia, negli ultimi anni, è stata affidata a loro: i telefilm. Meglio se medici, tipo Grey's anatomy (che personalmente odio). A ogni puntata ci viene propinata la perla di turno (perla di saggezza o perla di gutalax? A voi stabilirlo), a volte più di una. Oh che culo. La verità è che in 'sti telefilm succedono delle robe che mai vedremo nella vita (tipo gente infilzata insieme da un lunghissimo tubo di metallo, e solo uno si può salvare), e su cui quindi non saremmo portati a riflettere; quindi appena ci sciolinano un'opinione ben formulata ci caschiamo come degli allocchi. In un "oooooh!" generalizzato e un po' boccalone. Oppure, e a essere onesta è la maggior parte dei casi, sono solo luoghi comuni camuffati più o meno bene. Facciamo degli esempi by Meredith? Via!
- "puoi sprecare la tua vita a tracciare confini, oppure puoi decidere di vivere superandoli. Ma ci sono dei confini che è decisamente troppo pericoloso valicare. Però una cosa la so: se sei disposto a correre il rischio, la vita dall'altra parte è spettacolare". No, Meredith, seriamente, l'hai trovata sui baci Perugina questa? Su Topolino? Su un libro di Moccia? Se è lui a scriverti i dialoghi, si spiegano molte cose.
- "ci sono cose dalle quali non si sfugge e altre che semplicemente non si vogliono sapere". Secondo me se avessi voluto dire qualcosa di più banale non ci saresti riuscita. Non ho altro da aggiungere. Anzi si, ma non è il caso che lo scriva.
- "forse ci piace soffrire. Forse è proprio nella nostra natura". Forse è proprio nella TUA, bellezza. Tra prendermi a martellate un mignolo e uscire beata per una passeggiata, secondo te cosa sceglierei? Tra prendermi a martellate un mignolo e ascoltare i tuoi cliché... Beh, è già una domanda più difficile.
- "quello che la gente tende a dimenticare è quanto ci si senta bene quando ci si libera di un segreto". Meno male che ci sei tu a ricordarcelo, guarda. Come potremmo sopravvivere senza l'illuminazione divina a cui ci permetti di accedere tramite la tua saggezza cosmica? Probabilmente, sopravviveremmo... Ma io la butto là come AZZARDATISSIMA ipotesi.
- "il dolore ti colpisce in tutte le sue forme". No, ma... Hai mai pensato di darti all'alcol? Secondo me il dolore per qualche ora te lo allevia.
- "forse non siamo destinati a essere felici". Continui sull'allegro, eh? La soluzione che ti propongo è la stessa del commento precedente. Non si sa mai che ti si veda sorridere (o hai paura delle rughe?).

Mi chiedo come faccia questa cosa a funzionare, è quasi più misterioso del contenuto della scatola cranica dei partecipanti a "tamarreide" (manca la maiuscola, e non è un caso). Mi fermo qui, anche se ho citato SOLO le prime due serie. Mi va il cervello in torta, se continuo. Fan di Meredith, non odiatemi. Non odiatemi troppo, ecco. Se vi consola, questo post non mi ha dato grandi soddisfazioni nello scriverlo.

Canzone del giorno: Paint it black, versione degli Helloween