lunedì 25 agosto 2014

Il ritorno dalle ferie - una tragedia annunciata

Ok, parliamone. Dopo tre settimane di ozio e sollazzo e ancora ozio, la realtà mi ha bellamente travolta come un tir. E io sono come una nutria, piantata lì in mezzo alla strada, che fissa il tir senza riuscire a muoversi, sapendo che verrà travolta. SPLAT. Ebbene sì, sono tornata al "lavoro", se un dottorato può così essere definito. E non ne sono del tutto convinta - non verso mica i contributi, insomma. Per carità, mettiamoci a posto la coscienza dicendo "eh vabbè meglio il trauma da rientro piuttosto che non avere affatto un lavoro", ma minchia. Facciamo la conta dei danni:
- sonno infinito già alle 9 di sera, a cui associare della simpatica insonnia;
- lentezza totale nel fare quello che prima delle ferie facevi in scioltezza. Come, non so, fare un ragionamento coerente;
- scadenze. Scadenze OVUNQUE. E correlata ansia;
- sono parecchio convinta che mi siano anche aumentate le doppie punte. Lo so, lo so. Non fatevi domande.
E' terribile.
Anche perché ho cominciato questo post mezz'ora fa e sono ancora a questo punto. Facciamo che vado a dormire anche se è presto prestissimo.

Ma perché di lavoro non faccio il free hugs? Ah già, perché non mi pagano.

Canzone del giorno: Sheena is a punk rocker, Ramones

giovedì 21 agosto 2014

Vecchiaia e (discutibili) rimedi

Non so voi, ma io inizio a sentirmi vecchia. Tra un mesetto scarso annovererò un'ulteriore primavera alle 26 che già mi porto dietro, ma non è quello. Che poi 27 anni non sono tantissimi, è pure un bel numero, dispari, multiplo di 9 così facciamo contentone pure Dante che 'sta fissa un po' ce l'aveva, quindi ok. Il problema è che CI HO I CEDIMENTI. L'egregia Sig.ra Natura, dall'alto della sua millenaria esperienza, deve aver così decretato: "giubilo e sollazzo, ma solo fino al primo lustro che segue il vigesimo anno (la Natura me l'immagino parlare forbito&pretenzioso, ndr). Dal secondo innanzi, decadimento fisico, lentezza morale e mentale, e pure un principio di rughe. Ma i brufoli dell'adolescenza te li tieni ancora per un po', tiè".

Stronza.

Quello che voglio dire è che non ho proprio più la resistenza di una volta. Nel PRIMA, bastava poco sonno, cibo a caso, e l'energia non mancava mai, neanche se non mi serviva. Nel DOPO, beh. Sbrodolo. Fiacchezza totale. Fare una salita a piedi chiede l'ausilio dei Vigili del Fuoco o, in loro mancanza, delle Guardie Svizzere (che sono sicura non abbiano tutto 'sto daffare, che lo Stato a cui badano è piccino picciò e il Papa ci ha i BODIGARD). Un disastro. E dormo poco e male, come i vecchi che devono andare a zappare l'orto la mattina presto, ma io mica ce l'ho, l'orto. Per quanto mi riguarda, dove non c'è cemento c'è diffidenza. E ho la pelle secca a chiazze. Io, tronfia portatrice di pelle mista da anni, ora ho le zone secche. Quindi lo scaffale delle creme dell'Auchan lo dovrei svuotare per soddisfare tutti i tipi di pelle che da sola mi porto dietro, lo capite da voi. Un dramma. E poi se faccio colazione troppo tardi mi viene il vomitino. Cielo, ho sempre trangugiato la qualunque a qualunque ora, e adesso devo starmene col cuscino sulla pancia e il Geffer a portata se mi azzardo a fare colazione troppo tardi. O a bere caffè senza mangiare niente, che poi mi viene l'acidità di stomaco. E dato che di caffè ci campo, immaginate come possa essere la mia forma fisica. Tonda, ecco com'è.

Cheppalle.

Quindi che si fa? Si cerca di metterci una pezza. Tante, tantissime pezze per tutte le magagnette che messe insieme formano quella che mi piace chiamare la DECADANCE (un po' Francia, un po' unz unz). E la disperazione ti porta a cercare rimedio pure in internet, hai visto mai. Il problema è che poi incappi in 'sta roba qua: il reggifaccia.

Sia giuoia in tutto il regno!

In pratica si tratta di una fascia di silicone che tu te la agganci alla testa e poi ci fai la ginnastichina. Così non ti vengono le rughe e la faccia ti rimane alta. Ne deduco che la vecchiaia sia tutta un problema di altezza di faccia, allora. Com'è che non si usa la domanda "quanto è alta la tua faccia?" invece di "quanti anni hai?", rimane un mistero. Certo che se hai il muso di un carlino, pelo a parte (si spera), dubito che 'sta museruola ti renda tonico come un cucciolo di jack russel. C'è già compromissione. Ma se vi date pena di sfogliare le foto, troverete un sacco di altre amenità che promettono di rendervi più forti contro gli anni. Non quelli d'oro del grande Real, di Happy Days e di Ralph Malph (cit.), ma quelli che incombono sulla vostra faccia, sonori e impietosi. A me piace da impazzire quella specie di passamontagna da urlo di Munch color salmone. E se volete farmi un regalo per il mio compleanno, sappiate che voglio quello. Tantissimo, proprio.

Canzone del giorno: sigla finale di un telefilm che mi sono trovata a guardare abbastanza a casaccio, Haven end theme. Malinconica, facilona e bella.

mercoledì 6 agosto 2014

Quando la sveglia ti sollazza

Allora, magari sto per fare una figuraccia. Magari voi lo sapete già tutti e io sono Nostra Signora delle Sprovvedute. Però vi giuro che non ne conoscevo l'esistenza. Se voi invece si, per favore, fate finta di niente. Abbiate pietà. Ricordatevi che sono un'ingenuotta da Rovigo, insomma. Non è che potete pretendere. Ma non distruggete il mio fragile ego di sempliciotta, che poi ci resto male, e accogliete con gioioso slancio l'esistenza di Wake up Vibe, La sveglia a suon di orgasmo.

Ok, magari i più accorti di voi già la conoscevano, e mi canzoneranno. Accorti soggetti, io vi esecro. Vi moralizzo. Vi faccio "tò tò" col dito (scegliete voi quale). Se la conoscevate e scegliete di non prendermi in giro, vi voglio bene. Benissimo. Se non la conoscevate proprio, vi educherò io, non preoccupatevi.

L'articoletto di FunWeek non dice un granché, ma i figli di StaiBene non possono che grondare fuffa tanto quanto il notorio progenitore. Pertanto, vi rimando al sito ufficiale dell'oggettino in questione. Aspetto ergonomico e discreto, questo affare promette di svegliare le pulzelle in maniera particolarmente piacevole la mattina, a patto che se lo caccino nelle mutande la sera precedente. Le dimensioni dell'oggettino non sono ben intuibili - e non ditemi che NON SONO IMPORTANTI che ormai non ci crede più nessuno - ma tant'è. Un coso che sembra un ibrido tra un grosso apostrofo e un iPod di quelli più vecchi, ma che promette soddisfazioni. Almeno stando al languore che viene (felice scelta verbale) discretamente propugnato dalla signorina dello spot promozionale (sezione "the product" del sito). In pratica, tu lo programmi, te lo metti nelle mutande e dormi. E la mattina, gioia e tripudio! Squillino le trombe (felice scelta strumentale)! Sollazzo (felice scelta di rima)! Tanti tanti evviva! Questo ammennicolo vanta sei livelli di intensità vibratoria, così una può pure scegliere. Infoiata pazzesca? Basta il livello 1 (o un esorcismo, vedete voi). Donna che non si ricorda neanche più come è strutturata l'apparecchiatura di bassa manovalanza? Livello 6, e una pacchetta di incoraggiamento sulla spalla.
... Ma... Ecco... Siamo sicuri che resti al suo posto tutta la notte? No perché secondo me si toglie che è un attimo. Sottile così, poi... Per carità, poi dipende dalla morfologia del donnino in questione. Dall'importanza e dalla portanza. Ma non dilunghiamoci su questo punto, che poi crollare nel volgare è un attimo e noi siamo personcine dabbene, posate e delicate, giusto cielo! (ricordo comunque a tutta l'utenza che il termine per l'iscrizione alla gara di rutti è scaduto)
In realtà era questo il mio unico dubbio sulla bontà dell'arnese, che ci tengono a dire essere disponibile in tre graziosi colori. Onestamente, però, non mi aspetto che venga usato al solo scopo di sveglia, ecco. Anche perché 40 dollari non sono tantissimi, ma tanto vale farli fruttare a dovere.
Per il resto, ficchiamoci nelle mutande quello che più ci aggrada e stiamo contentoni!

Canzone del giorno: Non mi ami, Giorgia