mercoledì 29 febbraio 2012

Gran giornata

Piedi che pulsano, occhi che bruciano, palpebre che calano. Giornata di quelle campali. E che ho adorato. E che avrei voluto continuasse, anche se prima o poi le cose finiscono. Ma l'aver sentito alla radio The riddle di Nik Kershaw sulla via del ritorno mi è sembrata la conclusione migliore (anche se l'ultima volta che mi è capitato è arrivata la febbre...) a una giornata che ha visto tante cose belle. Tante soddisfazioni, meritati riconoscimenti, passeggiate nel sole di fine febbraio, shopping. Primo gelato della stagione. Affetto. Adoro. Soddisfazione per interposta persona, tipo. E domani, beh... Si comincia davvero, spero di esserne in grado. Chissà se riuscirò a spazientire l'inspazientibile, a far bestemmiare il cattolico. Spero di no ma si accettano scommesse. Dolcezza e affetto oggi. Dinamismo e ignoto domani. Speriamo bene...

Alla faccia che non dovevo più fare post personali.

Canzone del giorno: Sweet child o' mine, Guns n' roses
http://www.youtube.com/watch?v=1w7OgIMMRc4&ob=av2n

martedì 28 febbraio 2012

Luoghi comuni, again

I luoghi comuni si stanno rivelando un tema che mi dà molto da pensare. Sarà che il più delle volte sono insensati. Adoro.
Chi si somiglia si piglia. Ma gli opposti si attraggono. Chi vince? Eh? Il signor Luoghi Comuni mi può dare una risposta? Non ci dormo la notte.
Il troppo stroppia. Ma meglio fare invidia che pietà. Anche queste due fanno a cazzotti. Poi ci credo che i luoghi comuni continuano ad esistere: per ognuno di essi c'è il suo contrario. Quindi hanno sempre ragione, per forza.
A Natale siamo tutti più buoni. 'Sti cazzi, io le feste le odio. E poi perché dovremmo essere buoni a gratis scusa? Cosa ci guadagno a fare la gentile con dei bambini chiassosi e viziati fino al midollo? O a compatire chi per tutto il resto dell'anno non sopporto? Andiamo. Perché?
Una volta i cibi erano più sani. Ma io digerisco anche i sassi. Ecco, appunto.
L'amore prima o poi arriva. Ma l'amore con la A maiuscola non esiste più. Facciamo pace col cervello per favore?
Pensa ai bambini del terzo mondo che muoiono di fame. Ecco, ditelo ai bambini chiassosi e viziatissimi di cui sopra, vediamo se vi danno ragione o vi tirano dietro l'intera casa di Polly Pocket.
Non è tanto il caldo, quanto l'umido. Ma non fa freddo, è umido. Quello che se ne deduce è che, estate o inverno che ia, l'umido è una gran rottura di coglioni. E ve lo dice una che di umido ne sa a pacchi, quasi quanto Benedetta Parodi di cucina spicciola.
Sono i tempi che sono cambiati, non i giovani. Ma i giovani d'oggi sono degli irresponsabili. Va da se che ci stiamo adattando al mondo dei tempi d'oggi, che è quindi un mondo irresponsabile. E il mondo chi l'ha fatto? Quelli venuti prima di noi. Vecchi, prendetevela con coi stessi.
I brasiliani son tutti ballerini. Gli svizzeri sono puntuali. I francesi tengono le baguette sotto l'ascella. Le olandesi portano gli zoccoli di legno. Gli spagnoli mangiano tardi. Gli inglesi non hanno umorismo. Non c'è che dire, i luoghi comuni hanno un pensiero buono per tutti.
Ormai le piogge sono acide. E anche svariate amiche mie. E pure io, via.
Il cemento avanza. E che facciamo, lo buttiamo via? (pessima ma avevo voglia di dirla)

Canzone del giorno: Io non lascio traccia, Negramaro
http://www.youtube.com/watch?v=8uEPD5Mou-E

domenica 26 febbraio 2012

Luoghi comuni

Mi è venuto in mente che un buon argomento per un post sarebbero potuti essere i luoghi comuni. Cosa sono i luoghi comuni? Concetti il più delle volte fuorvianti. Già il nome è fuorviante. "Luoghi comuni" non dovrebbe voler dire "panzane qualunquiste". Un luogo comune dovrebbe essere una piazza o un centro commerciale, posti fisici dove possono andare molte persone. Un luogo comune. E invece vuol dire tutt'altro. Fuorviante, appunto. Come il concetto. Coerente nella sua incoerenza.
Sugli italiani i luoghi comuni si sprecano. Pizza e mandolino. Brava gente. Sopranos. Mafia e spaghetti. Secondo i luoghi comuni, oltretutto, ho l'aspetto di un'inglese. Pallida, emaciata, capelli e occhi chiari. E tendenza alle guance rosse. E, ahimè, al naso rosso. All'estero sembra che pensino che siamo tutti alti un metro e un toast, mori, occhi scuri e carnagione anche. Con una particolare propensione alle forme. L'unica forma a cui propendo è una sfera. Ma nella mia totalità, eh.
Non ci sono più le mezze stagioni. E questo è anche vero. Dalla Russia apprendo che nel 2014 inizierà un calo di temperature che porterà alla glaciazione nel 2050. Che culo. Proprio oggi che, temporalone a parte, si iniziava a sperare nella primavera. Eh vabbè, almeno ci conserviamo come si deve. Come i bastoncini di pesce.
Non ci sono più i giovani di una volta. E' vero, non siamo più in bianco e nero e molti di noi non sanno scuoiare un maiale. Cose che capitano.
Donna al volante, pericolo costante. Se la donna sono io, si. E il fatto che la frase faccia rima indica un certo grado di verità, per forza. Se fa rima dev'essere vero.
Si nasce incendiari, si finisce da pompieri. Questa l'ha detta pure Ligabue. Quindi, ragionevolmente, tendo a non crederci.
Gianni Morandi non invecchia mai. E' verissimo. La settimana scorsa ne abbiamo avuto prova. Prendeva qualche anno quando parlava Celentano, mai poi basta.
Se il pancione è a punta, sarà un maschio. Certo. Se è basso sarà femmina, e se è a bozzi sarà un troll.
Una volta le verdure avevano un altro sapore. D'altronde, qui una volta era tutta campagna...
Anno bisesto, anno funesto. Vi so dire il 29. La rima però mi fa temere il peggio.
Il mattone è sempre un buon investimento. Specie lì, dove prima era tutta campagna.
Venezia è bella ma non ci abiterei. Anche perché prima della laguna era tutta campagna e la cosa mi secca.

Canzone del giorno: Take on me, A-ha
http://www.youtube.com/watch?v=L2Pe5l06ydk

sabato 25 febbraio 2012

Infanzia anni '90... Attacco!

Già vi parlai di Holly e Benji, imprescindibili fuoriclasse del calcio nipponico che almeno nella fantasia fanno vincere i mondiali al Giappone. Esiste, e lo sapete, anche il loro corrispettivo pallavolistico. Dai, lo sapete. Non servirebbe neanche dirvelo: Mila e Shiro.

La sigla ad ultrasuoni ci presenta subito lei, la protagonista. Secondo me il suo nome, visto il colore di capelli, è una citazione di Milva. Fosse stato un cartone anni 2000, probabilmente il suo nome sarebbe stato una citazione a Noemi. O tempora, o mores. Comunque, questa tizia si rivela un'inetta con l'unico talento di parare il culo al fratellino quando fa pipì in mezzo al campo di pallavolo della scuola. E di avere una cugina strabrava a pallavolo, una certa Mimì. Ma è proprio la Mimì di "Mimì e la nazionale di pallavolo"? Me lo sono sempre chiesta, e con scarso successo. Fatto sta che si scopre che 'sta rossa è un diamante grezzo della pallavolo, che evolverà verso l'infinito ed oltre. Il suo comprimario è Shiro, pallavolista teorico. Nel senso che dicono sia un giocatore di pallavolo, ma lo si vede giocare si e no in una puntata. E di 'sto gran campione Mila è innamorata persa, mentre lui sembra non incularsela di pezza. Oltretutto lo si vede pochissimo. Come fai a innamorarti di uno che non c'è mai? Che praticamente vedi solo nella tua testa? Uhm, forse sarebbe da chiedere alle fan di Justin Bieber.
Una delle caratteristiche comuni a Mila e Shiro e a Holly e Benji, oltre ad avere due nomi nel titolo che mi incasinano a scriverli vicini perché mi viene da mescolarli, è la forma che la palla assume quando viene colpita:

Ovale. Signori miei, la palla è ovale. Che diamine di forza hanno, 'sti due? Ma cosa mangiano in Giappone? Ma li dopano dagli 8 anni in su? Io ho passato tutta l'infanzia a cercare di imprimere al SuperTele una forza tale da farlo diventare ovale. E non ci sono mai riuscita. Per vedere un pallone ovale me ne sarei dovuta comprare uno da rugby. Infanzia distrutta. Distrutta anche dagli improbabili colori di capelli di Mila, Kaori e soprattutto Nami. Capelli blu. Capelli che qualche anno dopo avrebbero contagiato pure Sailor Mercury. Perché blu? Perchéééééé?
E poi: in entrambi gli anime, stadi pieni. Giocano dei bambini, e c'è lo stesso pubblico che all'Olimpico va a vedere il derby. Roba da matti. E pure con delle tifoserie agguerritissime. E i radiocronisti. Cielo, i radiocronisti. Ma chi vuoi che se le caghi, le partite delle medie? Ma che pubblico c'è in Giappone? Ok, sono in millemila milioni quindi va da se che qualunque cosa fa un po' di ascolti, perfino io che ballo la bachata da sola, ma porca zozza. Beh, c'è da dire che se gli spalti sono così pieni magari è un genere che piace.
Cosa che manca a Holly e Benji è Daimon, l'allenatore col bastone. In Italia conosciamo l'allenatore nel pallone, ma questo non è il blog di Lino Banfi. Daimon è colui che non vorremmo mai come vicino di casa, che alle riunioni di condominio spacca le balle e che fresa l'orto a sprangate. I fendenti che mollava col suo bastone di bambù mi facevano incazzare, e penare per chi li riceveva. Da piccola avevo pietà perfino per le cose finte; adesso, neanche per quelle vere. Sovraesposizione da Daimon? Può essere benissimo. Grazie per avermi resa insensibile, infanzia anni '90.
... Ma poi voi avete mai capito cosa dicesse Mila quando schiacciava? Io capivo "attà", ma sono stata lungamente coglionata per questo. Diceva "attacco"? Voi lo sapete? Se potete, toglietemi il dubbio, grazie.

Poco tempo fa hanno proposto il seguito di Mila e Shiro: "il sogno continua". E dopo averne vista qualche puntata, posso dire che la qualità è rimasta un sogno. Pessima realizzazione grafica e Mila ha la stazza della preside di "Matilda 6 mitica". Potevano fare a meno, ecco.

Canzone del giorno: Pretty, About Wayne
http://www.youtube.com/watch?v=hB_qsbEVuGY

venerdì 24 febbraio 2012

Cervello col turbo #2

Come promesso, rieccomi qui a concludere i commenti su un altro di quegli articoli di cui tutti sentiamo la stringente necessità. E anche di questi commenti si sente proprio tanto la necessità in effetti. No, non ringraziatemi. Non fiori ma opere di bene. Minchia, oggi si vola alto con l’autostima. “10 modi per mettere il turbo al cervello”: http://staibene.libero.it/libero_articolo_cornice.asp?id=225086&newarc=1&AREA=salute

6) Gioca con la tua memoria
… e non si tratta di nasconderla e poi tentare di ritrovarla. Niente nascondino, signori. Qui siamo a un livello 2.0. Mica cotica. Messer Gary Small, da L.A. con furore, ci insegna tre giochini simpatici per tenere allenata la mente:
- al supermercato calcolare a mente quanto si sta spendendo e poi, alla cassa, confrontare il calcolo con lo scontrino;
- osservare per un minuto un elenco di 10 parole, distrarsi per 20 minuti, poi cercare di riscrivere le 10 parole;
- cercare di ricordare a memoria la lista della spesa, ricordandola ad intervalli di 10 minuti.
Che gran divertimento. Penso che avrei più entusiasmo nel fare la fila alla posta, coi vecchietti gagliardi che tentano di passarti davanti in virtù del loro bastone da passeggio: se proprio non ti intenerisce, te lo possono dare sugli stinchi. Che poi ingigantire la mia memoria coi consigli di uno che di cognome fa Small mi lascia un tantinello perplessa. E il pregiudizio diventa realtà quando si leggono ‘sti punti, specie quello del supermercato. Se la spesa la fate di sabato vi accorgerete che non avrete molto tempo da perdere nel fare giochini di calcolo, perché sarete impegnati a schivare il milione e mezzo di persone che, come voi, la spesa la fa di sabato. O a tendere loro agguati perché non si portino via l’ultimo sacchetto di Pan di Stelle, o attendere trepidanti il momento in cui si schiodano da davanti lo scaffale che serve a voi. Uhm. Forse la spesa merita un post a parte. Forse.

7) Videogioca!
Non “videogioca” ma “videogioca!”. Il punto esclamativo rivoluziona totalmente il concetto. Si vede che a New York alla punteggiatura ci tengono. Per anni ci hanno detto che i videogiochi mandano il cervello in pappa e ora ci vengono a dire che fanno benissimo. Per lo stesso motivo io smetterò di mangiare qualsivoglia cibo ritenuto sano, perché un domani mi diranno che fa malissimo. Ca va sans dire. Amici, fate pace col cervello.

8) Non fare vacanze troppo lunghe
In tempi come questi, le vacanze troppo lunghe sono proprio un problemone. Certo, siamo tutti a Honolulu a sorseggiare cocktail analcolici alla frutta, guarda. E quanti! La sola Papozze dà l’intero reddito annuale dell’Alpitour.
… Siamo seri.

9) Fai un pisolino
Le nanne piacciono sempre, eh. Ma qui si parla di pisolini di 6 minuti. Sei. Neanche il tempo di addormentarsi. Non so se è solo un mio problema, ma dormire meno di otto ore mi fa svegliare più rincoglionita di prima. Anche adesso, per esempio, ho un gran sonnzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz… zzzzzzzzz…

10) Parla tante lingue straniere
Posso anche parlarle, basta che accettino il fatto che le sbaglierei tutte.

Allora, non vi sentite già più intelligenti?

Canzone del giorno: One feeling, Dommin
http://www.youtube.com/watch?v=tN91QjgezlI

giovedì 23 febbraio 2012

Cervello col turbo #1

C’è una cosa che non capisco. Che proprio mi sfugge. Beh, non solo una, a onor del vero. Copiose. Sarà che non uso a sufficienza il mio cervello? Uhm, cosa posso fare per rimediare? StaiBene, dimmelo tu! “10 modi per mettere il turbo al cervello”: http://staibene.libero.it/libero_articolo_cornice.asp?id=225086&newarc=1&AREA=salute

Il turbo. Il turbo al cervello. Ma capite? Capite a cosa siamo di fronte? A una rubrica che deve essere per forza vera, se può avere il coraggio di dire senza paura “il turbo” nel 2012. StaiBene è il rifugio delle blogger indecise e di coloro che credono a quello che dice. Adoro adoro adoro. Meno male che c’è. Vediamo quindi questo decalogo, e confidiamo nella sua saggezza. Perché già l’immagine di apertura promette benissimo.

1) Fai il pieno di acido folico
Quindi mangiate fagioli e fegato. Chissà che mente giovane hanno Bud Spencer e Terence Hill. E io che pensavo che il loro talento fossero i pugni. Sciocca sciocca Valeria.
E comunque, tanti fagioli=tanto cervello. Quindi tante puzzette=tanto cervello. Ho fatto le superiori con dei gran cervelloni e non lo sapevo. Neanche la società lo sa. A questo punto, neanche loro.

2) Fai tanta ginnastica
Ad Harvard dicono che fare ginnastica fa aumentare “la capacità di concentrarsi, di memorizzare e di fare più cose contemporaneamente”. Cioè ti fa diventare una donna. E se sei già una donna, ti fa venire almeno un bel sedere. Cosa di cui di solito gli uomini non necessitano in maniera stringente. Tutto sommato, la ginnastica fa bene a tutti, in un modo o nell’altro. Specie al titolare della palestra.

3) Non seguire diete troppo rigorose
Personalmente ho il problema opposto, ma magari qualche fanatico della tisanoreica o della Dukan potrebbe essere interessato. Dai, facciamo un po’ di divulgazione scientifica! In questo senso siete pregati di reperire la sigla di super Quark (per gli schizzinosi: so che ha un titolo e un autore famoso, ma non mi sovviene) e metterla in sottofondo, sennò non rende.
Qui si dice che, oltre a depressione e perdita di autostima, una dieta drastica può ridurre la memoria di almeno il 20%, anche il 30%. Se lo dicono gli inglesi c’è da fidarsi, loro hanno Kate e Pippa (che messe insieme arrivano circa al mio peso). Guardate che quasi un terzo della memoria è tanto. Per esempio: ho messo le chiavi nel cruscotto della macchina, Carlo mi deve 50 euro, mio marito mi ha messo le corna. Ecco, pensate che uno di questi tre concetti ce lo dimenticheremmo, se fossimo a dieta. E non so quale augurarmi.

4) Fai jogging 2-3 volte la settimana
I giapponesi dicono che faccia aumentare l’afflusso di sangue al cervello. In effetti non ho mai visto un giapponese grasso, sarà che corrono per sviluppare TANTISSIMO il loro cervello. Ma questo consiglio non sarebbe dovuto appartenere al punto 2)? Secondo me erano arrivati a 9 consigli ma volevano la cifra tonda, quindi l’hanno scorporato.
E poi correre… bah. Al di là della mia personalissima idiosincrasia verso la corsa, fare jogging significa farti ballonzolare le tette o altro, causarti dolori durante e dopo e ansimare come e più di un maniaco telefonico. Parliamone. Se è tutto questo sbattimento è per ossigenarmi il cervello, non posso mica spararmi dell’aria compressa nelle orecchie? No?

5) Chiacchiera più che puoi
Eccerto, Einstein era pieno di amici. Fisso così. Faceva pure degli spettacolini. E la gente pagava. Non so chi fosse più intrattenitore tra lui e Fermi, guarda. Solo che quando ha dovuto scegliere tra la fisica e il cabaret, sappiamo com’è andata a finire. Con buona pace degli studenti dello scientifico che in quinta si beccano la relatività ristretta, e puntualmente non ci capiscono niente perché in due lezioni a giugno ti si vuole rivoluzionare il mondo come l’hai conosciuto fino ad allora.
Detto questo, conosco qualcuno che ha un cervello su cui dovrebbe pagare l’Ici (o Imu, fate voi) per quanto parla. Gente che non ha bisogno di interlocutori, ma di astanti. Giusto per non far sembrare che parlino da soli. Dei testimoni, in pratica. A volte faccio parte di quest’ultima categoria, e la mia mente vaga verso l’infinito e oltre. Oppure se ne sta lì, ma con la scena di una scimmia che batte i piatti. Tipo Homer, ecco.

Facciamo che i prossimi 5 punti ve li scodello un’altra volta, dai. Già così è sufficiente, sia per me che per voi.

Canzone del giorno: in questi due giorni mi sono fissata un sacco su questa canzone tristissima. Vi avverto, è proprio tanto triste. Dopo tanti anni '80, eccovi Hello degli Evanescence

mercoledì 22 febbraio 2012

Mi stavo dimenticando il titolo

Il rischio di un blog è dimenticare le vere ragioni che dovrebbero farlo stare in piedi, e iniziare a parlare dei cazzi propri. Forse il concetto stesso di blog nasce con l'intento di essere un diario, ma Un blog a caso no (almeno da quando ho sparso in giro il link). Però lo sta diventando. Che sia proprio inevitabile? E' che a volte non o cosa scrivere ma ho voglia di farlo, quindi vi rendo partecipi dei fatti miei. Altre volte lo faccio di proposito, per sfogo. Ma dubito sia giusto. Pubblicarsi in internet è aprirsi a gente a caso. Ne vale la pena? E parlare di se è anche troppo facile. Veramente troppo. E nulla è troppo facile se non l'imbroglio (cit.). La domanda è: sarò in grado di non imbrogliare più? Di parlarvi solo di infanzia anni '90, pubblicità scrause, gruppi musicali e libri? Basteranno gli articoli di StaiBene, che da tempo immemore mi riprometto di lasciar perdere? Ai posteri l'ardua sentenza.

... Tutto questo per non dirvi se oggi è andata bene o no. Anche se la voglia c'è. Vediamo se riesco a essere un po' più riservata.

... Terrò botta si e no due giorni.

Canzone del giorno: Karma chameleon, Culture club
http://www.youtube.com/watch?v=btRpokScYxs

martedì 21 febbraio 2012

Che lo show abbia inizio (?)

Domani potrebbe essere una giornata di quelle importanti. Speriamo vada tutto bene, incrociamo le dita! Se va come deve, potrebbe iniziare quello in cui spero più o meno da settembre... Tanto entusiasmo e una sana paura data dal fatto che dovrei saperne, di quello che vado a fare, ma tra poca memoria, poco senso pratico e un po' di generica inettitudine in realtà... No. Proprio no. Sarò insopportabile, almeno per un po'. Perché poi quando sbaglio mi parte l'embolo, mi dà sui nervi e sclero. E me la prendo con chicchessia. Sono insopportabile, metto le mani avanti con chi avrà a che fare con me. Poveri cari. Non so quante torte vi dovrò fare per rimediare alle mie intemperanze. Dai, sbagliare non piace a nessuno, sbagliare in pubblico anche meno, sbagliare in pubblico in mezzo a gente che invece è competente in quello che fa... Aiutoooooooo! Tenterò di buttarla sul ridere. Farò folklore, probabilmente anche senza volere. Perché quando sono tesa straparlo e non mi fermo più. La sagra della stronzata tout court. E magari inizio a saltellare in giro perché di si. Folklore. Se non altro faccio intrattenimento. Certo, quando non me la prendi con cose/persone/animali/muri. Ira funesta mista a folklore. Bello show. Amici, non vogliatemi male. Mal che vada faccio esplodere il laboratorio, ma vedrò di farlo quando siete distanti, dai.

E in bocca al lupo a me...

Canzone del giorno: Because the night, Patti Smith
http://www.youtube.com/watch?v=M2PzvX2Ipvg

lunedì 20 febbraio 2012

Ovvietà youtubbiche V

Latito. Ebbene si, è vero. Ma pare che il mondo debba ancora parlare di una farfalla, di canzoni infelici che non si proponevano di essere tali, di musica-spettacolo, di una vincitrice che non ricorda i nomi di chi le ha scritto la canzone e li deve leggere sul gobbo. Meno male che c'è Youtube, e meno male che sta venendo fuori qualche video carino in questi giorni. Una delle cose migliori che ho visto (e sto ancora vedendo perché è una serie) è Lost in Google, dei The Jackal. L'originalità sta sia nella trama sia in come è sviluppata: in pratica hanno fatto una puntata zero, in cui  lo sprovveduto protagonista ha cercato Google in Google rimanendovi intrappolato, e poi han detto di lasciare commenti su come si voleva che la storia continuasse. E sono stati usati. In pratica, lo spettatore decide la sceneggiatura di puntata in puntata! Io la trovo una gran figata! Per carità, i commenti non li usano tutti perché sono migliaia su migliaia, e proprio perché la sceneggiatura è così complessa ci mettono un botto a comporre e caricare le puntate, ma vale la pena di aspettare. Anche perché già così la storia è bella, ben recitata, e con una signor regia (se non sbaglio hanno anche curato quella dell'ultimo video dei 99 posse... 'Sti cazzissimi, non sono gli ultimi arrivati); e il fatto di poter decidere cosa sarà dei personaggi... Beh, a me l'idea piace! E le guest star non sono mancate finora, tra Claudio Di Biagio, youtuber di cui vi avevo già parlato illo tempore, e nientemeno che Caparezza. Gagliardi. Gagliardissimi. Guardatevela. Sta per arrivare la terza puntata, daiiiiiiiiii!

Canzone del giorno: Total eclipse of the heart, Bonnie Tyler
http://www.youtube.com/watch?v=Af0p3K42NZw

venerdì 17 febbraio 2012

Associazione d'idee musicali

In questi giorni si fa tanto sproloquiare di musica e parole (che, come dice Noemi, sono solo parole). Ogni tanto mi partono delle strane associazioni di idee tra le canzoni. O meglio, come in un vecchio gioco da camposcuola, penso a tutte le canzoni che contengono una determinata parola. O compongo frasi mettendo in fila i titoli di varie canzoni. Vi capita mai? Forse se avete più di 11 anni no. Eh vabbè, sono ggggiovane dentro! Per esempio, se penso a canzoni contenenti la parola canzone (o song, perché l’inglese non ci fa schifo)… Beh, è un po’ come cercare Google in Google (cit.) ma dopo un primo momento smarrito ecco che affiorano le idee. And you’re singing the song thinking this is the life. Canzone, cercala se vuoi (e da qui il pensiero vaga fino ad arrivare al meraviglioso giro di violino di 4 marzo 1943). La canzone di Tom. And you’ll never hear me sing all these songs about you. La cancion del pirata. Ma la canzone mia più bella sei tu. And you can tell everybody this is your song. Una canzone probabilmente inutile. Everybody sing a song, doo-dah doo-dah. Una canzone d’amore per farti addormentare.
Che poi perché il 95% delle canzoni parlano d’amore? Forse perché non è necessariamente una cosa da conoscere, se vuoi parlarne. Voglio dire, tutti possono dire la loro e nessuno può dargli torto, probabilmente perché non esiste una definizione unica e condivisa di “amore”. In parole più poetiche, nessuno sa “cosa sia davvero l’amore” (cit. non proprio facile, ma se siete interessati Google vi aiuterà). E l’associazione d’idee l’avessi fatta con amore o cuore, la lista sarebbe stata ben più lunga. Se volete allungarla voi siete i benvenuti; si, mi rivolgo soprattutto a lei e al suo ciuffo, signor dandy.

PS: è tipo venerdì 17, il che dovrebbe portare sfiga. in tutta onesta non più del solito. 'Sti antichi romani ci hanno tramandato una tradizione della ceppa.

Canzone del giorno: la prendo dalla puntata di Sanremo di ieri sera, ma non è una canzone in gara. Impressioni di settembre cantata e suonata magistralmente da Marlene Kuntz e Patti Smith. E' gente come lei che fa capire quanto Sanremo sia infinitamente piccolo. Brividi

giovedì 16 febbraio 2012

Libri (chapter V)

Voi che in Google cercate "supposte da mettere in una donna" e approdate qui (true story... Sadness). Voi che seguite Sanremo su Twitter. Voi che non vi chiedete se Belen ha le mutande o no (anche perché la donzella aveva già mostrato ben altro, in precedenza). Voi che non avete una cippalippa da fare. Ave. Neanche io ho una cippalippa da fare. O da dire. E' che il blog mi mancava. Ciao amici. Di cosa vi parlo oggi? Beh, ho finito di leggere Niente di vero tranne gli occhi. Da dove comincio? Rispetto a quello che vi avevo anticipato devo dire che si è un po’ ripreso verso la fine. O forse, una volta abituata alle assurdità della prima parte del libro, non ci ho fatto più caso. Se via piacciono i gialli un po’ splatter pieni di sesso dettagliato e che non disdegnano il “paranormale” (so che esiste un termine più adatto ma non mi viene), fa per voi. Molto poco credibile, ma senza una gran trama di base a giustificare questa cosa. Se però si riesce a escludere quel tot di assurdità che popolano questo libro, diventa quasi piacevole. È un giallo, quindi aspettatevi morti ammazzati; in modo un po’ strano a dire il vero… Devo dire che, come Io uccido, è ben scritto, piacevole da leggere, senza troppi passaggi descrittivi, con delle immagini non dico poetiche ma di sicuro effetto. Scorre. Ma dire che mi è piaciuto è un’altra cosa. Non demorderò sul fronte Faletti, ma con questo libro con me ha fatto un buco nell’acqua. Mi dispiace proprio.

Canzone del giorno: Federico tu non stai bene, Malfunk (non è cambiato niente, no, non è cambiato niente...)
http://www.youtube.com/watch?v=eNBvX1xuT2M

martedì 14 febbraio 2012

Santi vari

Di due cose si parla, oggi. Per la precisione due santi: san Valentino e Sanremo. Il 14 febbraio è una data come tante, ma non per certi innamorati. Non so chi l’abbia deciso, forse la Perugina, ma oggi è il giorno in cui si devono regalare cioccolatini, fiori e altri pegni vari. Citando il caso di un’amica, quando ha detto al moroso “ma mi basta una cosa piccola, un pensiero” si è sentita rispondere “sapessi quanti ne ho, di pensieri”. Questo è lo spirito giusto! Sdrammatizzare is the way. Cento punti. Facebook è un proliferare di due tipi di soggetti: quelli melensi all’inverosimile e quelli che si lamentano di quelli melensi all’inverosimile. C’è un modo per non cadere in uno dei due cliché? Non parlarne, semplice. Oppure farne un’analisi un po’ così. Senza cadere nelle banalità del “ma dovrebbe essere il giorno dell’amore tutto l’anno” o simili. E se siete single, avete un’ottima alternativa a san Valentino: san Crispino (battuta che gira da giorni ma avevo voglia di dirla).

Per una congiunzione astrale che mi sfugge (della cui cosa non mi dolgo particolarmente), oggi inizia anche lui, l’imprescindibile Festival della canzone italiana. Allegria (riconoscibilissima cit.). Chissà perché continuano a farlo. Pare che da un paio d’anni siano pure aumentati gli ascolti. Bah. Sarà lo strano attaccamento che si ha solo verso le cose che fanno male (cit.). Perché non è che la musica ci guadagni poi tanto, con Sanremo. Per carità, l’anno scorso Vecchioni ha portato una gran bella canzone (qualcuno direbbe pure Al Bano… Ma non io) e quest’anno c’è da sperare nei Marlene e in Samuele Bersani, ma minchia. Come li spieghiamo i Carta, gli Scanu e altra dimenticabilissima gente che ha vinto negli anni? Quanto serve Sanremo alla musica italiana? Su questo argomento è stato già detto e scritto molto, però se continuano a mandarlo in onda forse il messaggio non è arrivato. O forse è che ormai Sanremo più che musica è spettacolo. Intrattenimento. Un programma che fa il verso al varietà, con della gente che canta ogni tanto per spezzare i tempi comici e la pubblicità. Cavolo, io l’anno scorso l’ho seguito ascoltando la Gialappa’s su RTL ma quest’anno non ci sono. Che pezza. Dopo il gufo con gli occhiali dell’anno scorso mi aspettavo molto. Perché ai gialappi fan fare sempre meno e a certa gente fanno condurre programmi interi? Come la puzzola che vende case su real time. Non la sopporto. Certo che… Anche qui, san Crispino potrebbe giocare un suo ruolo.
… E sentendo la prima canzone del Festival, ribadisco la frase di cui sopra.

Canzone del giorno (mai necessaria come oggi): Helter skelter, The beatles. Quanto la adoro

domenica 12 febbraio 2012

Post autoreferenziale

Ieri sera vi ho parlato di un libro che ho adorato, dimenticando però un dettaglio non da poco. Non da poco per me, almeno: la musica. La musica è una componente fondamentale del libro. Un filo conduttore che assume contorni tetri e machiavellici, una motivazione alla follia. Sarà anche per questo che mi è piaciuto tanto. La musica è qualcosa da cui non posso proprio prescindere.
Ho iniziato a leggere Niente di vero tranne gli occhi, e devo dire che al momento sono un po’ delusa. Forse avevo troppe aspettative, forse è il calo fisiologico del romanziere al secondo libro. Forse è solo troppo presto per parlarne. Spero di ricredermi.
Chissà com’è fare lo scrittore. Onestamente mi piacerebbe saperlo. Da piccola uno dei lavori che avrei voluto fare era proprio la scrittrice, e devo dire che anche ora l’idea mi affascina molto. Ho anche provato a scrivere qualcosa, solo che nel momento in cui dovevo far muovere i miei personaggi mi bloccavo. Quasi avessi paura. Non sapevo cosa fargli fare. Definivo completamente i personaggi ma non riuscivo a farli agire. Sarà per questo che mi sono data ai post? Bah, può essere. Certo che anche scrivere un post senza avere un argomento da trattare è un po’ come non sapere cosa far fare ai personaggi. Chissà che il blog mi sblocchi… Prima d’ora non ci avevo mai pensato. Però ora che il pensiero è formulato concretamente, lo trovo assolutamente giusto.
Diamine, questo post è un po’ troppo autoreferenziale… È che non ho visto altre pubblicità sciocche ultimamente, mi devo rifare. Mi impegnerò di più sul fronte stronzate. Oh si, sparuti lettori senza alcunché da fare. Oh si.

Canzone del giorno: Carrarmatorock!, Il teatro degli orrori

sabato 11 febbraio 2012

Libri (chapter IV)

Buonasera, miei signori. Questa sera, con una decina d'anni di ritardo sulla pubblicazione, ho pensato di parlarvi di Io uccido, Giorgio Faletti. Dato che il titolo non suggerisce assolutamente niente, vi avverto che è un giallo. Devo dire che mi incuriosiva da tempo, ma per un motivo o per l'altro non l'avevo mai letto; la settimana scorsa, complice una lunga attesa in stazione dei treni, sono entrata da Mondadori e l'ho visto lì. L'ultima copia, poi. Sola soletta. Quasi un segno del karma che non può essere ignorato, e credo di aver fatto molto bene a non ignorarlo.
L'ambiente in cui si muovono i personaggi è l'eterea Montecarlo, piccola e anomala nella coltre di evanescenza che conferisce ai suoi VIP. Questa roccaforte della mondanità scopre tuttavia di essere semplicemente un posto nel mondo come un altro, coi suoi buoni e i suoi cattivi. Ma una storia così, ambientata a Castellammare di Stabia o Cellino San Marco sarebbe stata molto meno convincente... Non so dirvi bene perché, ma penso che sia così. La trama è veramente avvincente, ve l'assicuro, e i personaggi sono tratteggiati con una fluidità non da poco. E non sono neanche pochi, quindi mantenere la coerenza di pensiero di tot persone diverse non è facile, anche e solo perché la persona che scrive è una sola (per quanto poi lo scritto venga riveduto e corretto da molti). Veramente ben fatti, non sforano mai nel retorico dei pochi tratti caratteristici che magari gli vengono attribuiti in quanto personaggi secondari. Percezione gradevolmente assente. I personaggi principali sono delineati man mano, poco alla volta, per darti il tempo di assorbire i loro nomi e i loro vissuti. La storia narrata è veramente corposa, cicciuta, e lascia anche poco spazio a paragrafi descrittivi che personalmente mi annoiano a morte. Preferisco una svolta sostanziosa nel racconto che conoscere l'esatta sfumatura di rosso della petunia che vede il protagonista su chissà che balcone. Con questo libro non ci si annoia mai. Sospettavo fosse bello, ma non immaginavo mi sarebbe piaciuto così tanto. E poi avevo un minimo di diffidenza, anzi di pregiudizio, dato dal fatto che Faletti faceva il comico quindi non ce lo vedevo a fare un libro fatto bene. Quanto mi sono sbagliata. Talmente tanto che oggi ho comprato Niente di vero tranne gli occhi (la sagra dei titolo ad effetto...). Vi farò sapere com'è.

Canzone del giorno: Sliver, Nirvana
http://www.youtube.com/watch?v=pjOWOHYuUEw

venerdì 10 febbraio 2012

La metafora delle metafore

Ieri sera, conversando via etere con un’amica, siamo giunte a una chiusa importante. La metafora delle metafore. ‘Sti grandissimi cazzi (che per brevità chiameremo SGC). Abbiamo convenuto che le bilance sono in realtà suocere sotto un’altra forma. E perché mai? È presto detto: sono maligne, rimarcano i difetti, ti fanno pesare tutto. Pesare. Non serve neanche tanta simbologia. La bilancia si tende a frequentarla poco, in maniera direttamente proporzionale a quanto te la fa passare liscia. Ma se non la caghi mai ti guarda male, e quando la caghi ti tira dietro merda. E una suocera no? È la metafora delle metafore. Per carità, non sono suocera-munita quindi magari mi sbaglio… Ma anche no. Le bilance sono delle stronze, non ti perdonano manco lo zucchero nel caffè. SGC, io l’aspartame non ce lo metto, fa male. Solo che poi ti trovi un paio di occhi e un ago (o un display digitale, se siete più evoluti) che ti giudicano come se ti fossi messa a ballare la macarena nuda in strada. E col lardo che hai addosso, non ti puoi permettere di stare nuda. Bah. Ti fan venire voglia di mollarle lì e scappare a Honolulu con Merlino. E loro le lasci con Anacleto. Perché, altrimenti, come si fa? Voglio dire, esistono delle tecniche davvero efficaci per sopravvivere a questo tipo di invadenti ingerenze esterne? Che ti dicono come dovresti essere e quanto sbagliata tu sia? Secondo me no. Si tratta di sopportare meglio che si può, perché prendersela con l’una o con l’altra è decisamente controproducente. Perché poi è peggio, la paghi ancora più cara e non mancheranno di ricordartelo.
Secondo me il paragone calza parecchio, ma se avete di meglio non c’è che da lasciare un commento. È anche brutto pensare di parlare da sola. SGC.

Canzone del giorno: dopo due canzoni inneggianti all'odio (più o meno...), tocca controbilanciare. Dio è morto, Guccini e i Nomadi

giovedì 9 febbraio 2012

Frrrrrr (quando la supposta fa le bolle)

Ancora una volta sto per parlare di qualcosa di cui avevo promesso di non parlare. Ormai le mie scuse sono talmente reiterate che valgono a poco. Ma Cristo, mi ci tirano per i capelli. Con immenso dolore mi accingo a commentare la pubblicità di EvaQ. E beccatevi il video, che non è che posso soffrire solo io:


Per chi ancora non lo sapesse, EvaQ è, come dire... Un facilitatore di eiezione di prodotti interni lordi di una certa portata. Uno sturaretrotreno. D'altronde, in nomen omen. Tra l'altro è facile ricordare a cosa serve, perché sfiata lo stesso pertugio da cui entra. Ma cos'ha in più? Cosa la rende unica? Il fatto che effervesce. Effervesce in loco. Quanto sentivo la necessità di una supposta effervescente. Guarda, due cose volevo nella vita: la supposta effervescente e la pace nel mondo. Il fatto che ora esista la prima mi fa sperare nella seconda. Che sferzata di vitalità.
Se non bastasse il prodotto, da solo, a generare sufficiente biasimo e vituperio, ci pensa la baggianissima pubblicità di cui si fregia. Avrei voluto dire sfregia ma vabbè, sarebbe stato anche troppo facile. Ma andiamo a condurre un'accurata esegesi di questo spot di cui tutti sentivamo l'esigenza. Dell'esegesi, non dello spot. Specifica necessaria.
Già vi dissi che la costipazione è donna, e qui non ci smentiamo. La cosa triste è che i pubblicitari hanno sentito l'esigenza di mettere una donna anche a fare la supposta. Se avete visto lo spot capite che non sto scherzando, e il cielo sa se lo vorrei. Si sfiora il dramma. La tizia in questione, di bianco vestita, è circondata da tot bollicine, nel caso ci fossimo dimenticati la sua peculiarità: effervesce. La qui presente sgnoccolona voleva fare il provino per l'amica costipata della Marcuzzi, ma da quando con lei c'è la Geppi non c'è storia. I produttori, tuttavia, non potevano non cogliere il suo talento nascosto (neanche tanto..): la faccia da supposta. E la voce con cui dice "mi chiamo Q, EvaQ" (povero James Bond) conferma il suo ruolo: fa cagare. Anche se, a dirla tutta, c'è da capire il suo dramma nell'interpretare una supposta. Povera cara. Il ruolo di una supposta effervescente che si crede una gran figa è duro da sostenere, insomma. Una supposta a cui "affidano le missioni più difficili": nella fattispecie, ripristinare la produzione di notizie dall'interno della signora Rossi. A lei sì che è andata di culo al provino, e perdonato il gioco di parole. Sul suo campanello si legge 04, che probabilmente è il numero dell'interno del condominio o simili, ma dalle mie parti indica un pub. Un signor pub oltretutto, con millemila marche di birre diverse. Rifugio confortante dei venerdì sera indecisi e dei baristi che sanno come consigliarti. Ma non usciamo dal seminato, su.
Dopo aver fatto plin-plon (e non plin-plin, quella è un'altra pubblicità) al campanello, la nostra eroina di bianco vestita si trova davanti all'immagine stessa della costipazione. Oh come si vede che c'ha il blocco. Lo indica anche la tonalità del suo vestito: marrone. Quando i pubblicitari hanno il senso dell'umorismo. La signora Rossi ha una mano sulla pancia e l'espressione affranta di chi non ha un certo dialogo col wc da almeno otto giorni. Ha una faccia che starebbe meglio a una gravida con le doglie che a una stitica, ma vabbè. Forse il peso da espellere è paragonabile. Non lo voglio sapere.
Ma ora arriva il pezzo forte: una grafica a dir poco accattivante ci mostra il funzionamento del prodigio della tecnica, del ritrovato della farmacologia, chiamatelo come volete. Parlando terra terra, una supposta che si infila in un culo femminile blu e fa le bolle. Frrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr. Pensate al solletichio che può dare. Piacevolissimo. Il problema è che inizino a schiumarvi le mutande, lì dare spiegazioni diventa imbarazzante. O dite di avere una particolare forma di rabbia, o che vi state esercitando per un innovativo numero circense perché volete farvi assumere dalla Moira Orfei. La voce che accompagna queste scene è pallida e assorta come quella dello speaker di Trenitalia, che ha in comune con questo tizio di non portare notizie particolarmente felici. Il treno ha un ritardo di 85 minuti - risveglia l'intestino con la delicatezza delle sue bollicine. Ancora una volta, frrrrrrrrrrrrr.
Cambio di scena: la donna bisognosa di una purga che la faccia cambiare d'abito sorride e fa ciao con la manina a supposta girl. Un sorriso aperto e sincero, che dice "guarda te cosa mi tocca fare per pagare l'affitto, tutto per colpa di quell'ebete che non mi passa gli alimenti". Al che la nostra eroina in bianco (colore molto poco indicato alla missione, se mi è concesso) tira fuori un tablet con la faccia della donna sbloccata accompagnata dalla scritta "missione compiuta". C'è così tanto trash anche solo in questa scena che non so più come raccapezzarmi. Il tutto mentre lo speaker, tra un treno e l'altro, trova il tempo di illustrarci qualche altro prodigio della supposta. Ecco, volevo dire a tutto il cucuzzaro: no. Semplicemente NO. Tutto questo è sbagliato, e lo sapete.

Al mondo non c'è più creanza.

Canzone del giorno: spero di non averla già postata, non ho pezza di controllare. Oh dear, now I'm sure I hate you dei The electric diorama
http://www.youtube.com/watch?v=u6K_HZOcZ-Y

lunedì 6 febbraio 2012

E neve fu

Quando non è la febbre, è la neve. Quando non è la neve, è la connessione. Ormai fare i post sembra una mission impossibile. La media sta diventando bassissima, e mi sia concesso per questo un barbarico uffa. Eh vabbè. Ciao cari, come state? Ancora una volta mi sto scontrando con la burocrazia e col senso di impotenza che ne deriva. Ma non pensiamoci. D’altronde in questo periodo ci sono problemi ben più grossi: la neve, per esempio. Anzi, la neve nei posti sbagliati. In montagna niente, nei posti senza la capacità di gestirla un sacco. Io vivo nella seconda categoria di posti. Posti in cui la neve piace solo ai bambini e ai cani: i primi con la neve ci giocano, i secondi sulla neve ci cagano. Giusto per sottolineare quanto siano effimeri il candore e la purezza. Bah. Qua l’effetto principale della neve è impallare tutto e tutti, trasporti in primis. Gli spargisale sono effimeri come il candore e la purezza, col risultato che le strade si trasformano in lastroni di ghiaccio. Che se non sei un giocatore di hockey non è un granché bello. E per quanto riguarda i treni, beh… Finora a me personalmente è andata di lusso, non così ai poveri pendolari del treno Forlì-Cesena. Ma fare demagogia facile non è il mio mestiere, per quello ci sono già i TG. Uno speciale ogni due minuti. Roba da gonfiarti la carotide fino a farla esplodere. E nevica, e fa freddissimo, e una temperatura così bassa non si vedeva da millenni (cosa che dicono TUTTI GLI STRAMALEDETTI ANNI)… Posso dire una cosa? Guardate che del freddo ce n’eravamo accorti pure noi. Non è che se non me lo aveste detto io avrei pensato di stare ai tropici. “Guardate che fa freddo” “Ma non mi dire! Aspetta che magari sopra i bermuda mi metto qualcos’altro!”. Ma dai! Mezz’ora di TG, di cui un quarto d’ora speso a parlare del freddo. Capisco i disagi della neve e tutto, mi dispiace per chi è in difficoltà, ma non è che così la situazione cambia o migliora. Un’edizione straordinaria al giorno? Ma “straordinaria” non dovrebbe voler dire altro? Cos’ha di straorinario se me l’aspetto? Bah.

Canzone del giorno: I hate everything about you, Three days grace
http://www.youtube.com/watch?v=BpwCJzPlz8k

giovedì 2 febbraio 2012

La febbra

Benritrovati, miei cari! Dopo qualche giorno febbricitante sono tornata a rifocillare questa arancione pagina di cose assolutamente non necessarie. Dicevamo, la febbre. Cos'è la febbre? E' quella cosa che da bambino ti da il diritto a una serie di benefit: non andare a scuola, dormire fino a ore improponibili, permetterti di fare i capricci, essere servito e riverito. Ma solo se sei un bambino. Se sei adulto, beh... Mica devi andare a scuola. Già, anche da adulto la febbre ha i suoi vantaggi. E cosa ti chiede in cambio? Un po' di muco. Se proprio vuoi fare lo splendido puoi aggiungere degli optional: mal di gola, tosse, mal di testa, ma non ti viene assolutamente richiesto. Diciamo, però, che più di questi optional fornisci agli astanti e più potrai permetterti di sfruttare fino in fondo i tuoi benefit. Se poi ci piazziamo una bella varicella o simili, qua le richiese possono farsi assurde. Potete avere voglie più scrause di quelle di una gravida e nessuno ve le contesterà, anzi. Stai così male, vai accontentato! Bene così. Però... Attenti. Perché magari avete voglia di qualcosa che potrebbe essere interpretato come controproducente. Tipo: se avete un principio di squaraus la cioccolata non ve la daranno, perché vi fa male. Bisogna fare attenzione a questi dettagli...

Se invece è chi sta intorno a voi a stare male, il primo pensiero che viene spontaneo è: evitiamo il contagio. Ma perché mai, dico io? Se porta tutti questi vantaggi, perché mai? Lo so che è istinto di conservazione, ma nel 2012 e nelle nostre tiepide case, ne abbiamo davvero bisogno? L'istinto di conservazione va adoperato a proposito, e una febbriciattola non mi sembra proprio il caso...

Ps: ho appena letto che sta per essere approvata la censura del web su Google, e quindi su Blogger. Se StaiBene mi sgama, ciao ciao blog. Tocca fare la brava. Istinto di conservazione. Si, chissà quanto durerò...

Canzone del giorno: Heaven is a place on earth, Belinda Carlisle (la cui pronuncia ci è stata insegnata da Twilight, ahinoi)
http://www.youtube.com/watch?v=vFPajU-d-Ek