venerdì 30 marzo 2012

Scrittori un po' così

Stamattina sono entrata da Mondadori. Ecco, le librerie hanno per me il fascino che qualunque chincaglieria di casa Apple ha per chi si definisce nerd (che raramente coincide con i veri nerd, ma tant'è). E cosa ho realizzato? Una percezione che finora era rimasta tale, senza mai concretizzarsi come pensiero fatto e finito. Ma oggi si. Ed è questa: ormai gli scrittori sono persone a cazzo. CHIUNQUE scrive libri. E a leggere certi nomi si resta abbastanza interdetti. Non c'è attore, cantante o presunto tale, starlette, vedette o simili che non abbia detto la sua su qualcosa in un libro. Se sei famoso sei un oracolo, quindi scrivi per i babbani che sono ignoranti. Io non so. Non per essere inutilmente snob, ma una volta non c'erano gli scrittori? Scrittori e bon? Per carità, esistono ancora, ma c'è anche gente di cui si potrebbe fare tranquillamente a meno. Gente la cui unica ragione sociale è farti pensare: allora posso scriverlo anch'io, un libro! E da questo punto di vista, in effetti, hanno una loro utilità intrinseca. Specie per chi come me il pallino di scrivere ce l'ha da molto molto tempo. E' incoraggiante... Massì, dai, ho deciso: sono utili. D'altronde riconosciamo il bene perché esiste il male, no? E chissà, magari è la volta buona che mi metto a scrivere un libro. Con la copertina olografica. E le figure tridimensionali in cartoncino, che escono quando lo apri. Scritto in carattere 26.
... Ma prepara l'esame di stato, Valeria, valà.

Canzone del giorno: sono un po' indecisa... Probabilmente l'ho già pubblicata, ma vabbè, perché no? Shattered, Delain

giovedì 29 marzo 2012

Zero

Oggi ho raggiunto l'ambito traguardo delle zero visualizzazioni. Son bei momenti, amici miei! Come state? Oggi ammetto di essere ampiamente tra l'ebete e l'infinito, causa un paio di giorni un filino faticosi che mi hanno reso i piedi come quelli di una papera. Palmati, proprio. E pulsano. Ieri sono stata a Milano, e mi sono davvero resa conto di quanto sono piccola. Piccola io e piccolo il posto in cui sono venuta su. Là è tutto GRANDE. Tutto. Anche le pubblicità in stazione. Dire disorientata è poco, e infatti mi sono ammutolita per un tot. Anche perché tutte le mie elucubrazioni mentali andavano nel tentativo di schivare i passanti. Infiniti passanti. Compresi i tifosi che erano a Milano per Milan-Barcellona, che facevano a gara di cori. Fossi stata da sola mi sarei persa in 10 secondi. Tutto maestoso, imponente, cazzutissimo. Chissà se mi abituerei mai a un posto del genere. Spero un giorno di poterlo scoprire. Intanto, mollo in giro curricula. E speriamo che la Madunina mi dia una mano.

Canzone del giorno: non può essere che questa, lo so io perché. Somebody that I used to know, Gotye

lunedì 26 marzo 2012

Corriere e infanzia anni '90: una canna fatta di magia!

Ci sono cose e persone che, non lo si penserebbe mai, hanno il controllo di alcuni momenti della nostra vita. Frazioni, pochi secondi, istanti a volte. Ma decisivi, almeno per un po'. Pensate agli autisti delle corriere: loro possono decidere del destino dei ritardatari. Guardarli da lontano correre e sbracciarsi, e decidere. Di aspettarli e caricarli sulla corriera oppure di lasciarli lì alla fermata, magari illudendoli malignamente con la complicità di un po' di temporeggiamento. C'è da dire che la colpa di base è del ritardatario, non dell'autobus; o forse si, visto che siamo abituati a ritardi abietti e quindi arriviamo in ritardo alla fermata pure noi. Ci arrabbiamo se la corriera è puntuale, siamo a questo punto. Ma alla fine è l'autista a decidere. E ringrazio nonapritequestotubo per lo spunto indiretto.

... Ma chi può decidere per noi se non lei? Beh, se avete la mia età è inevitabile: l'infanzia anni '90 vi ha segnato. Tutti. Irrimediabilmente. Fatevene una ragione. Stasera si parla di colui che ha conferito a molti giovani uomini della mia generazione un altrimenti insondabile amore per la pesca. Si, è lui: Sampei (o Sanpei? Son problemi).
Sampei è un giovincello con un improbabile cappello di paglia (nonna Erminia style...) che pesca. Ma non i pesce gatto che si trovano negli scoli di paese, o le ancora più abbondanti nutrie. No, lui pesca roba assurda. Trote da quintale, salmoni che anziché risalire la corrente camminano direttamente sulla sponda del fiume, pesci con un peso equivalente a quello di una balena bianca. E il tutto con "una canna fatta di magia". Magia? Sicuro? Sciocca io che credevo fosse fatta di bambù... Ma mi spieghi come caspio fai a pescare in quella maniera lì? Con un pezzo di fragilissimo legno senza neanche il mulinello? Non sono una grande esperta dell'argomento, per carità, l'unica volta che sono andata a pescare con i miei amichetti da piccola sono riusciti a sbattermi in faccia l'esca (vermi, per essere precisa)... Ma minchia. Ci vuole il senso pratico di una stufa a pellet per capirlo. Come ci vuole poco a capire che il Giappone non può avere tutti quei fiumi e laghi. Neanche fosse vasto quanto le Americhe. E in tutti i luoghi in tutti i laghi (mai come ora è il caso di dirlo) ci sono delle bestie abnormi da pescare. Nessuno ci riesce, ma un ragazzetto di 50 chili (bagnato) con una canna da pesca di bambù si. Lui può. Ubi maior... Certo, questo sforzo fisico presenta degli svantaggi. La botte piena e la moglie ubriaca non si possono avere, si sa. E così, a fronte di tale ardire durante la pesca, Sampei ci rimetteva dal punto di vista locomotorio. Non ho mai visto una deambulazione simile. Ma che diamine di gambe ha? Neanche un calciatore a vostra scelta le ha così storte. Brutte, proprio. E le conseguenze sulla camminata ci sono eccome:


Al di là del simpatico balletto con le carpe (perché Bolle ci fa una pippa), lascia estercofatti l'incedere di questo giovane uomo. Forse ha paura di schiacciarsi le apparecchiature di bassa manovalanza, non so. Certo è che manco Beckham, che è sia calciatore sia un graziato dalla natura (perché le pubblicità di lui in mutande le abbiamo viste tutti), incede così. Lì sotto ci passa un Eurostar. O una balena bianca. O il mostro di Loch Ness. Ammesso che il nostro buon Sampei non l'abbia già pescato.

Canzone del giorno: Shout, Tears for Fears

domenica 25 marzo 2012

Fastidio tarocco

Ieri sera una mia amica mi ha fatto le carte. Premessa: non credo un granché a questo tipo di cose, mi reputo (immodestamente? Forse) donna di scienza e bon. Ma proprio in quanto donna di scienza sono estremamente curiosa, su tutto. E poi per una volta è carino pensare che quello che ti capita non sia proprio tutta colpa tua, ma che sia già scritto da qualche parte. L'irragionevole sa essere confortante come il ragionevole fa di rado. Comunque... La carta che mi rappresenta è l'eremita. Solitudine imperitura. Senza nessuno. Ma cazzo. E' una boiata, lo ben so, ma proprio in quanto tale non poteva sprecarsi ad essere rassicurante? No, eh? No. Palesemente no. La seconda domanda che ho posto ai tarocchi è se avrò mai una botta di culo in qualcosa. E la risposta è stata una e semplice: NO. Eccheccacchio. Sfortunatamente non avevo niente di alcolico sottomano, solo una cioccolata calda. Ma quella al massimo poteva causarmi un po' di iperglicemia, non si beve la cioccolata per dimenticare. Anzi, la bevi quando ti dimentichi della bilancia. Per le carte sono sola e sfigata. Pure quelle dovevano tirarmi merda. Ma porca... Ah, scusate il turpiloquio ma quando ci vuole ci vuole. E il solo fatto di aver scritto una parola aulica come "turpiloquio" (e due volte, a questo punto) dovrebbe aver risanato la situazione.
Ah, e per la cronaca il software del telefonino è partito di nuovo. No, giusto per sottolineare che di sfiga non ne ho neanche un po'.

Questo post è più incazzoso di quanto avrei voluto. Basta, vado a sfigheggiare da qualche altra parte. Da sola.

Canzone del giorno: Moonlight shadow, Mike Oldfield

venerdì 23 marzo 2012

Roba inutile sparsa e fuffosa

Ieri non ho fatto il post, oggi stavo per non farlo. Essenzialmente perché sono una cialtrona e non c'avevo pezza. Ma da brava capra sono tornata all'ovile, ovvio. Ciao amici e non amici. Ieri sera sono stata inibita da una chattata molesta (e poi ditemi che non devo provare del disagio quando il nome di qualcuno mi lampeggia in cima alla scheda di Chrome) e un'installazione software nel telefonino, altrettanto molesta. Ma almeno lì pare che abbia vinto io. Per quanto riguarda la chat, che ve lo dico a fare. Giornata molto confusa, amici miei. Cervello modalità fuffa. Forse mi ci vorrebbe un altro caffè, mi sembra di avere i pensieri dentro un'impastatrice: molli e informi. Anche giallini, volendo. Sarà la primavera. La primavera, si sa, fa un sacco di casini: ormoni in subbugli (non metto questo argomento in cima alla lista solo per caso...), allergie, rintontimento da cambio di stagione, alleggerimento dei vestiti e conseguente "ommioddioperchénonmisonomessaadietaprima". E così il web si trova con un'ulteriore blogger che non sa bene quello che fa/dice/scrive, sai che novità. Voglio un peluche. E voglio che quest'ultima non sembri una frase messa lì a caso per fare lunghezza; che poi, questa spiegazione è ancora più lunga.

Stasera pare avrò uno sprazzo di vita sociale, robe da matti. Fortunatamente, ho già risolto l'annoso problema che perseguita la giovane donna occidentale del XXI secolo: COSA MI METTO? Se non avessi già scelto, non potrei certo stare qui a scrivervi questo tremendo post. Fatevi un favore, dopo questo andate a leggervi un libro di quelli belli. Dai, su. E non provate a lasciare commenti sull'outfit, qua neanche Enzo e Carla potrebbero molto. Il mio modo di fare quando vado a comprare i vestiti è il seguente:
1. il prezzo è abbordabile? Se si passare al punto 2, sennò ciao le balle.
2. è carino? Se si passare al punto 3, sennò ciao le balle.
3. mi appoggio il capo in questione sopra al vestiario che ho su (perché la roba da vestire mi rifiuto di provarla) e penso: ci entro? Se si compro, sennò ciao le balle.
... E sfido Enzo e Carla a non svenire.

Canzone del giorno: l'ho risentita stamattina dopo una vita, grazie Karaoke box. The final countdown, Europe. Prego non fare caso al video molto Armageddon.

mercoledì 21 marzo 2012

Primavera, Maya e sonno

Amici miei, vi auguro la buonasera in questo finto primo giorno di primavera che in realtà è il secondo, dato che il 2012 è bisestile. Scherzi del calendario. Un altro scherzo di questo tipo pare essere il protagonista delle news Giacobbiane del giorno: la data del disastro Maya non è il 21 dicembre ma il 5 giugno. Giusto, che col freddo la fine del mondo non viene bene. Vuoi mettere sfraccicare gente in spiaggia con la becera convinzione di passare una giornata paciosa, con l'unica prospettiva di fare plurime volte il percorso lettino-mare-lettino? E' molto più a tradimento, così. Il 21 dicembre non è neanche Natale. Si aspetta febbricitanti la venuta del bambin Gesù e del panettone, ma lì finisce. Si aspetta e bon. Per chi è come me, poi, le feste sono solo un motivo di pessimismo e fastidio. Quindi immagino che per un meteorite/tsunami/invasione aliena/ennesimoprogrammadibarbarad'urso sia molto più gratificante colpire chi è contento e coi piedini a mollo, piuttosto che chi aspetta o è infastidito. Quindi avrebbe senso. O forse è che prevedevano brutto tempo e quindi i Maya han deciso di portarsi avanti. Ce lo sapremo dire il 6 giugno, se io e voi saremo ancora qui a scambiarci informazioni assolutamente vitali. Vitali come quelle di StaiBene (anzi, a essere onesta è Donna, ma sempre di Libero si tratta):  Scopri chi è dal suo sonno. E scopriamolo.

Posizione fetale: quella più comune, diciamocelo. Io stessa dormo così, sul fianco destro, tutta rannicchiata. Qui ci si dice che è la posizione degli insicuri, dei fragili e dei nostalgici dell'utero. Se mi riconosco nei primi due aggettivi, non posso dire altrettanto del terzo. Gli affezionati di apparecchiature di bassa manovalanza femminili sono altri, ecco. Ma poi, voglio dire, l'85% della gente che conosco è insicura, dato che dorme in posizione fetale? Tutte personalità fragili, labili, sull'orlo della rottura come una bomboniera in bilico su una mensola. Instabili. Uhm, sarà per questo che queste persone sono mie amiche? Ri-uhm, forse sarebbe stato meglio se non mi fossi posta questa domanda (non litigavo così con congiuntivi e condizionali in una frase da quando ho scritto la tesi, tipo).
Posizione a stella: tipo Maggie Simpson quando le mettono il cappottino arancione. Vuol dire che siete estroversi e volete essere al centro dell'attenzione. E che probabilmente nessuno vorrà mai dormire con voi, visto che lo/la costringereste a uno spazio vitale pari a quello che occupa una scatola SAMLA di Ikea.
A pancia in giù. Cosa che, se siete tette-muniti, è di difficile attuazione. Comunque sia, questa posizione è tipica di persone precise e meticolose. E probabilmente con uno spiccato reflusso gastro-esofageo. Bene bene non fa. Se poi vi svegliate con l'acidità nello stomaco e non solo, non venitevi a lamentare nei commenti.
Pancia in su e mani al petto: la posizione che io chiamo "La bara". Quando ero più piccola ero avvezza anche a questo stile di dormita, e se qualcuno mi vedeva inorridiva parecchio. Sembravo una salma. Vabbè. I finti morti sono sicuri di se e RIGIDI. Ma va'? Mai sentito parlare di rigor mortis?
E poi: abbracciate il cuscino? Avete bisogno di affetto. Ma non mi dire, articoletto bello bello. Se invece il cuscino lo allontanate, i legami li rifuggite come se puzzassero di sterco incendiato. Giusto per parlare in punta di fioretto, eh. Per dire.

Allora, avete scoperto chi siete dal vostro sonno? Io sono un'insicura cronica con tendenza alla psicosi e con fasi di rigidità paragonabile solo ai ragionamenti di mia nonna quando si parla di matrimoni gay. E voi?

Canzone del giorno: Don't speak, No doubt

martedì 20 marzo 2012

Infanzia anni '90, ovvero: salvare la Terra in modo virile

 Scopro or ora che esiste un film animato dal titolo "Guru guru e il cetriolo della felicità". Poi una non deve pensare male. Ammettetelo, avete pensato male anche voi. Non ne parlerò, perché il film non l'ho mai visto e perché non è anni '90, ma avevo la necessità stringente di farvi conoscere il mio indignato stupore. Detto questo, passiamo a un argomento di cui posso trattare, perché anni '90. Anzi, a onor del vero è anni '80 e non poco, ma ne parlo lo stesso perché pure noi bimbi anni '90 ne siamo stati bellamente influenzati. Perché non potete venirmi a dire che non avete mai, e dico mai, visto una puntata de I cavalieri dello Zodiaco.


Chi di voi non ha mai sentito almeno una delle sigle dei cavalieri dello Zodiaco, scusate? Se davvero esiste qualcuno che non le conosce, si metta da solo in castigo in un angolo. E vada ad ascoltarsene un paio qui o qui. E dopo la sigla che capitava? Che un manipolo di ragazzini di età indefinita e ambigui come un Solange nei momenti migliori doveva combattere tantissimo per salvare Atena, la Terra, varie ed eventuali. 'Sti giapponesi devono sempre salvare il mondo, io non so... Magari non sempre, ecco, ma almeno con la frequenza con cui io faccio la spesa. E nel tentativo di salvare il bene si munivano di armature comprate e imballate da Ikea e sbrilluccicosissime (anche qui la crisi epilettica è dietro l'angolo) che davano loro la possibilità di sferrare colpi altrettanto luminosi. Ma solo se correvano per delle scale in rovina. Chilometri e chilometri di scale perfettamente inutili. Dubito che questi ragazzotti avessero 'sta gran voglia di fare step e rassodare i glutei. C'è da dire che adoravo i disegni di questo cartone, e per una volta il melodrammaticissimo doppiaggio. Anche se forse, rivedendolo ora, lo potrei trovare esasperante.
Il mio preferito era Crystal. Sarà che il modello "biondo-occhi-azzurri" era molto in voga tra le settenni che ancora credevano nel principe azzurro. E poi lui era quello del Cigno, animale che se a debita distanza fa tanta tenerezza e simpatia. Quindi noi bambine tradizionaliste eravamo accontentate. Il suo potere era quello di produrre del gran freddo... Signor Crystal, non è che verso febbraio è passato per l'Italia, per caso? No, perché avrei un paio di cose di cui chiederle conto... Vabbè. Il protagonista era Pegasus, dell'omonima costellazione, che essenzialmente andava in giro a chiedere "scusa, ma sei tu mia sorella?". Una scusa come un'altra per attaccare bottone con qualche bella figliuola. Chiamalo scemo. Sarà anche per questo che lui piaceva ai maschietti. Un altro soggetto degno di nota era Sirio, che piaceva molto alle bambine un po' più grandi e pure ai maschi; potere dell'estrema virilità dei capelli lunghi verso l'infinito ed oltre, immagino. Questo qua, della costellazione del Dragone (perché in Giappone i draghi piacciono sempre), a un certo punto diventa cieco. E continua a combattere senza fare un plissè. No, ma ne vogliamo parlare? E non venitemi a dire "eh ma se Beethoven era sordo e componeva, allora...", beh allora niente. Un conto è la musica, un conto sono le varianti dell'onda energetica che rischiano di staccarti la testa e piallarla sul pavè. Gli altri 4 sensi (e il settimo che andavano tanto cercando) saran stati pure sviluppatissimi, ma minchia.

Però l'attenzione di tutti si focalizzava su un altro personaggio. E di rado in positivo. Secondo me sapete di chi sto parlando... Si, lui. Quello estremamente virile: Andromeda. Seriamente, ho più testosterone io di lui. Ti ispirava tantissima fiducia come cavaliere, oh si: una folata di vento e volava via. E poi aveva la propensione a toccare chiunque, e sospetto avesse qualche mania fetish, facilmente soddisfatta dalle catene che aveva in dotazione con l'armatura. Armatura che, ricordiamolo, era ROSA:
Quanta giovane virilità in un uomo solo. Guardate che sguardo, poi. Uno sguardo che non urla "ti sconfiggerò!" ma piuttosto chiede pudicamente "Pegasus posso insaponarti la schiena?" o simili. Se non peggio. Spero che, in caso di doccia comune, non si portasse la saponetta. E che neanche gli altri se la portassero. Perché lì è un attimo. Che ve lo dico a fare.

Canzone del giorno: I want to break free, Queen. Merita anche solo per il video. Cazzarola, se merita.

lunedì 19 marzo 2012

Vita al contrario...?

Ci sono sere in cui farei meglio a non postare niente, e questa è proprio una di quelle sere. Però avevo voglia di scrivere, quindi vi beccherete lo stesso il post, anche se brutto.

Questo post è partito dalla canzone del giorno, che però troverete al solito posto. A volte è difficile trovarla, oggi invece avevo l'imbarazzo della scelta. E quindi ho iniziato le cose al contrario. Cose al contrario... Era di Woody Allen quel bel pezzo su quanto sarebbe bella la vita al contrario? In effetti, tocca dargli ragione. Pensate anche solo alle sfighe: si parte dalla loro fase più esplosa e devastante e si arriva al loro inizio, fino a che spariscono. Niente più rogne, se ne vanno da sole senza neanche tanti sforzi. E poi ti togli la parte più rognosa all'inizio, con tutti quegli acciacchi e i "si stava meglio ai miei tempi"; e infatti ai tuoi tempi ci torni. Poi lavori (se sei fortunato, di questi tempi è un qualcosa da sottolineare). Eventualmente ti sposi e dal giorno dopo sei libero. Perché è tutto al contrario. Che figo. E torni giovane: esci, ti diverti, elimini i pensieri che l'età adulta e le convenzioni sociali con essa ti impongono. Diventi spensierato, e magari fai dei post un po' più allegri di questo. Madò che tristezza, ultimamente.

Canzone del giorno: The river, Good charlotte insieme a un paio di Avenged Sevenfold che male non fanno. Quando è uscita, questa canzone mi gasava veramente tantissimo.

domenica 18 marzo 2012

Difficoltà da shopping

Shopping. Basta la parola. Almeno per me. Oggi ho avuto l'ennesima riprova del fatto che non lo reggo. E' di un faticoso bestiale. Scema io a farmi convincere a ributtarmi nella mischia di domenica. Al centro commerciale. Perché adesso i centri commerciali stanno aperti pure tutte le domeniche, potere delle liberalizzazioni... E sarà la novità, sarà il tempo incerto di oggi, ma una quantità di persone che non esito a definire improponibile si è riversata all'interno di questa enorme trappola. Mio Dio. La mia autonomia in un centro commerciale affollato è stata stabilita in modo chiaro e incontrovertibile: 90 minuti massimo. Tirati, proprio. Poi sbrocco. Non capisco più niente. Palleggio tra l'insofferenza e l'incredulità. Inizio a vagare con la stessa andatura sinuosa di un ubriaco, e la stessa tipica lucidità mentale. Divento incapace di proferire verbo, mi si appesantiscono gli occhi, rilevo solo un ostacolo su due (l'altro deve sperare nel caso, specie se è al di sotto del mio abituale campo visivo. Tipo i bambini, ecco). Uno zombie, in pratica. Ho pure lo stesso colorito (di default, non è una proprietà attribuitami dallo shopping. Tanto per precisare). Gente che passa, bambini che fanno tutto il casino del mondo, spazio vitale ridotto al minimo, camerini stracolmi, code alle casse, articoli che vorrebbero essere comprati giusto per non dover stare lì. Tipo i divani. I divani li provano tutti, ammettiamolo. E per il divano non deve essere piacevole accogliere "l'altra parte di te" (cit.) di chiunque. Io mi schiferei. Va meno peggio agli ombretti. Certo, se escludiamo i poveri tester. Io vorrei essere un acchiappasogni, essenzialmente per due motivi:
- non sogno quasi mai (o non ricordo i sogni, va a sapere) e quindi magari mi farei comodo;
- mi piacerebbe che ogni tanto qualcuno, con fare non troppo veemente, venisse lì a scuotermi per sentire che suono faccio. Quella sarebbe la mia risata, perché mi ha fatto il solletico.

Che post affannoso. Si vede che sono in difficoltà post-centro commerciale. Ah, e per inciso non ho preso niente.

Canzone del giorno: Take my breath away, Berlin. Si va di romantico stasera. Si vede proprio che sono stanca.

venerdì 16 marzo 2012

Post per un amico

Arrivata in capo a una due giorni di corse e convivialità, mi ritrovo alla solita scrivania di camera mia a scrivere queste poche righe da condividere con l'etere e con chi incapperà qui magari per sbaglio. Sono in piena malinconia post-festa. Sarà il calo di adrenalina, di tensione o quello che è. Forse è naturale compensazione. D'altronde qui si dice che "na mota e na busa fa un guaìvo", che se non siete veneti equivale ad aramaico antico. Comunque, se questo è lo scotto per la giornata di ieri ben venga. Altro giro, altro amico laureato, con tutti gli onori che ne sono conseguiti. Bravo amico. Tanto il mio blog non lo leggi, in effetti potrei pure sputtanarti bellamente e tu non faresti un plissè. Che bello. Ma tanto non lo farò. Non te lo meriti. Se non altro perché non disdegni di sentirmi cantare di prima mattina e riesci a passar sopra alla mia acidità fuori luogo con naturalezza. Ti sei meritato, invece, tutto quello che ti è successo ieri: calore, soddisfazione, tavernello, figuracce, e non necessariamente in quest'ordine. Aspetto trepidante le foto, amico che non leggerai il post. E aspetto gaiamente di poterti raccontare ancora quello che non ti ricordi.

Canzone del giorno: è di un pop quasi annichilente, ma il ritornello la dice lunga sulla giornata di ier. Per una volta la canzone è a tema col post, roba da non crederci. Un giorno così, 883

mercoledì 14 marzo 2012

Malesseri da chat

Allora. Io ho Facebook, Twitter, Skype, un canale giacente e inutilizzato su Youtube, un paio di indirizzi e-mail, un blog. Se ne deduce che mi piaccia comunicare. Mi piace molto. E per questo non capisco l'ansia che mi mettono le chat. Ansia. Pessimismo e fastidio. Mi prudono le mani, sudo freddo, mi sento in gabbia. Vorrei scappare velocissimo urlando aiuto aiuto a squarciagola. Ma perché mai? Ma poi perché, sapendo questo, mi sono consapevolmente fatta Skype che è SOLO una chat? Ok, c'ha il video, ma il più delle volte ci scrivo e bon. "Eh ma chattare è comodo, è istantaneo": certo, così mi tocca rispondere alla gente che non ho avuto ancora il coraggio di bloccare in Facebook o cose del genere. Allora, se ho gente sparsa in giro per il mondo per poterla sentire chatto anche volentieri (quindi non me ne vogliate, Spuzzina e Caterina... Con voi è un'altra cosa), ma minchia. Non inizio quasi mai io, in chat; se lo faccio, deve essere una roba vitale. Di solito, apro Facebook in parallelo a quando scrivo i post, e non è MAI una buona idea. Perché se inizio a chattare, ciao le balle al post. Non pubblico niente o pubblico fuffa. Le esegesi dei video come questa non sono assolutamente fattibili, con una chat aperta. Le boiate cosmiche richiedono un certo sforzo mentale! Che poi, come fa 'sta gente a iniziare a chattare con me esattamente quando sto per spegnere tutto? SEMPRE??? Che poi mi tocca star lì? E mi rompo perché vorrei chiudere? E invece assecondo? Bah, basterebbe mettersi offline alla fine... Ma che senso ha avere Facebook se poi ti metti offline? E se disgraziatamente (sottolineo: disgraziatamente) voglio contattare una persona? Come faccio da offline? Parliamone.

Adesso ho aperto solo Twitter, almeno non corro pericoli e arrivo in capo al post (per quanto non eccelso). Tiè tiè tiè.

Canzone del giorno: Mamma mia, Abba

lunedì 12 marzo 2012

Musica e paranoie

C'è tanta musica che mi piace. Quasi tutta dello stesso genere, però tanta. A fronte di canzoni con la stessa utilità di una forchetta nel brodo, se si va a cercare per bene qualcosa di buono lo si trova. I mezzi oggigiorno sono moltissimi, a cominciare da internet. Anche se, lo ammetto, sono ancora in cerca del gruppo che mi dia la stessa soddisfazione che dà arrivare primi in una maratona birra e salsiccia. Che poi do per scontato che sarà un gruppo e non un solista. In effetti, per il genere che ascolto il solista è un qualcosa di non concepito. Se si deve far casino lo si fa in compagnia, magari con un paio di birre di supporto. Questo è lo spirito! In tutto questo non manca la voglia di boiate, come vi ho già narrato qui ad esempio... Perché ogni umore ha la sua canzone, ogni giornata ha la sua playlist. Questo giorno è incominciato con una speranzosa e goliardica Make my day e si è chiuso con una più melanconica The Sound of Silence (ora che ho capito come piazzare i link scrivendoci quello che voglio per voi è finita). Giornata figlia del silenzio e del tentativo di essere produttiva, mentre l'unica cosa che ho prodotto è l'ulteriore affossamento della conca del divano corrispondente al mio non proprio leggiadro didietro. Poi è che se non hai niente da fare ti metti a pensare, e non è sempre un bene. Talvolta, a causa della (para)noia, il pensiero sfora nell'arrovellamento e lì è un casino. E' un loop che gira, gira, gira... Un cane che si morde la coda e fatica a riconoscersi allo specchio. E per fortuna che stasera avrei voluto fare un post leggero e ridanciano... E invece ho lo stesso modo di fare greve e assorto che ha Giacobbo quando parla degli alieni (cioè sempre). Eh vabbè, l'estro va assecondato; a domarlo ci ho già provato e come me tanti altri, ma con scarsi risultati. Avevo anche sfogliato un avvincente articolo di StaiBene Donna sul flusso mestruale troppo abbondante, affrontato dall'autore con la stessa Giacobbiana aria greve di cui sopra, ma niente. Non è serata. Per punizione vado a vedere Panariello, mi dicono dalla regia che non sia un granché.

Canzone del giorno: una gran bella cover, almeno secondo me... Personale, ma rispettosa dell'originale. Losing my religion, Lacuna Coil

domenica 11 marzo 2012

Infanzia anni '90... Kamehamehaaaaaaa!

Voi. Si, dico a voi. Voi che l'avete visto crescere e diventare sempre più forte. Voi che lo guardavate combattere e riempirsi di ferite, ma i capelli non gli si spettinavano mai al mondo. Voi che da piccoli avete provato a fare almeno una volta un'onda energetica. Con eventuale figura di merda annessa. Si, stasera si parla di Dragon Ball. Adoro. Se metto in fila tutte le mezz'ore che ho perso a guardare le varie serie di Dragon Ball dall'infanzia ad oggi, viene fuori l'equivalente temporale di una gravidanza. No, eh, per dire.

Goku, il protagonista, è un bambino con la coda. E già questo dovrebbe suscitare una quantità di doppi sensi che manco in una terza media. Se la coda gli viene stretta forte forte, lui perde tutte le forze. E anche qui le allusioni sono un fottio. In certe cose non bisogna essere troppo violenti, si sa, e Goku ne è un esempio magnifico. Tant’è che ogni tanto la coda gli si stacca. Un eunuco di coda. Ecco, questo non lo augurerei manco alla persona che più detesto. Questo bizzarro bambino-poi-ragazzo-poi-padre-di-famiglia ha il problema che hanno tutti i ragazzini giapponesi, se ci atteniamo ai cartoni animati: deve salvare la Terra. Già. Si passa da innocenti e infantili tornei mondiali di arti marziali a gente tipo Freezer e Majin Bu, che per motivi non pervenuti alla blogger qui presente sono cattivissimi e vogliono sempre rompere tutto. Immagino che sia perché poi non tocca mica a loro, spazzare. E se nelle prime serie ci si limita ai pugni, andando avanti i colpi diventano sempre più supermegafantawow e luminosi. Luminosissimi. Robe da crisi epilettica. E in questo climax ascendente si inseriscono pure i Super Sayan e tutti i loro benedettissimi livelli. Perché non tutti i Super Sayan sono uguali, ci sono quelli "modello base" e quelli "full optional", come nelle macchine. Da cosa li si distingue? Dal daltonismo dei disegnatori-parrucchieri, direi. I livelli 1 e 2 sono biondi con gli occhi azzurri (e qui mi permetto di dire: ma una distinzione un po' più netta faceva brutto? E poi: proprio biondi? Vegeta è un gran brutto vedere), il terzo ha i capelli più lunghi ma è lacunoso di sopracciglia (e se Vegeta era brutto prima...), il quarto è rosso e peloso. Col senso estetico che avete, per forza gli alieni attaccano solo voi giapponesi: lo fanno per buon gusto.

Poi c’è Crilin. La sua peculiarità principale è morire ogni tanto e farsi resuscitare con le sfere del Drago ('sto cartone si chiamerà pure Dragon Ball per qualcosa...). Per il resto, è del tutto inutile. Se la vostra vita è nelle sue mani, auguri. Fossi in voi inizierei a correre.

Vegeta, il principe dei Sayan. Cattivo cattivo all'inizio, solo cattivo alla fine. Soffre di un imponente complesso di inferiorità verso Goku, tant'è che lo chiama Kaarot anche se lui non vuole (uh che dispettosone...); non è chiaro se questo complesso sia da imputare alla forza o al fatto che i capelli di Goku sono molto più fighi dei suoi.

Nella prima serie c’è Laura che, al di là dell’effetto strano che fa trovarsi un nome italiano in mezzo a cotanto Giappone, spiega ai bambini cos’è la sindrome bipolare. Questa cambia personalità ogni volta che starnutisce. Etciù-buona-etciù-cattivissima. Con tanto di cambio di tinta, giusto per sottolineare la personalità di quel momento. La verosimiglianza non è una pretesa di questo anime, ma minchia.

Il Genio delle Tartarughe di Mare. Un maniaco, in buona sostanza. E nell'anime non censurato è ancora più maniaco. Che gli frega di allenare Goku, Crilin e compagnia cantante, se può avere a che fare con una patonza? Beh, tocca dire che questo è il ragionamento tipico del maschio etero medio. Lasciamo perdere.

Poi c’è Bulma, che sin dalle prime battute si rivela un’appassionata di coda. Ma non esattamente quella di Goku, ecco... Passa da Yamko (di utilità paragonabile a Crilin) a Vegeta con la stessa facilità con cui io dico “ohi ohi è finita la Nutella”. E prolifica pure. Lei ha i capelli azzurri, suo figlio viola. Certo. Cromaticamente ineccepibile. Guarda che se Vegeta ti sgama, prima si fa sparire le sopracciglia e poi ti spiezza come un rametto secco. Per dire, eh.

Junior. All'inizio cattivo, poi buono. Fa preoccupare tantissimo tutti perché vuole sempre combattere con chiunque, 'sto capricciosone. E non può mica morire, sennò addio sfere del Drago. Mi fa venire in mente i bambini coi vestiti della domenica che vogliono a tutti i costi giocare a pallone con gli amici: ma no, che ti sporchi.

Canzone del giorno: These boots are made for walkin', Planet Funk
http://www.youtube.com/watch?v=TsMoYTf_9iY

venerdì 9 marzo 2012

Stramberie varie

L'ho già detto, ma è inquietante la quantità di gente che cerca "supposte" su Google; ed è anche più inquietante che quella gente finisca qui. E mi fa anche strano il numero delle visualizzazioni di questi giorni. Secondo me la mia pagina di Statistiche ha un bug o roba simile. Se così non è, la cosa genera in me lo stesso sconcerto che Tiziano Ferro può aver provato nello scoprire che notizia è l'anagramma del suo nome. L'unico anagramma grammaticalmente potabile di Valeria è laverai. Una massaia segnata, insomma.
Per continuare sulla scia delle stranezze, vi propino un articolo dei re delle stramberie web. Anzi, delle baggianate, diciamolo pure. "I virus parainfluenzali" di StaiBene: http://donna.libero.it/lifestyle/42131297/i-virus-parainfluenzali

Giusto, se esistono le parafarmacie esistono pure le parainfluenze, altrimenti non avrebbero ragion d'essere. Mi si spiegano tantissime cose. Meno male che c'è questa simpatica rubrica, altrimenti il venerdì sera non saprei che fare. Veramente.
I virus parainfluenzali sono i fratelli minori dell'influenza vera e propria, in pratica. Quelli sfigati. Gli eterni secondi. Quelli che godono sempre di minore considerazione rispetto al primogenito che invece è bravo in tutto: fa venire febbroni da cavallo, muco a valanghe, tosse in quantità tali da farti sputare i polmoni. E invece loro ti fanno venire una febbriciattola e un po' di raffreddore, che ti lascia indiscutibilmente le forze per dirgliene contro di ogni. Si applicano pure, però niente. Farebbero quasi tenerezza, se non fossero fastidiosi come delle zecche. O come il colore dei vestiti della regina Elisabetta.
Cosa dobbiamo fare, secondo questa rubrichetta che tante soddisfazioni mi dà, per evitare di essere contagiati da questi figli di un muco minore? "Lavarsi le mani", innanzitutto. Oh, grazie per avermelo detto. Tendo a infilarle in pertugi di cui non hai idea e poi a non lavarle, guarda. Se non ci fossi tu... "Evitare di toccare occhi, naso e bocca quando si è per strada e cambiare spesso l’aria negli ambienti in cui si vive o si lavora"; anche questa mi suona nuova. Vale la stessa cosa dei pertugi di cui sopra. Scema io che, se fuori è -10°, le finestre le sigillo col silicone. E che mi metto le dita sporche in un occhio, perché tanto ne ho due. "Ricorrere all’automedicazione responsabile": cosa vorrà dire mai? Bisogna farsi un esame di coscienza anche solo per prendere la tachipirina? Devo chiederlo a un padre confessore? O è che devo assumermi la responsabilità di quello che prendo? In forma scritta, magari... "Io sottoscritta Valeria nel pieno possesso delle mie facoltà di intendere e volere dichiaro" e il resto mettetecelo voi. Ultima perla (di pirla): "riposo". Ah guarda, col 38 di febbre di solito mi metto a ballare la mazurka in strada. Ancora una volta, grazie. Imprescindibile. Ma vi prego...

Canzone del giorno: Quelli che benpensano, Frankie Hi-NRG MC
http://www.youtube.com/watch?v=WEkdzc4EvF4

mercoledì 7 marzo 2012

8 marzo, anche se è il 7

Quanto tempo! Buonasera miei signori, come mi siete mancati... Giornate indaffarate, queste qui. Indaffarate di pulizie e dettagli inverosimili, ma indaffarate. Finalmente. E finalmente è tornato il wi-fi. Quanto mi mancava. Addio sala gelida che mi ha causato fiotti di muco perché il cavo ce l'avevamo solo lì. Adios. Anche se ad essere onesta al momento sono proprio qui... Vabbè. Che dirvi in questa giornata di fresco anticipo di primavera? Che pare che domani sia la festa della donna. Una scusa come un'altra per vendere fiori. Quelle che non hanno ricevuto niente a San Valentino potranno consolarsi domani, e per il solo fatto di avere un utero. Si premiano i meriti. Si si. Sorvolando le banalità da Italia sul 2 del tipo "la festa della donna dovrebbe essere ogni giorno", mi chiedo che valore possa avere questa occasione. E' l'unico modo per riuscire a vendere le mimose, fiore notoriamente difficoltoso? Tra l'altro penso di essere l'unica al mondo a cui le mimose piacciano DAVVERO. Mi piace proprio il profumo. E il fatto che siano a palline morbidine gialle. Giallo somiglia all'arancione quindi è bello. Ma per il resto la festa della donna lascia il tempo che trova, ammettiamolo. Ha perso del tutto il suo significato originario, che ahinoi trovate qui: http://www.amando.it/festa-della-donna/storia.htm

... Ma, ignorando bellamente la disgrazia che sottende a questa festa, StaiBene poteva esimersi dal darci i suoi consigli? Dalla sezione "donna" con furore, "Più bella per l'8 marzo": http://donna.libero.it/bella_fuori/42007281/piu-bella-per-l-8-marzo
D'altronde, qual è il modo migliore per commemorare delle operaie che lottavano per i propri diritti, se non quello di prepararsi delle ricettine (altro che Benedetta Parodi) per farsi belle belle? Sarà la stanchezza a parlare, ma lo trovo un po' triste.

Canzone del giorno: Surrender in dance, Lyriel
http://www.youtube.com/watch?v=2qLV7D1vbpc (link a strafottere, stasera!)

sabato 3 marzo 2012

Pensieri sparsi

Il brutto è che molta gente arriva qui cercando la parola "supposta". EvaQ mi ha condannata. Eh vabbè, quando troverò una pubblicità altrettanto becera da commentare le cose cambieranno. D'altronde, sfido a trovare una chiave di ricerca più scrausa di così in una sola parola.
Ieri primi veri pasticci in laboratorio. Il fatto che la reazione mi abbia dato una polvere arancione mi fa ben sperare. Se è arancione andrà tutto bene. O almeno ho bisogno di pensare che sarà così.
Oggi è stata una giornata che mi ha ricordato che la primavera si avvicina a grandi passi. Ma già da domani i prevede pioggia. Non sia mai che ci abituiamo bene.
In questi giorni si abusa di un giro di violino molto bello. Simpatia postuma, tanto per gradire. Sono tutti eroi, una volta morti. Sembra ipocrita solo a me? Dove erano tutti questi fan, quelli che adesso comprano a sbrega su iTunes, quando era ancora al mondo? Bah. Scetticismo.
Il primo abbozzo dei pensieri è più rapido della loro concreta formulazione, sicché ho la testa invasa da roba informe e imprecisa. Tant'è che arrivare a capo di questo post si sta rivelando un'impresa ardua. Quindi o chiudo qui.

Canzone del giorno: She, Green day
http://www.youtube.com/watch?v=OnF0pkWD2Tc

giovedì 1 marzo 2012

Il lavoro mobilita l'uomo

Oggi ho imparato che:
- quattro caffè al giorno non sono abbastanza;
- c'è gente che ha troppo da fare;
- c'è gente che ne sa più di te, e a pacchi;
- odio che mi si tenga la porta aperta per farmi passare;
- punzecchiare è divertente;
- la delicatezza non è il mio forte, ma già lo sapevo;
- sorridere fa effetto;
- il lavoro mobilita l'uomo;
- Trenitalia merita sempre più odio;
- Trenitalia mi ha fatto conoscere la persona con la faccia più gentile del mondo... Ma non la scuso lo stesso;
- i laboratori riservano sorprese;
- docce da laboratorio e dottorandi non vanno d'accordo;
- si possono inalare cose a caso per pura distrazione;
- gli abbracci non sono mai abbastanza;
- il dolce a pranzo non mi ci sta proprio, per favore fatevene una ragione;
- si può essere stanchi e contemporaneamente soddisfatti, pure se si è combinato poco.

E adesso nanne, che sono cotta.

Canzone del giorno: Over the hills and far away, Nightwish