venerdì 30 settembre 2011

Errata corrige

Mi sono sbagliata. Ho trovato il secondo calzino: è sempre stato qui. Che fessa. Quindi mi rimangio una delle frasi di prima: non vorrei essere col secondo calzino in questo momento, nossignore. Anche se in questo momento li ho addosso entrambi.
Se in questa piccola vicenda potete riscontrare metafore cosmiche o segni del cielo, rivelatemeli per favore. Vuol forse dire che il mio posto è qui? Che dato che i calzini sono entrambi qui il motivo per cui non mi sento scissa o anche solo scossa è perché sono esattamente dove dovrei essere? Se è così, beh... Il karma non ha capito un cazzo.

Dato che questo è un prosieguo dell'ultimo post non vedo perché mettere un'altra canzone del giorno, it wouldn't make sense.

Il calzino spaiato

Back in town. The small one, unfortunately. Però pensavo che sarei stata più triste; forse è solo che non me ne rendo ancora conto. Quello che sento ora è solo un po' di male alle braccia dovuto alla pesante valigia con cui ho riportato la mia vita dal punto B di nuovo al punto A. Con la speranza che la permanenza al punto A non duri poi così tanto...
La serata di ieri, per la quale non volevo illudermi con aspettative, è stata molto piacevole. Ma con quel finale agrodolce che caratterizza i finali in quanto tali. E con sensazioni strane che un solo abbraccio non può curare, per quanto io sia un'accanita sostenitrice della terapia delle coccole.


Nel trasloco ho perso un calzino, ebbene si. Se non altro era pulito, quindi c'è da sperare che le nuove inquiline non si scandalizzino troppo, ammesso che lo trovino. Due calzini divisi da 60 km circa. Vorrei essere con l'altro calzino! E non sono minimamente combattuta tra qui e là, no no. Loro sono spaiati, divisi; io no, assolutamente. Non sono spaiata, signore e signori! Mi spiace solo che i calzini siano divisi, mi piacevano. Pazienza.


Canzone del giorno: Non è per sempre, Afterhours (per una volta il titolo si accorda con lo stato attuale delle cose e dell'animo)
http://www.youtube.com/watch?v=xBRQcqwCPuA

giovedì 29 settembre 2011

Miscellanea universitaria

Oggi ho assistito alle prove di discussione di laurea di un'amica, che tra l'altro ha il fantastico vizio di fare crasi su crasi tra i modi di dire più improbabili (that's entertainment)... Under pressure-tatatataratata! Mi è venuta una certa agitazione ma ero contenta di vedere che alla fine sta arrivando alla concretezza di una laurea... Che strano che fa! E' adulto, tipo. Stranerrimo. Adulterrimo. Aaaaaaaah! Fuggo in preda al panico (magari con le manine a coniglio e la virilità tipica di Jean Claude).

Manco a fare in tempo a pensare il post di ieri, che oggi è arrivata la risposta. La decisione per me è stata presa. Niente cambio tesi ma stage post laurea nel laboratorio piùmeglio col progetto piùmeglio e la gente piùmeglio... Son contenta; potrò fare qualcosa di concreto, finalmente! E se non altro non dovrei ritardare la laurea, che schifo non fa (anche se la tesi si... Amen, si tratta di stringere un altro po' i denti).

Penultimo giorno da appartamentata. Soooooo sad! Stasera necessito di un Signor Finale. Col botto. E se il botto viene dallo stappare una bottiglia di vinello, tanto meglio. E se il botto non ci sarà... Lo creeremo ad hoc, tiè. Perché per divertirsi è indispensabile DECIDERE di divertirsi.

Canzone del giorno: Bohemian rhapsody dei Queen... C'è davvero bisogno che ve la commenti? :)
http://www.youtube.com/watch?v=fJ9rUzIMcZQ&ob=av2e

mercoledì 28 settembre 2011

What a mess

Giornata un po' così, almeno fino ad ora. Avete mai sentito la necessità che fosse qualcun altro a scegliere per voi? Siete mai stati tanto stufi di pensare e vagliare le opzioni alla ricerca di quelle migliori, da voler mollare tutto e lasciare agli altri le sorti del vostro destino? Ecco, più o meno la situazione è questa. Vorrei addormentarmi e risvegliarmi poi con una decisione già presa, preconfezionata. Sono un po' esaurita, lo ammetto. Forse c'è qualcuno lassù che pensa che 'sta immane razione di sfiga degli ultimi tempi, io la possa sostenere. Ecco, comunico a chicchessia che SI STA SBAGLIANDO. Uff...
Mi sono resa conto che c'è un testo calzantissimo alla mia situazione: stuck in a moment degli U2. Non sono una loro fan, ma ci sta tutta. Mi limito a un pezzo di ritornello, ma tutto il testo sarebbe perfetto: you've got stuck in a moment and now you can't get out of it.

Stasera si preannuncia il mio ultimo mercoledì universitario (pur continuando, ahinoi, a essere un'universitaria). Ho già detto che tutto questo mi mancherà, non è necessario approfondire di nuovo il discorso... Anche perché ultimamente i miei post tendono al melenso in una maniera allucinante. Lo ammetto, tanto è inutile girare attorno a un dito (cit.). Ma dato che l'idea di essere mielosa non  mi piace, prometto che cercherò argomenti più scialli e meno paranoici. E in questo aiuterebbe moltissimo smettere di guardare i video di Onision, per quanto mi piaccia psicanalizzarlo (e anche guardarlo, via... Un bel figo non fa schifo mai). E poi questo blog non è nato con l'idea di rendere i miei amici partecipi delle mie pare! Voleva essere un qualcosa di tranzollo... Epic fail.

Canzone del giorno: Pulling teeth, Green day
http://www.youtube.com/watch?v=EnNclyiyPHQ

martedì 27 settembre 2011

Quesiti esistenziali 1 e 2... E risposte

Questo è il secondo post di oggi, anche se di quello precedente non c’è più traccia. Il primo ha avuto una vita di poche ore, poi ho sentito la necessità impellente di cancellarlo. Era troppo boh. Era arrabbiato, ecco. Perché ero troppo arrabbiata io. La chiarezza con cui mi si è rivelato, oggi, quale tesi dovrei fare è stata destabilizzante, nella sua ovvietà. Non era destino che questa cosa finisse bene, evidentemente… Sarà mica perché il primo anno mi hanno fatta andare al Pedrocchi, nonostante non volessi? Vorrei fosse chiaro che NON VOLEVO! Evidentemente non conta… Risposta al primo quesito ottenuta.

La mia coinquilina figa, trentina e ruttona (stasera, dando fiato alle trombe, avrebbe potuto spegnere alquante candele… Fidatevi) mi chiede perché pure le donne che fanno parte della categoria “non so mettermi l’eye liner” sentono l’esigenza di comprarsi della roba da femenazze quando sono giù; ottimo secondo quesito per oggi. La risposta? Beh, vediamo... Compensiamo con dei beni materiali quello che non possiamo avere dal punto di vista emotivo, e questo ve lo può dire anche uno psicologo della mutua (con rispetto parlando). E pure io ve lo posso dire. Trovare qualcosa che ci faccia sentire belle rinfranca l’autostima lesa dalla tristezza del momento; se non belle, qualunque aggettivo positivo vi venga in mente. Colte (libri), fini (un qualcosa di molto raro e possibilmente anteguerra… Prima o seconda che sia, poco importa), cazzute (scarponi da montagna o pistole semiautomatiche). Basta comprare.
La domanda, ora, sorge spontanea: stiamo davvero meglio dopo la spesa? Si può comprare la felicità? Ovviamente no, ma il punto è riuscire a chiederselo nel momento in cui sei alla cassa con sei paia di scarpe, due borsette, tre vestiti e un cappotto. Ti senti sollevata per un buon 10 minuti, questo ve lo concedo; ma poi morta lì, ciao le balle, tanti saluti, arrivederci e grazie, torni a trovarci. Non bene. Se la spesa è piccola o rara ci si può stare, ma in caso contrario è il caso di farsi delle domande serie. “I love shopping” ci avrà pure insegnato qualcosa no? Si, che se spendi e spandi in dissolutezza troverai un uomo ricco e bello, lo sposerai e avrai dei figli. Brava Hollywood, educativa ancora una volta.

Canzone del giorno: A sangue freddo, de Il teatro degli orrori
http://www.youtube.com/watch?v=sIn3Z54fi5Q

domenica 25 settembre 2011

Tra censimento e futuro

Carte del censimento compilate. E mi è venuta un po' di tristezza quando mi si chiedeva "dove risiede?", e io "in questa abitazione"; "dove risiedeva l'anno scorso?" "in questa abitazione"; "dove risiedeva 5 anni fa?" "in questa abitazione". Non è tristissimo? In 5 anni non è cambiato niente. Ok, nel 2006 avevo appena finito la maturità, quindi dove volevo andare... Ma minchiaccia, fa tristezza lo stesso... Spero che tra 5 anni non dovrò barrare di nuovo la stessa casella, sennò mi deprimo forte. Non si può pensare che a 29 anni io sia ancora qui al paesello, specialmente perché non c'è niente che mi ci leghi! Almeno, quasi niente... Però non è questo il mio posto, poco ma sicuro. L'ho sempre saputo, ma il coraggio di pensare di andarmene ce l'ho da poco. Sarà che sono cresciuta, sarà che ci sono state persone che mi hanno aiutato tanto a capirlo. Ma TANTO. Da sola non ci sarei mai riuscita, temo. Dipendo da certe persone come i ragazzini dipendono dalla wii (o è già passata di moda? Qualcuno me lo dichi! Dicetemelo! Non sapere dà fastidio). Forse non è un bene, ma tra un po' sarò obbligata a camminare con le mie gambe, vedremo se ci riuscirò. Ce lo sapremo dire.

La fatidica decisione di cui parlavo un paio di giorni fa non è ancora stata presa... La tentazione è forte, ma i limiti logistici anche. E' una situazione che credo di dovere alla mia inettitudine e alla mia disinformazione preliminare, unita a un'epica dose di sfiga. Ma veramente epica, che dura da un buon 6 mesi (tipo da quando ho iniziato la tesi... Sarà un caso? Dannazione, karma, ci arrivo sempre dopo). Spero di chiarirmi le idee in velocità, ma non è facile. Prendere da sola decisioni importanti non è mai stato il mio forte; mi ci devo abituare. Non è un'opzione.

Canzone del giorno: Il sentiero dei Rivolta
http://www.youtube.com/watch?v=Muc4TP5gHmQ

sabato 24 settembre 2011

Slip salvi, cervelli no

Che dire, nel giorno del satellite che ci si doveva sfracellare in testa e del tunnel della gelmini (cercate #tunnelgelmini su twitter, vi prego... C'è da piegarsi dal ridere)? Dai, son notizione! Quasi più orride della nuova pubblicità dei salva slip con le due galline, tra l'altro doppiate malissimo, che mentre fanno finta di lavorare sentono la necessità di farsi sguardi complici e ammiccamenti. E perché? Perché una delle due va a cambiarsi lo slip, come dice lei; e questo con la faccia con cui alla elementari si mandava un bigliettino al bambino che ci piaceva con su scritto "mi piaci. io ti piaccio? si/no" con annesse caselline da barrare. Le più temerarie mettevano anche qualche riga a disposizione del malcapitato in cui lui potesse motivare la sua scelta; il più delle volte veniva riempito con un "boh". Oggi non si usa più, c'è troppa tecnologia e i ragazzi son diversi; spesso mi capita di pensare, vedendone certi esemplari femminili, che faranno prima a restare incinte che a finire le scuole dell'obbligo. Tant'è.
Ma non usciamo dal seminato, please. L'altra gallinacea ribatte alla prima che ha la pelle troppo sensibile, là. Ora, ce lo dovevi proprio dire? Dovevamo proprio saperlo, che la bernarda ti si arrossa come l'interno di un'anguria con una certa facilità? Che le tue apparecchiature di bassa manovalanza hanno bisogno di una manutenzione delicata? Ma vallo a dire a tuo moroso/compagno/trombeur occasionale. Ma scusa! Pausa in cui la voce fuori campo ci illustra i mirabolanti vantaggi del salva slip in questione, e in cui io personalmente tento di ripigliarmi. Segue una brillante chiusa, dove colei che millantava una patata fiammeggiante si converte al miracoloso salva slip. Anche qui, atmosfera eterea e ammiccamenti degni di... Onestamente non mi viene un paragone sufficientemente agghiacciante. Beh, 'ste due fanno delle facce fintamente complici, sciocche, infantili... Come quando una bambina vede mamma e papà che si danno un bacio; ecco, esattamente quella faccia. Quel mezzo sorriso di vergogna. E veramente da galline, tanto che mi imbarazza quasi guardarle. E il doppiaggio terrificante non aiuta.
'Sta pubblicità fa schifo solo a me, tipo? Tipo.

Canzone del giorno: Invidia dei Delain (I don't wanna be liiiiiiiiiike yooooooooooooou)
http://www.youtube.com/watch?v=yfKlxawqoYM

venerdì 23 settembre 2011

Sfighe o scelte?

Le prime visualizzazioni dal Portogallo! Oh come sono contenta! Brava coinqu! Sono lusingata!

Di nuovo, mi trovo in bilico... Non tra santi e falsi dei come vorrebbero i Negramaro, ma tra scelte diverse da cui potrebbe dipendere il resto della mia carriera, ancor prima di cominciarla. E' una faccenda seria e io non riesco a venirne a capo. I vantaggi e gli svantaggi ci sono da entrambe le parti. Riuscirò a quantificarli? Alla fine sto brontolando da mesi dietro a una tesi che arranca. Mi si dà la possibilità di cambiare, dunque va da se che dovrei accettare. Cosa mi frena? Il tempo in più, i soldi in più, il fatto di non aver più l'appartamento, il pensiero di aver perso mesi e mesi per l'anima del cazzo (volendo usare un francesismo). La frustrazione si spreca. D'altra parte, se cambiassi, forse avrei più prospettive per il post laurea. Ci ho una crisi? Ci ho una crisi. Da tonnellata. E devo decidere in prestezza. Non sono brava a scegliere le cose. Mai stata.

Se rifiutassi, avrei ancora diritto di lamentarmi della mia tesi attuale? Secondo me c'è un momento in cui si smette di essere vittime e si inizia ad essere complici, ed è quello in cui ci rifiutiamo di cambiare le cose pur potendolo fare. Se puoi cambiare le cose e non lo fai, vuol dire che te la sei voluta. Quindi poche pezze, non lamentarti e non rompere i coglioni in giro. Chi è causa del suo mal pianga se stesso e non sfracelli gli altrui zebedei. Perché quella non è più sfiga, è scelta deliberata. Scelgo di non scegliere, rimanendo nella condizione più disagevole. Magari compiacendomene. Ma dove ti portano le non scelte? A essere sballottata di qua e di là, e finché ti va di culo è un lusso, ma poi... Se va male vorresti poter dire che tu non hai voluto questo. Eh no bella, l'hai voluto proprio. Non hai scelto l'alternativa, magari perché era più scomoda, in salita, ripida e irta di ostacoli, o magari solo perché non volevi stare lì a pensarci e farti troppe paturnie; quindi hai scelto di non scegliere. Ma alla fine ne è valsa la pena? Prenditi le tue responsabilità, tesoro.
Parola d'ordine: combattere. Spero di ricordarmene.

Canzone del giorno (di nuovo): Wo bist du? dei Rammstein (di tedesco non so un'acca, però questa mi piace lo stesso)
http://www.youtube.com/watch?v=j-kjkBjdHJw

... And the band begins to play (ho bruciato la dedica a qualcuno?)

Giornatina inacidita. Rancida. Sull'orlo della putrefazione. Se avete altre immagini graziose mettetecele voi.
In questo clima, mi lancio verso qualcosa che non vi ho ancora proposto e che non faccio da un po', sebbene fosse una mia abitudine: parodie di canzoni. Qui posso proporvi solo il testo, spero che si capisca lo stesso anche se non canto. Questa dovrebbe essere "Cicale cicale" di quella snodatissima barbie (negli anni '80, s'intende) di Heather Parisi.

La sfiga infaaaaame! Infame infame infaaaameeeeeee!
E c'è una tiiiiiipa! Che invece non ti aiuta miiiiiiicaaaaaaaaaa!
Sierologiche, pipette e anche più! Lei ha deciso che le non vedrai mai più!
Ma vai a cagaaaare! Fossi qui, ti potrei bastonaaaaareeeeeeeeeeeee!

Chi ha orecchi per intendere, intenda. E chi non li ha, se li lavi.

Canzone del giorno: Gli anni degli 883... Malinconica e contemplativa, oggi ci sta tutta. Ma per oggi sarà davvero finita qui? Ai post(eri) l'ardua sentenza
http://www.youtube.com/watch?v=gVx2hMLuY_4&ob=av2n

giovedì 22 settembre 2011

From cattle sheds to stars

Lo ammetto, ho latitato. E' che, finalmente e incredibilmente, HO AVUTO DA FARE! Ora però rimedierò alle mie mancanze, complici la chiavetta internet della coinquilina rimastami e il disappunto di un giovane dandy ciuffo-munito. Ieri è stata una giornata altalenante, partita dalle stalle e finita alle stelle... Avevo dimenticato il significato di GIORNATA PIENA. Mi fa strano che tutto quello che ho fatto, l'ho fatto ieri. Beh, piano, così sembra che abbia inventato la fusione a freddo o simili... No, niente di così trascendentale... Anche se salvare il mondo rientra nei miei piani, lo ammetto.

Le scelte si fanno in pochi istanti e si scontano per il tempo che rimane (cit.)... E' vero, e io sto ancora pagando una scelta fatta a giugno 2010, e continuerò a pagarla, mannaggia zozza. Sono queste le stalle a cui mi riferivo. Ma poi, grazie a della buona compagnia, una torta improvvisata e del fragolino, niente è sembrato più così infimo e stalloso. E' perché la gente intorno a me rideva, o sorrideva. Il che implica una Valeria contenta. Stelle.

Quanto mi mancherà tutto questo? Troppo. Le persone che ho trovato qui le troverò difficilmente le troverò altrove, già lo so. Devo tenermele strette come si fa con i tesori più preziosi... Anzi no, di solito i tesori sono nascosti in atolli sperduti (isole del tesoro mica per niente!) che richiedono viaggi assurdi e mappe intricatissime... E di solito nel viaggio (ovviamente in mare perché ormai Jack Sparrow ci ha abituati così) muore pure qualcuno... Eh no, eh! Metafora sbagliata. Gli amici sono più simili a un ninnolo, magari a una collanina di nessun valore economico ma piena di quel ridondante "valore affettivo" che ogni tanto si cita a sproposito... E quella collanina te la porti sempre dietro, c'è poco da fare. Anche se dovessi perderla distrattamente, non potresti dimenticarla. Lo sto già sperimentando con la coinquilina ita in Portogallo... Se stai leggendo questo post, sappi che mi manchiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!! E mi sento di dirlo anche a nome della virago con cui condivido la stanza... Cacchio quant'è sentimentale questo post, troppo. Se scrivo un po' di parolacce vado a pari? Uhm, no dai... Troppo facile.

Canzone del giorno: I wanna be sedated dei Ramones
http://www.youtube.com/watch?v=-_wssByW7JQ&feature=related

lunedì 19 settembre 2011

Dedica e Tempere

Oggi è stato l'ultimo giorno italiano di una delle mie coinquiline... Chissà se Lisbona sarà in grado di tenerle testa! Si può dire che per me sia stata un pastello molto efficiente (e i miei lettori più fedeli - sti cazzi valeria, tiratela meno - sanno a che cosa mi riferisco), sia nei momenti seri sia in quelli più faceti; ho un vago ricordo di lei che saluta tronfia la folla agitando la mano con le dita serrate e con una coroncina fatta con l'etichetta del lambrusco in testa. Bella coinqu.

Oggi mi sono data agli art attack. Avevo dimenticato quanto fossero goduriose le tempere, almeno fino a quando non devi lavare tutto quello che hai usato. E se hai la pelle secca sulle mani, l'alone non se ne va. Ho un pollice blu e uno fuxia e mi chiedo cosa farmene; almeno fossero stati rosso e verde avrei potuto mimare un semaforo (ma l'arancione?). Ah, e sono anche riuscita a sporcarmi la faccia; 24 anni li ho solo all'anagrafe, lo ammetto.
Se la pelle è secca il colore si imprime di più... Riuscirò a tirare fuori una balorda metafora anche da qui? Ormai mi viene facile (di nuovo, valeria: sti cazzi!)... Però ha senso: se abbiamo un ambito in cui siamo particolarmente secchi, stitici, inefficienti e cippalipposi, il colore proveniente dall'esterno ci può marcare in modo molto più netto piuttosto che se avessimo le nostre idee, la nostra pelle normale. E non è sempre un bene... Il più delle volte tocca lavarsi con la brusca, dopo queste iniezioni di colore, togliendoci il più delle volte la pelle secca e esponendo al mondo quella bella rosa e viva. Non che le opinioni altrui e il confronto siano un male, anzi; però partire senza un'opinione propria in un dialogo rischia di farci marchiare con un'opinione altrui preconfezionata e non ponderata, che andrà solo a coprire superficialmente la nostra pelle secca. No ma ci perdo pure del tempo, su ste cose... Assurdo! Ecco, la mia ita coinqu probabilmente mi riporterebbe più coi piedi per terra... Cacchio, avevi proprio una ragione sociale qui!

Canzone del giorno: questa non è solo un brano carino e orecchiabile, ma una grande verità di una che finalmente ha fatto sapere al mondo che Girls just want to have fun... Cindy Lauper ti adoro! Anche se probabilmente, con tutta la lacca che hai usato, il 50% della colpa del buco nell'ozono è tua (e l'altro 50% di Nik Kershaw). Video colorato, esagerato, vivace, sciocco... Come tutto negli anni 80
http://www.youtube.com/watch?v=PIb6AZdTr-A

domenica 18 settembre 2011

Musica atto IV + chicca

Quando ho voglia di scrivere un post (cioè tutti i giorni) ma non ho ben chiaro su che cosa (cioè quasi tutti i giorni), i post musicali sono la mia ancora di salvezza. D'altronde la musica mi piace da sempre.
Stasera si va giù di Spagna con i Mago de Oz (sulla a ci andrebbe la dieresi, ma non sono capace di metterla); wikipedia li definisce come un gruppo folk metal/medieval rock, e non a caso. La cosa che più colpisce ascoltandoli è che suonano veramente benissimo, hanno delle melodie meravigliose e arrangiamenti che riesco a definire solo fotonici (perché la terminologia specifica piace sempre...), che calzano come un guanto a ogni canzone: ad esempio, andate ad ascoltarvi La cancion del pirata e poi ditemi se non ho ragione. Il cantante ha una voce un po' troppo alta per i miei soliti gusti, ma tocca dire che ci sta...
Le musiche sono ottime e, come piace a me, stanno su da sole anche senza la voce. La melodia stitica che, se privata della voce, crolla a picco, mi dà proprio sui nervi. E invece loro no. La conferma maggiore di questa mia affermazione viene da La leyenda de la llorona, solo strumentale. Vivace, allegra, folk, ben fatta. Autosufficiente! Altre canzoni che potrei consigliarvi... Beh, un po' tutte: La posada de los muertos e Fiesta pagana (adoroooo) se vi piacciono le canzoni più energiche, mentre se preferite qualcosa di più delicato c'è La rosa de los vientos o Para ella. Spaziano, i ragazzi. E gli viene bene.

Stanotte ho dormito con una bella topa. Lei:
(oddio sono in grado di mettere le foto nei post. La commozione, non cerebrale, si spreca). Grazie amiche! Sapevate che per i miei 24 anni mi serviva un regalo così!

Canzone del giorno: The man who sold the world nella versione dei Nirvana (l'originale dovrebbe essere di David Bowie)
http://www.youtube.com/watch?v=fregObNcHC8&ob=av2e

sabato 17 settembre 2011

De retardataribus

La vita di un puntuale è un succedersi di solitudini immeritate (cit.)... Penso che stasera ne avrò ulteriore conferma. Si può dire, tuttavia, che c'è ritardo e ritardo, di tipo più o meno preoccupante. E sappiamo tutti qual è il ritardo che preoccupa di più, è inutile che ce lo diciamo. Io ho imparato a essere ritardataria dopo aver subito i ritardi altrui a iosa. Un fottio di ritardi. Copiosi. Imprescindibili. E tristi. Ho scoperto che stare dall'altra parte della barricata è più divertente, quindi in ritardo ci arrivo anch'io; però sono ancora una novellina, quindi c'è chi mi batte... Trenitalia, ad esempio. Che domani ha anche il coraggio di scioperare, e io ovviamente dovrei prendere il treno. Fuck. Ma almeno l'inefficienza di trenitalia è una certezza, solida come il granito e dura a morire. E' bello avere delle certezze, anche in negativo; se non altro sai di chi NON ti devi fidare. Trenitalia non mi vuole mica bene. No no. La si può citare per danni morali? Mah, mi informo e vi faccio sapere.
Subire un ritardo è brutto... E' crepuscolare, decadente, fa schifo. Più o meno come questo post (la già non alta qualità va scemando, chiedo venia).

Canzone del giorno: Little sister dei Queens of the stone age
http://www.youtube.com/watch?v=hGRqnNEOpe0&ob=av2e

venerdì 16 settembre 2011

Meriti immeritevoli

... è che ultimamente si considerano come meriti cose che non lo sono. Due in particolare: la sfiga e la bellezza. Della prima ne so a pacchi, fidatevi. Ma non è un merito. Qual è la logica che sta dietro a questo? L'immeritata beatificazione a posteriori, probabilmente. Se a uno capita qualcosa di brutto diventa automaticamente una persona meravigliosa che non se lo meritava proprio. Ora: che non se lo meritasse è un conto, che la persona in questione sia meravigliosa è un altro. Solo che così il fatto sfigato viene enfatizzato, perché successo a una persona brava&buona; quando spettegoli, fai più punti così. E' il malsano gusto di voler gonfiare ancora di più un fatto che già di per se è infelice. Però se racconto una cosa più grossa fa più figo. Tesori miei, la sfiga è sfiga e basta. E dovrebbe prescindere dalla persona a cui capita. DOVREBBE. E, ancora di più, non bisognerebbe farne un merito al malcapitato di turno, a posteriori. Sei stato sfigato una volta, quindi sei una brava persona? Tanto buona e tanto cara? Nossignore. Le ingiustizie capitano anche alle persone cattive, e non per questo possono essere assunte allo status di meritevoli. Se uno è una merda è una merda, nella buona e nella cattiva sorte.

La bellezza, poi... Dai concorsi tipo Miss Italia in poi, è tutto un riconoscere premi alle persone belle. Attenzione: non sempre i premi sono uno scettro e una corona. Più spesso, infatti, si tratta di riconoscimenti di primo acchito meno evidenti, ma proprio per questo più subdoli. E non sto parlando solo di attori o presunti tali, che recitano con l'espressività di una sedia a dondolo ma appagano l'occhio. E neanche di starlette in grado si e no di recitare la tabellina dell'1, ma con un derriere di tutto rispetto. No... Pensiamo solo ai vantaggi immeritati che offre l'essere belli: ad esempio, trovo che i belli vengano perdonati più facilmente dei brutti, a parità di errore. Il "però dai, è tanto carino" come giustificazione a qualsivoglia comportamento (esclusi pochi casi) è a dir poco logoro ed abusato. E vogliamo parlare poi dei lavori in cui si richiede la fantomatica "bella presenza"? Se lavori a contatto col pubblico è ovvio che il pubblico medesimo non voglia trovarsi davanti all'Ugly Betty de noantri. Ma una deve essere figa per forza per fare la commessa? Non potrebbe semplicemente tenersi in ordine e, soprattutto, fare bene il suo lavoro? E poi si dice "ma no io guardo se una persona è bella dentro"... Cazzate da ipocriti. Viviamo in una società tutta culi e tette, tutta estetica, quindi è palese che la bellezza venga riconosciuta come merito. Posso farvi presente che non lo è? Che sono solo geni alla rinfusa? No, per dire.

Non pensavo che sarei tata così velenosa stasera, ma minchia. Se non altro mi sono sfogata, sia a causa di questi concetti sia per una giornata che non è stata delle migliori. Lo ammetto, la mia giornataccia è filtrata nel post. Ciò non vuol dire che io non pensi quello che ho scritto.

Canzone del giorno: I won't let the sun go down on me, di Nik Kershaw... Ripigliamoci un po' dopo 'sto post, valà.
http://www.youtube.com/watch?v=zqqXMXpyAkE

giovedì 15 settembre 2011

B-day, il giorno dopo

Sembra ieri che avevo 23 anni. E invece era ieri l'altro. Cambiamenti, differenze, pensieri profondi in più, cazzi e palazzi vari? Ovviamente no. Ma mi fa strano lo stesso, complice anche l'alcol che non ho del tutto smaltito da ieri sera. Se non altro mi son divertita! Quello che poi verrà da questo numero pari, lo scoprirò strada facendo... Magari non cambia niente e io sono qua a farmi paturnie per nulla; più che probabile. Tant'è.
Grazie a tutti quelli che c'erano ieri sera... Tanti auguriiii aaa meeeeeeeeeeeeeeeee...

Canzone del giorno: rock commerciale, un po' retrò ma non molto... How you remind me dei Nickelback
http://www.youtube.com/watch?v=1cQh1ccqu8M&ob=av2e

martedì 13 settembre 2011

Appello al tempo

Ultima mezz'ora da ventitreenne. Uff, non mi piacciono i numeri pari... E poi 24 son tantoni. Uno dovrebbe aver già fatto qualcosa! Come dico sempre, dopo i 24 ci sono i 25, dopo i 25 i 30, dopo i 30 i 40 e a 40 sei finito. Fermati tempo, abbi pietà! Dammi modo di trovarmi una strada, non è che poi essere così implacabile. Non è carino... Si passa in tempo 0 dallo stato di bambina a signorina a zitella. Non è piacevole! Sei corruttibile, tempo? Quanti soldi vuoi? O se non vuoi soldi, cosa vuoi? Fatti vivo e fammi sapere.
Chi vuol esser lieto sia, di doman non v'è certezza...

Canzone del giorno: You spin me round, versione dei Dope
http://www.youtube.com/watch?v=YPQwyXw-OUk

lunedì 12 settembre 2011

La metafora del pastello

Complice un mal di testa imbarazzante, non so bene cosa scrivere. Giuro che, per una volta, ci avevo pensato! Evidentemente il karma non vuole che pensi prima, alle cose da scrivere. Non sia mai che mi venga un post sensato. Mi pare giusto.

Vi siete mai sentiti come se foste un colore a matita? Io si. Se appoggi una matita a un foglio e la lasci lì, ferma, quella non scrive. Devi premere un po' e trascinare, consumando la punta quel tanto che basta a lasciare una traccia di colore nel bianco dell'A4. Questa metafora della miriminchia serve a dire che per lasciare il segno nell'esistenza di qualcuno ci si deve consumare un po'. Che pensiero profondo, eh? Sti cazzi. Se avessi del buon senso mi vergognerei a scrivere di sta roba, come se fossi l'ultima delle sfigate. Però il buon senso non alberga nei miei geni. Lasciare il segno consuma, ma ne vale la pena. Cosa te ne fai a 90 anni di essere una matita ancora intera? Quel foglio probabilmente ti sopravviverà, quindi se ci lasci sopra il segno potrai dire di aver marchiato il mondo anche per i posteri. Se invece sei una matita intera e non hai dato niente, beh... Non hai messo a frutto le tue potenzialità, non hai fatto quello che eri stata creata per fare. E probabilmente verrai gettata anzitempo! Pensate al pastello bianco della scatola di colori da 24: non lo si usa quasi mai, rimane sempre intero mentre il resto della scatola si consuma. Cosa succede alla fine? Rimane solo, e verrà comunque gettato perché tanto ci si comprerà una scatola nuova di colori in cui c'è di nuovo il bianco.

Che fare, dunque? L'unica cosa che mi sento di dire è: SII PASTELLO. Ridi, piangi, scherza, ma soprattutto condividi. L'uomo è un animale sociale, da soli saremmo persi sin dalla nascita. E allora, sii sociale fino in fondo. Se ti accorci, se vai temperato ogni tanto, se alla fine della tua vita sarai un mozzicone inimpugnabile... Beh, credo proprio ne sarà valsa la pena. Ma non permettere che possa impugnarti chiunque, traccia i segni che vuoi. Non tentare di essere un altro colore, intenzionalmente o facendoti manipolare da un disegnatore poco onesto.
Personalmente vorrei essere un arancione, ma credo mi si addica di più un verde smeraldo scuro. O un bel color tempesta, come dice mia nonna a proposito del colore dei miei occhi.

Cacchio se si vede che ho mal di testa!

Canzone del giorno: Save a prayer, Duran Duran (absolutely 80's)
http://www.youtube.com/watch?v=6Uxc9eFcZyM&ob=av2n

domenica 11 settembre 2011

PhA

Altro spunto da Onision, prima o poi mi sgama e mi chiede i diritti. Domandona: si può pensare di stare con qualcuno che fisicamente ti repelle? Fino a qualche tempo fa avrei detto di si, ma l'età avanza e con essa il cinismo. Non si può prescindere dall'esteriorità di una persona, magari! (e se questo "magari!" vi fa pensare che lo dica perché sono una cozza... Beh, avete ragione) Siamo esseri umani, è normale e non disprezzabile. La prima cosa che notiamo di una persona è l'aspetto, per forza! A quello ci troviamo davanti, quando non conosciamo ancora qualcuno! E spesso è una componente fondamentale delle relazioni interpersonali, altrimenti non si spiega la massacrante ricerca della bellezza che gli ultimi decenni ci hanno gentilmente offerto. Quando ti metti con uno non può farti schifo esteticamente "ma è tanto bravo e ci vogliamo bene"... Balle. Ballissime.
Non dico che i brutti non abbiano speranza, perché fortunatamente la bellezza è oggettiva solo in parte. Diciamo che ci sono dei canoni di base oggettivi su cui si innestano secondariamente i gusti personali. Se poi siete come me, avrete la stramba capacità di trovare belle le persone che vi stanno simpatiche; giuro che è vero. Uno mi sale anche di punti estetici se mi garba a livello umano, il che effettivamente mi facilita il gioco: non può piacermi uno che esteticamente mi fa schifo perché se mi piace dentro mi piacerà fuori di riflesso. Complicato ma vero (che per le portatrici di utero è un motto di vita).
Ciò non toglie che, purtroppo, l'estetica sia importante. Sarebbe molto più giusto se avessimo tutti lo stesso aspetto, così da lasciar decidere alla morale e ai sentimenti, ma non sarà mai così. Oltretutto, il nostro PhA (Phisical Appareance... Volevo fare la  figa con le abbreviazioni, lo ammetto) non lo decidiamo noi ma la genetica, quindi è parecchio ingiusto che qualcosa NON scelto da noi debba rappresentarci. Però è così. Giusto no, vero si. Quindi le ipocrisie a riguardo che vedo in giro per il mondo mi suscitano alternativamente rabbia o derisione.
Se avessi potuto scegliere, non avrei di certo l'aspetto che ho. Figurarsi, vorremmo essere tutti figoni cosmici. Se però fossimo tutti belli, riconosceremmo ancora qualcuno come "bello"? Probabilmente no, il bello è un concetto che il più delle volte scaturisce dal paragone con il brutto. Quindi i brutti servono a farci apprezzare i belli. Pure io ho una funzione sociale, yeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!

Canzone del giorno (in seconda): Purple di Skin
http://www.youtube.com/watch?v=0cRn4utf9Pk

Femminilità tra serio e faceto

Le donne si dividono in due categorie principali: quelle capaci di mettersi l'eye liner e quelle no. Appartengono alla prima categoria le pulzelle (o ex tali) che presentano in maniera spiccata tutte le caratteristiche femminili secondarie: amano vestirsi fashion, sfogliano riviste di moda, sono mega aggiornate sul gossip, si curano molto, sono vezzose. Emanano femminilità (nel senso più comune del termine) da tutti i pori. Sanno mettersi l'eye liner. Poi ci siamo noi della seconda categoria. Quelle che non sanno stare sedute con le gambe chiuse, che amano il rutto libero, che non disdegnano di prendere delle belle mine quando capita, che non parlano forbito, che non schifano le parolacce, che se le vedi in gonna sappi che è l'annuncio ufficiale dell'arrivo dell'apocalisse. Che non sanno mettersi l'eye liner, appunto. Noi, tronfie portatrici di più testosterone della norma. Che vorremmo starcene beatamente irsute 365 giorni all'anno. Che ci tuffiamo a bomba. Che mangiamo schifezze. Che non abbiamo paura delle lucertole. Non so, ma per quanto rude a me piace essere così.

... e poi non è che manchiamo di femminilità, tutto sommato. Cos'è la femminilità? E' davvero soltanto una combinata di minigonne e tacchi a spillo? O c'è qualcosa di più? Quando pensiamo al concetto di femminilità, cosa ci viene in mente davvero? E' una questione di apparenze o di interiorità? Per quanto mi riguarda non mi sento esteriormente femminile, ma a volte mi ci sento a livello umano. La donna di solito è più portata alla sensibilità e all'empatia, tra le mille altre cose che potrei dire. Certo, ogni singolo soggetto fa storia a se, e generalizzare è pericoloso. Ma parlando per sommi capi si può dire che sia così. O forse è solo la mia insensata voglia di poter pensare, ogni tanto, che sono conforme alla bernarda che ho in dotazione.

Canzone del giorno: La costruzione di un amore di Ivano Fossati (per quanto il nickname di chi l'ha pubblicato su youtube sia davvero ingannevole, giuro che non sono stata io). Cambiamo genere...
http://www.youtube.com/watch?v=yo0m2UmpySM

giovedì 8 settembre 2011

Ipercriticismo: modalità "on"

E' che noi donne siamo ipercritiche. Verso di noi, verso le nostre pari, e pure verso il sesso opposto (che il più delle volte è allegramente inconsapevole di ciò). Per quanto i soggetti a cui è direzionato il nostro senso critico possano variare, la sostanza non cambia: sappiamo essere veramente delle infami, poche balle. Il femmineo grado di maligna critica varia a seconda del nostro grado di autostima, dettato da vari fattori permanenti (coscienza di se e degli altri) e transienti (un modo figo per dire "ciclo"). Possiamo autodevastarci e devastare gli altri/le altre per varie cause, le più disparate a seconda delle situazioni in cui ci troviamo e dell'umore che abbiamo. Ma procediamo per gradi e con ordine, valà.

Se l'oggetto della nostra critica siamo noi stesse, beh tanti auguri. Ci possiamo linciare, flagellare e autolapidare per inezie a cui non può far caso nessuno. Anzi, può farci caso solo una Donna con Ipercriticismo in Fase Acuta (DIFA), a cui non sfugge neanche la conta dei peli del naso. Tutte possiamo essere DIFA, basta trovarci nel momento sbagliato. Perché tante volte siamo psicotiche, dai. Ammettiamolo. Essere più intelligenti degli uomini vuol dire anche essere più cervellotiche. La Donna Auto Ipercritica (DAI, proprio come l'esortazione... Sarà mica un messaggio subliminale? Si, ma casuale) se si fa la riga in mezzo conta i capelli da una parte e dall'altra per vedere se sono divisi perfettamente a metà. La DAI si depila sette volte prima di uscire anche in inverno, prepara intelligenti (?) conversazioni mentali e soppesa ogni parola. Ma tanto non basta, non sarà mai soddisfatta di quello che fa/dice. Se si veste bene poteva vestirsi meglio, se si mette troppo bene per un'occasione informale si sarebbe voluta mettere peggio ("quasi quasi la prossima volta non mi lavo neanche..."), se fa una battuta poteva farla meglio e rimugina una buona mezz'ora su come possono averla presa gli astanti, i quali generalmente se ne fregano e proseguono la conversazione lasciando la DAI in preda alle sue psicosi e a perdere, in silenzio, una mezz'ora di vita che non le ridarà nessuno. La DAI è figlia dell'insicurezza cronica e delle fasi lunari; c'è chi è DAI più spesso delle altre e chi lo è meno... Non conosco nessuna che sia totalmente esente dall'essersi guardata allo specchio e aver pensato almeno una volta "CHEMMERDA", o dal voler rimangiarsi una frase totalmente innocente e passata quasi completamente inosservata. La DAI può avere anche una sfumatura morale: la DAI "sono una merda". Qui si può sfiorare l'isteria. Di solito la psicotica si trova caratterialmente/moralmente aberrante, e si infliggerà discorsi mentali che destabilizzerebbero un toro. Se si azzarda a parlarne a qualcuno, di solito ottiene che la controparte la prenda per le spalle, inizi a scuoterla e le urli "OUUUU!?". Come uscirne? Da sole, con le proprie forze, dato che è solo una lotta intestina con la nostra testa. Un po' di autocritica è sana, ma UN PO'.

Se il criticismo è rivolto ad altri, la faccenda è ben diversa: di solito si tratta di sfoghi delle nostre malignità. O siamo cattive dentro, o abbiamo avuto una pessima giornata, o quello/a là ci sta sulle balle, o abbiamo il ciclo. Fatto sta che, silenziosamente, al soggetto in questione non ne perdoniamo una. Specie se dovremmo ammettere che, in quella cosa che stiamo criticando, lui/lei è meglio di noi. Giammai! E così gli riconosciamo difetti che si basano su inezie, oppure del tutto inestistenti: straparla, parla poco, parla troppo, non fa ridere, non sa stare serio, è ingrassato, quel vestito starebbe meglio a me, guarda com'è conciato, ma si guarda finché si trucca?, non sa stare sui tacchi (di solito dopo questo pensiero si cade dal tacco 12... Il contrappasso è contrappasso!)... La lista è lunga. Se abbiamo deciso che dobbiamo essere cattive, lo saremo.
La peculiarità della Criticona Incallita (CI) è non riferire mai alla controparte ciò che si sta pensando di male; di solito, infatti, le CI girano in squadre da 2 o più componenti, e i commenti se li fanno tra loro. Si riconoscono e fanno amicizia in fretta, probabilmente emettono un feromone particolare, adatto allo scopo (teoria ancora in fase di sperimentazione). Se la raccontano e se la ridono. Sperando di non farsi scoprire, perché a nessuno piacciono le criticone (tranne che a loro stesse, e neanche tanto)... E se non piacciono a nessuno, nessuno vorrà più uscire con loro, loro non vedranno più nessuno e non potranno soddisfare quindi la loro sete di critica impellente. Per carità, se la critica è verso un uomo hanno la vita più facile e anche per questo tendono ad essere più magnanime (è un essere inferiore, dai... Sarebbe come prendere in giro una tartaruga perché è lenta, ti pare?); la donna, in quanto loro simile, è più smaliziata e quindi lo sgamo è più facile. Anzi, la donna particolarmente sagace può avviare una lotta intestina nel gruppetto di CI buttando là con nonchalanche una frasetta plurimamente interpretabile, e dare adito a sospetti sulla fedeltà delle CI tra loro. La situazione si sgonfierà per un po' e tornerà la pace, ma il feromone non mente: una CI troverà almeno un'altra CI, e tutto ricomincerà. Di solito le CI non sentono il bisogno di una cura. Ma minchia, se ne avrebbero bisogno.

Questo post avrebbe dovuto far ridere... A rileggerlo, pare di no. Uffa.

Canzone del giorno: Caries degli About Wayne
http://www.youtube.com/watch?v=9T5RqfoR4E0

mercoledì 7 settembre 2011

Agitation e Postadelcuoredisticazzi

Another brick in the wall. Peccato che il muro sia quello delle mazzate! Avevo dato troppo peso a una cosa che in realtà non ne aveva... S'è svampata, signò! L'occasione di una vita si è rivelata un fake. Così sono di nuovo qua ad arrovellarmi (e a riempirmi di herpes da stress... Lo so che è brutto da dire, ma è così), e a tentare di non arrovellarmi troppo, cosa che mi fa arrovellare ancora di più. No, per dire. Beati circoli viziosi... Non riesco a togliermi di dosso questa agitazione assurda.

Onision continua a essere un'ispirazione per i post. Oggi ho realizzato quanto sia impossibile, per lui, concepire di essere felice e stabile senza avere una morosa. Allora, secondo me è assurdo basare la propria stabilità su di un'altra persona; non è stabilità vera, è solo appoggiarsi ad un altro. Non risolvi, procrastini. Tralasci il problema credendo di averlo risolto. Così quando ci si lascia si torna di nuovo nel limbo di insicurezze e instabilità di cui sopra, ulteriormente peggiorato dalle sofferenze in amore. Non si possono basare la propria felicità e il proprio equilibrio unicamente sulla presenza di un'altra persona. Può essere motivo di grande gioia senza dubbio, ma è più sano costruirsi una propria stabilità, trovare un proprio modo di essere felici. E se non felici, almeno sereni. Ecco, sereni è magari più appropriato. Dopo aver trovato la propria serenità si può pensare di mettersi in gioco in una relazione, ma solo DOPO. Sennò va a finir male, non è sano, e si fa star male la controparte perché viene gravata del peso della nostra infelicità&instabilità. Non si può dipendere così tanto da un altro, un minimo di autosufficienza emotiva è più che necessaria. Sennò impazzisci ogni volta che finisce una storia. Perché se sei così, prima o poi finisce per forza. Oltretutto secondo me questi soggetti hanno un'idea piuttosto deviata di quello che dovrebbe essere una relazione... Appena gli si butta un'esca, loro abboccano. Non si sa mai se si innamorino della persona o di quello che tale persona fa per loro. Ok, una persona si identifica anche con quello che fa e quindi entro certi limiti è giusto, l'importante è vedere questi CERTI LIMITI. Se ci sono tante persone gentili con te, mica ti innamorerai di tutte! Soggetti come Onision dovrebbero trovare prima il loro equilibrio e la loro serenità DA SOLI,  poi potrebbero pensare di essere pronti a stare con qualcuno. Attenzione: "da soli" non vuol dire in isolamento. Gli amici e la famiglia possono essere un grande aiuto, una risorsa preziosa da non sottovalutare mai... Ma solo questo, un aiuto. Il resto deve farlo il soggetto in questione. Senza abbandonarsi sulle spalle di un partner nel tentativo di trovare la serenità che può venirti solo da dentro.

Canzone del giorno: Nothing else matters, Metallica
http://www.youtube.com/watch?v=z0kUiQ9tnf8

martedì 6 settembre 2011

Ovvietà youtubbiche II

Questo post DEVE venirmi fotonico. E dato che DEVE, probabilmente non lo farà. Se ha deciso di venire male, mi viene male. I miei post sono testoni quasi quanto me! L'idea di oggi è quella di parlarvi di uno youtuber, probabilmente il mio preferito in assoluto: Claudio Di Biagio, alias "nonapritequestotubo" (tuttoattaccato. Chepoièunafaticascriveretutteleparoleattaccate). Lo si può trovare sotto la categoria Umorismo, e ne ha ben donde. Anche lui romano come gli About Wayne e The electric diorama, anche lui scoperto tramite Freaks!, ed è stato subito ammmmmmmore... Là faceva la parte del deficiente, poi vai nel suo canale e scopri che fa video da ebete; tutto torna. Peccato sia poco prolifico, fatto che giustifica in un video memorabile dal titolo "E' troppo ggiallo" verso la metà. Credo che l'intento principale del suo canale sia fare parodie di film, ma finora ne sono apparse solo 3 (la quarta l'ha annunciata da un botto ma non se ne vede l'ombra, vabbè...); però alla quantità fa da contrappeso la qualità, e infatti mi sganascio tutte le volte che le vedo anche se ormai le so praticamente a memoria. Non so quale potrei ergere a mia preferita, probabilmente La vera gola profonda. Se non altro perché è un porno e lui ne parla indossando una maglietta con Gesù sopra. Ma anche Eclipse è una strafigata (mannaggia al diavoletto che c'ha fatto litigà) e ha i suoi strascichi in video successivi (epico il tutorial con Cane Secco), e pure Io sono leggenda si difende strabene... (STRAbene, STRAfigata... Chissà mai di che regione sono!). Per il resto si tratta essenzialmente di vlog assurdi e da ridere; già nomi di playlist quali "cazzeggio" e "cippalippa" fan capire molto.

Credo sia davvero il personaggio più assurdo e insensato di tutto il tubo. E questo non vuol dire che sia uno scemo, perché sa davvero il fatto suo. D'altronde non dico niente di nuovo, se dico che è più difficile far ridere che piangere. Ha mille espressioni (e con una bocca di quella portata TE LO CREDO, lì dentro potresti parcheggiarci un Suv), mille modi di modulare la voce, mille idee bislacche e credo pure lavori come regista o comunque al montaggio di riprese, di preciso non lo so ma questo contribuisce alla qualità del suo lavoro. Su Twitter ha lanciato mille mila tormentoni: uno su tutti, il DISAGIO. Io lo amo. Spero vivamente che rimanga su questi standard e che non si afflosci sul successo ottenuto finora (un po' come Willwoosh, dai... Duole molterrimo ammetterlo, ma non è più quello di una volta... Magari ne parlo un'altra volta, via). Claudio DiSagio continua così che ce piaci! Daje!

Canzone del giorno: Time of dying, dei Three Days Grace
http://www.youtube.com/watch?v=-yb82XBLSC8

lunedì 5 settembre 2011

Shitty wheather makes me a handjob

Ecco arrivata l'ora del post... Sono a casa da sola quindi potrei cantare, e invece tiè, scrivo. Il tempo di merda mi fa una pippa, come dice il titolo. Anche se, dopo il Royal Wedding, farsi una Pippa non è più tanto una roba da sfigati! Piove a catinelle, anzi: piove come se la pagassero, come si dice da queste parti. E io scrivo. Da bambina mi sarebbe piaciuto anche fare la scrittrice, e pure ora l'idea mi affascina... Valà cara, valà.

E' la terza volta che riscrivo questo paragrafo, sarò mica un po' poco ispirata? Valeria, fattene una ragione, non è serata. La saga delle donne (che ha già il titolo di "saga" dopo due soli post) non continuerà stasera. Sarà che c'è il tempo rotto, più o meno come le mie balle. Le idee sublimano dalla mia testa senza che le riesca a concretizzare. Il criceto del cervello non ha voglia di girare sulla ruota.

E' un post talmente vuoto e inutile che dovrei vergognarmi a pubblicarlo. DOVREI. Le idee che mi vengono durante il giorno per scrivere post si svampano quando mi trovo davanti al pc. Eccheccazzo.

Canzone del giorno: The march of the swordmaster, dei Rhapsody of fire. Chissà che mi svegli un po' fuori (anche se alle 10 di sera non è proprio essenziale, ho già dato per oggi...)
http://www.youtube.com/watch?v=L-TZIfpycY8

domenica 4 settembre 2011

Di palo in frasca

Reduce da una puntata di Extreme makeover: home edition, mi ritrovo a pensare alla mia ipotetica stanza ideale. La prima caratteristica che mi viene in mente, a cui penso da ben prima di stasera, è il fatto che dovrebbe essere insonorizzata; mi sono immaginata più di una volta, a attaccare cartoni delle uova sul muro a questo scopo. Perché insonorizzare? Per poter cantare, e anche suonare. Senza farmi sentire da alcuno. Così potrei farlo quando più mi va. Le mie esibizioni artistiche non sono cose che faccio volentieri in pubblico, e neanche il pubblico casalingo apprezza più di tanto... Di solito aspetto di essere in casa da sola, ma non lo sono mai davvero. Cantare... E' qualcosa che adoro. E provo un'invidia quasi dolorosa nei confronti di chi prova sul serio a fare il cantante, magari riuscendoci. Non che mi arrabbi quando qualcuno che merita arriva al successo; anzi, se lo conoscevo prima che il soggetto in questione diventasse famoso, mi sento in qualche modo orgogliosa, neanche l'avessi scoperto io o se ci fossi io sul palco anziché lui.  Ciò non toglie che invidio molto chi ha il coraggio di buttarsi in un'avventura del genere. La forma mentis che mi porto dietro da quasi 24 anni mi impedisce anche solo di pensare una cosa del genere. Troppa incertezza, troppa precarietà, non riuscirei mai a vivere con la costante sensazione di non avere la terra sotto i piedi; e mi sa che la vita artistica è un po' così, può finire da un giorno all'altro dopo anni di impegno per arrivare in vetta. Bon, tanti saluti, ciao le balle. L'incertezza è una cosa che mi uccide. Com'è che sto post sta diventando così serio? Si partiva da una stanza, e siamo arrivati alle solite beghe esistenziali saltando di palo in frasca... Boooooooooring! Dopo due post che trovavo decenti, torno ai miei soliti standard!
Sono pronta a fare della musica la mia ragione di vita? No. Ma la amo, di un amore prudente. Ma forse l'amore non dovrebbe esserlo... Se e quando scioglierò le mie remore mentali a riguardo, potrei anche farcela ad abbandonarmi alla musica. Ben conscia dei miei limiti vocali e del fatto di non sapere scrivere musica... Né di avere un granché da dire nelle canzoni. Non vorrei ridurmi a scrivere robe del tipo "dammi tre parole, sole cuore amore"... Non pretendo neanche di essere De André o Fossati, però vorrei fare delle cose sensate, buone. Concetti degni di essere espressi. E poi non sopporto chi non si scrive da solo le canzoni, mi sa di bugiardo... Quindi l'opzione non è contemplata.

Non volevo scrivere questo tipo di post. Ma i pensieri possono anche essere incontrollati, no? E quasi quasi li apprezzo di più, sono più onesti e meno filtrati dalla coscienza.

Canzone del giorno: Fury of the storm dei Dragonforce

venerdì 2 settembre 2011

Adulazione: siamo donne!

Ieri si parlava di una sola peculiarità femminile, ma ce ne sono a bizzeffe se solo ci si pensa... Pensavo fino a poco tempo fa che non fossimo tutte soggette a questi cliché sociologici che ci vogliono tutte uguali, che ci fossero quelle che esulano da questi schemi, e immodestamente di far parte di questa seconda categoria. La verità è che questi cliché esistono perché semplice esasperazione di qualcosa di vero, che tange anche me; ci sono arrivata più tardi della norma, ma eccomi qui, precursore ambulante di luoghi comuni. Ad esempio ci piace l'adulazione, checché se ne dica. Alcune negheranno, ma è improbabile che siano sincere nel farlo. Se ci mettiamo fighe il complimento lo vogliamo! Certo, lo facciamo anche per noi (qual è quella pazza che non adora le sofferenze inflitte da un tacco 15?), ma se ci vengono apprezzamenti dall'esterno ci sentiamo molto meglio. Se poi c'è chi si vuole avventurare in lodi di carattere morale, beh... Le reazioni sono diverse: dal sorrisetto timido al salto mortale di gioia con triplo avvitamento e carpiato. Se il riconoscimento viene da una donna ci sentiamo esaltate a livello intellettuale: una nostra pari ci riconosce una qualità! E lì hai la soddisfazione di un Chuck Bass in vestaglia di seta che sorseggia brandy davanti al camino acceso: ti senti troppo superiore. Se il complimento viene da chi ha più testosterone di noi, tocca dire che tante volte iniziamo a fare le galline inside. Guai a mostrarlo in maniera troppo palese, che siamo soddisfatte (nota: il salto mortale di cui sopra è ancora niente, rispetto a quanto possiamo gongolare). Ma dentro, ve l'assicuro, il criceto del cervello sta ballando la lambada. Tra un mojito e l'altro. E fa delle evoluzioni di gioia che definire solo "salti" è estremamente riduttivo. Dai, diamo il giusto riconoscimento a un criceto cerebrale che riesce a fare un triplo axel senza pattini e senza pista di ghiaccio. Meriterebbe una qualche medaglia olimpica in qualche disciplina a casaccio. Che magari non sia il curling, ecco.
Ci piace essere adulate, dai. La donna, complessa e cervellotica, sente di non avere mai abbastanza fiducia in se stessa: se qualcuno le dice qualcosa di carino, l'autostima impenna e noi ci sentiamo rassicurate. Magari coccoleremo quel complimento per qualche giorno, gelose come lo si è di un diamante da tre chili e mezzo. Ma poi basta, lo releghiamo in un cassettino dei ricordi, tranquillo. E lo tireremo fuori nei momenti di mona più bassi (solo se era un complimento morale; se era estetico, e nel frattempo abbiamo accumulato 15 kg di cui 5 di peli superflui variamente sparsi, è già più inverosimile).

Tra le categorie di donne post complimento, c'è quella delle Finte Offese: quelle che si arrabbiano quando fai loro un complimento. SEMBRA che si arrabbino... In realtà o sono false come una banconota da 7 euro o sono davvero molto timide, e quindi risponderanno al complimento ricevuto come se fosse una presa in giro, dando mostra di essere offese a morte. Tocca dire che c'è chi è CONVINTA sul serio di essere presa in giro, ma di solito no. Si reagisce male perché non si sa come reagire, o semplicemente perché è il nostro modo di reagire. Un banale "grazie" sarebbe troppo scontato, e darebbe mostra del fatto che ci abbiamo creduto, al complimento... Per la categoria Offesa o Finta tale è inammissibile! Il risultato è che iniziamo a tirare merda dietro a colui/colei che si è macchiato del peccato di adularci: possa bruciare all'inferno, arso dalla sete e con la Chiabotto che sorseggia la Rocchetta giusto lì davanti, per poi fargli plin plin in testa. Cosa pensano, che ci crediamo? Giammai.

Tipicamente femminile è la categoria Complimento di Rimando: io ti faccio un complimento solo perché ne voglio uno pure io, e possibilmente più grosso del tuo. Se io dico "che belle scarpe", mi aspetto - anzi esigo - che tu risponda "ma no che dici ma cioè le tue sono fenomenali le adorooooo ma a me non starebbero mai così bene che bel piede ti fanno..." e via così. La controparte farà un gesto con la mano come a scacciare una mosca per dire "ma vàààààà". E dentro gongolerà.

Probabilmente dimentico qualche categoria, se mi viene in mente dell'altro continuerò nei prossimi giorni. E' una minaccia? Oh, dannazione, si!

Canzone del giorno: Down payment blues, degli AC/DC... Che ve lo dico a fare...
http://www.youtube.com/watch?v=XvwSaJUtzeU

giovedì 1 settembre 2011

Stupidi cromosomi XX... SCCR

C'è un pensiero che mi è scaturito ieri sera dopo aver visto alcuni video su youtube di Onision, di cui magari vi parlerò più avanti... Mentre parlava delle difficoltà (molte) che ha già dovuto affrontare nella sua giovane vita, mi è scattato qualcosa dentro: signore e signori, vi presento il più classico esempio di SCCR (Sindrome Compulsiva della Croce Rossina), meglio nota come IO TI SALVERÒ. Squisitamente femminile. Noi portatrici di cromosomi XX sentiamo l'irrefrenabile istinto di salvare da catastrofi di varia natura svariati tipi di esseri viventi, quali esseri umani (meglio se uomini e bellocci, ma in effetti quelli brutti fanno ancora di più caso umano), criceti, scimmie, cactus, cocorite e rapaci in via di estinzione. Anche cose/persone che potrebbero farti MALISSIMO, ma noi le vogliamo salvare da loro stesse/dal mondo che è così cattivo/dal 2012/da qualunque tipo di tormento, meglio se interiore e psicologico. Siamo ben sceme, dai.
La SCCR presenta vari stadi, e col progredire degli stessi la reversibilità della patologia è sempre più difficile, fino all'impossibilità di guarire. Il primo stadio prevede la presa visione dell'oggetto del nostro compatimento: un uccellino con una zampetta rotta, o ancora meglio qualcuno in profonda crisi esistenziale. Qui arrivano le nostre amiche Tenerezza e Pietà, e fin qui tutto bene. Il secondo step consiste nel "uuuuh ma io vorrei tantotantotanto fare qualcosa per te! Ma tantotantotantotantotanto!"; se siamo fortunate, l'oggetto delle nostre attenzioni è oltreoceano, quindi ci demoralizziamo, facciamo spallucce e torniamo a strafogarci di milka e a maledire il silk epil. Se invece ci rechiamo davvero oltreoceano, siamo già al terzo tadio: da qui tornano indietro in poche (dal terzo stadio, non dall'oceano... Beh, a volte anche da quello, ma questo non è un post sui disastri marittimi). Qui ci metteremo a cercare l'oggetto delle nostre attenzioni, ripetendo in continuazione le perle che vorremmo dirgli, immaginando la sua riconoscenza per avergli sistemato la vita intera con 4 banalità che neanche gli sceneggiatori di Beautiful si sognerebbero di far dire a Ridge. I nostri occhi scrutano beati il cielo, sognanti e speranzosi, mentre il nostro naso si spiaccica contro il segnale stradale che non avevamo visto perché i nostri occhi guardavano troppo lontano. Se non troviamo l'oggetto del nostro desiderio, tuttavia, ricompare la fase demoralizzazione-spallucce-milka-morte al silk epil. Se disgraziatamente lo troviamo, o peggio lo abbiamo sempre avuto sotto mano, si arriva dritte alla quarta fase: io amo chiamarla Stalking Compassionevole. Quel cacchio di gene in più che abbiamo su 'sto cromosoma XX ci impone di sciolinare al malcapitato, prima con timidezza ma poi con sempre più ardore, tutti i nostri consigli metafisici sull'esistenza e sull'universo, tentando mi mandare il messaggio subliminale "io posso salvarti! Io e solo IO!". Lì diamo consigli, ma facciamo di  tutto per essere protagoniste del quadretto. Un film mentale solo nostro, che la controparte non gradisce molto: non si spiegano altrimenti le manifestazioni di sdegno che vanno dal pedatino negli stinchi alla minaccia con molotov. Se la giovane donna non scappa, siamo davanti alla quinta fase: si salvi chi può. Insisterà insisterà e insisterà, finchè l'uomo in questione le darà ragione pur di levarsela dai piedi. Dirà infatti che le è molto grato, ma aggiungerà astutamente di aver bisogno di camminare con le sue gambe, ora che è stato illuminato. Balle. Ma se la donna ci casca (e di solito si, perché saremo pure più furbe degli uomini ma se decidiamo di tapparci gli occhi non c'è verso di vedere neanche le cose più ovvie), nella migliore delle ipotesi se ne torna in terra natia e, milka nella mano destra e silk spil nella sinistra manco fossero le Tavole della legge di Mosè, attende il nuovo caso umano. Tuttavia c'è una percentuale rilevante di casi in cui, in una specie di versione trash della sindrome di Stoccolma, la donnicciola s'INNAMORA. Mò sò cazzi. Inizierà un'attività di stalking che l'uomo non ha mai visto prima, fatta di telefonate a tutte le ore, bigliettini mielosi sul parabrezza della macchina (che tutte le volte righeremo... Ma come facciamo a rigare il vetro con la carta???), appostamenti dietro ai cespugli (che, se proprio non ci sono, ci procuriamo) e torte a forma di cuore lasciate davanti alla porta. La donna, che ormai è nella sesta fase, VA FERMATA prima che si renda conto che l'uomo non la vuole (e se la vuole... Beh, pure lui ha dei grossi problemi) e che quindi inizi a sfasciare la qualunque con la chiave da 20. Che poi in prigione non siamo brave a starci, le lenzuola sono lise e non ci fanno neanche mettere i gerani alla finestra... Per favore, fermateci prima. Sennò va a finir male sia per noi sia per voi uomini.

Se invece il problema è la zampetta rotta di un uccellino... Beh, la stecchiamo col legnetto del ghiacciolo e bon. Fine.

Canzone del giorno: Agosto in fiamme dei Malfunk (pure se da oggi è settembre)
http://www.youtube.com/watch?v=eR2G0ZV7V3I