- ricominciare ad asciugare i capelli col phon (cosa che ho disimparato a fare nei mesi estivi, col risultato che ora sembro un leone. Che ha preso la 220) per prevenire la venuta del morbo.
- lo switch pashmina-sciarpona di lana, per prevenire la venuta del morbo.
- avvicinare differenzialmente gli amici a seconda che siano raffreddati o meno, per prevenire la venuta del morbo.
- il morbo, che tanto viene comunque.
- la difficoltà nel finire lo spritz perché dentro ha il ghiaccio. E pensare seriamente di fare aperitivo con la cioccolata calda.
- il disagio dell'uscita. Dal letto, dalla doccia, dai vestiti, da casa (non in questo ordine).
- infliggermi delle maledizioni perché l'ultima volta che sono andata all'Auchan non ho comprato i fazzoletti.
- far da mangiare col forno, e per ben due motivi: il primo, e più banale, è che così la cucina si scalda e evito che il moccio al naso mi si congeli. Il secondo è che vado in giro per casa con la copertina di pile addosso e se uso i fornelli rischio di prendere fuoco.- il desiderare fortissimo che sia la mia coinquilina a chiudere le imposte per non dover affrontare il gelo.
- il camminare più veloce per scaldarmi.
- l'imperante sensazione che almeno una delle mie estremità voglia staccarsi da me. Corollario: a staccarsi vuole essere la mano destra dopo 15 o più minuti di utilizzo mouse.
- fare la fortuna di Decathlon con l'acquisto di pile e maglie termiche.- ergere un anti infiammatorio (a discrezione personale) quale salvatore della patria. E maledirmi quando mi ricordo che il Ketoprofene mi è scaduto e per quello ci vuole la ricetta. Porca vacca.
- gioire della panza, che ora è nascosta sotto i maglioni.
- dover scegliere tra il pile e una gestione decente dell'elettricità dei capelli. Che tanto, essendo asciugati col phon, fanno schifo comunque. Quindi tanto vale.
Vi prego, ditemi che non sono sola nel dolore.
Che poi da tablet non riesco a mettere la canzone del giorno, ma uffa.