sabato 8 marzo 2014

Il matrimonio (altrui) è una roba impegnativa

Periodo un po' impegnativo, amichetti miei. Perché qua la corsa verso il matrimonio di Sorella, Calamità dell'Orbe Terracqueo, continua imperiosa. Dopo avervi già annunciato le turbe che si portava dietro a proposito dell'ombrello più adatto, nel caso in cui andasse a piovere, vengo a voi con nuovi, mirabolanti episodi. Avete presente il disagio? Ecco, quello.
Siamo arrivati al punto in cui le cose bisogna farle per davvero. Quindi, con profonda preoccupazione di Sorella, Flagellatrice dell'Umanità, il Futuro Cognato è andato a procacciarsi un abito da sposo. Che va bene tutto, ma sposarsi con la tuta in acetato del 1992 non sta bene, lo capite da voi. Sta di fatto che la sposina, non potendo andare con lo sposino a vedere l'abito (che nemmanco questo sta bene), inizialmente delegò la sottoscritta ad andare con lui e a scegliere. E qualcosa di carino l'avevamo pure trovato, solo che lo sciagurato tornò in negozio infrasettimana, senza di me che ero al lavoro ma con sua cognata, che si porta dietro una squisitezza nello stile pari a quella di Marta Marzotto, solo senza pelliccia. Sorella, Disagio delle Nazioni, andò avanti a gracchiare (fidatevi, che il gracchiare lo si sente anche via WhatsApp) tutta la sua preoccupazione circa l'abito che il Futuro Cognato, forte dei consigli della cognata spellicciata, avrebbe potuto comprare. A nulla valeva il fatto che il negozio fosse lo stesso dove l'abito l'aveva preso lei e quindi sapevano cosa abbinarci, e che la commessa non è per niente scema, nossignore. Lo svangamento di palle è arrivato comunque. Copioso e forsennato.
A questo, aggiungiamo che sabato siamo andati a ritirare le fedi. Per chi non lo sapesse, le fedi le pagano i testimoni. LA testimone, in questo caso. Un salasso. Se mi avessero venduto l'Unico anello mi sarebbe costato meno (se non altro perché sarebbe stato uno solo). L'incisione ce l'hanno, ma non in elfico. Almeno, credo. Io mica ho visto niente. Ho sfoderato il bancomat e ciao le balle. E sono un po' morta dentro, perché pagare TRENTORDICI SOLDI per due anelli che ti fanno pure schifetto è avvilente. Ma non finisce qui, purtroppissimo per me.
Ero convinta che fossimo al capolinea, che la mia parte l'avessi esaurita così, col prodigarmi nel pagamento degli anelli. E invece no. Perché alla domanda "ma fate la lista nozze?" posta da alcuni amici, la risposta di Sorella, Ira del Cielo, è stata "no no, faccio una lista delle cose che ci servono e la do a mia sorella, sentite lei".
Fino a maggio sarà eterna, lo so. Anche perché la paturnia attuale è trovare due penne abbinate per me e il testimone. Io divento matta, e parto già compromessa.

Canzone del giorno: Verranno a chiederti del nostro amore, Cristiano de Andrè in una bellissima cover dell'originale del padre.