domenica 31 marzo 2013

Auguri... bah.

Gli auguri per una qualsiasi ricorrenza, su social network o simili, sono tanto pretesi quanto inutili. Quindi auguri, lettori miei, e che la Pasqua sia con voi! Vi siete abbottati di cibo? Io non eccessivamente. Dopo una mattinata spesa a ronfare, dando platealmente la colpa al cambio dell'ora (certo, perché le 11 di stamattina erano le 8 di ieri, si si), ho fatto tutto fuorché quello che avrei dovuto. Cheppalle. Però sono stata invitata ad un matrimonio, il che significa che la poca attività neuronale che ho esercitato oggi l'ho applicata a Zalando in cerca di un abitino. Una donna, Zalando e una carta prepagata non andrebbero messi insieme mai. MAI. Anche quando la donna sono io, che sono la perfetta antitesi del vezzo femminile. Odio lo shopping e tutto ciò che vi aleggia intorno. Ma forse è proprio per quello che mi son buttata sulla shopping online: niente ressa, niente camerini che ti mostrano impietosi quanto poco bene ti stia quello che hai appena preso, niente commesse ossessive, niente rogne. L'unica è che, non avendo quello che vuoi comprare tra le mani, magari scazzi. Ma vabbè, è la vita e ne vale la pena. E poi il reso è gratuito.

Canzone del giorno: Rimini, Fabrizio de Andrè

sabato 30 marzo 2013

Staibene insegna: non farti dimenticare!

Qua continua a piovere. Pioggia, pioggia, pioggia. Pioggia che non accenna a smettere, e che ha il potere di mettermi addosso una sonnolenza e un disappunto da matti. Sono proprio poco lucida. Mi serve qualcosa per risvegliarmi, ma di caffè non posso mica berne a ettolitri, già sono nevrotica così. Figuriamoci. No, in questa vigilia di Pasqua ci vuole StaiBene: Come diventare un'amante perfetta.

Si, è la botta di vita che mi ci voleva.

Già il sottotitolo è più che promettente: "Vuoi che lui sia pazzo di te e che ricordi perfettamente di averti conosciuta anche quando sarà vecchio e la sua memoria vacillerà? I consigli dell'esperta". Certo, l'Alzheimer non può nulla contro uno sventolamento di mutande fatto bene. Ma forse anche fatto male. Dai, esperta, dicci tutto!
Dopo due paragrafi - aka mezzo articolo - passati a parlare del niente, si arriva ai consigli megagalattici della sessuologa di Style. Ah beh, c'è odore di affidabilità nell'aria, se l'esperta viene da una rivista di tale calibro. Specie quando l'autrice dell'articolo la chiama "oracolo". Signora giornalista (?), lei sa che razza di piste si facevano gli oracoli prima di emettere i loro verdetti? Tutti i "mamma mia commme sto" del mondo conosciuto non basterebbero a descriverne gli effetti. Si fidi di me. Vabbè. Il consiglio della vita, per far si che l'uomo non vi dimentichi, è fare in modo che il sesso non entri a far parte della routine. Vuol dire che bisogna farlo poco spesso, e celebrarlo come un Giubileo quando capita? No, perché per definizione la routine è una roba che si ripete spesso. Quindi che facciamo, lo diradiamo? Ce lo segniamo sul calendario una volta al mese sotto la voce "gravi impellenze"? Ma siamo sicuri che la cosa non sia controproducente? No, perché ricordarci magari ci ricorda, ma come ci si ricorda di quando a sette anni cadi dalla bici e ti fratturi un polso. Non è piacevole. Che poi, diciamocelo pure... L'uomo non è fatto per ricordare certe cose. Ha dei circuiti neuronali semplici e lineari, che quando si accorgono che il passato non è più presente lo eliminano dalla banca dati, per fare spazio ad informazioni più urgenti ed impellenti tipo i risultati della Formula 1 o i generi in cui catalogare i film porno. Quindi perché sprecare fatica e nervi? Tanto non serve. Se volete seguire i vari corollari alla regola, tra cui spiccano il buon gusto del sex tape o del sesso in un luogo pubblico, fatemi sapere se funziona. Ma secondo me...

Che poi, cosa ce ne frega se un ex si ricorda o meno di noi? Life must go on, come dicono gli Alter Bridge.

Canzone del giorno: una che non ha un cognome, come tutti i cantanti dei talent che si rispettino. Chiara, Due respiri

domenica 24 marzo 2013

Post non così brevissimo... Libri

Breve, brevissimo post giusto perché mi mancava scrivere. Ave, miei cari. Sto facendo la valigia per tornarmene in appartamento dopo questo mezzo week end a casa. E, come al solito, è un casino. Per me organizzare gli spazi è una difficoltà insormontabile. Troppe cose per troppo poco spazio e troppo poco tempo. Tempo che sto amabilmente perdendo qui, tra le altre cose.
Che poi 'sto tempo non aiuta. Ti fa ammuffire i pensieri e precipitare l'umore. Con un tempo così, mi riesce bene solo leggere. E fortunatamente ero ben fornita: giusto ieri ho finito Il seggio vacante di J. K. Rowling. Libro che ho approcciato con tutta la diffidenza di una a cui Harry Potter non ha mai ispirato simpatia, e invece mi sono dovuta ricredere. Non trovavo personaggi così odiosi da quando ho letto Cime tempestose, ma almeno qui oltre che odiosi sono appassionanti. Millemila personaggi, ognuno perfettamente delineato in pregi (pochi) e difetti (molti). Ognuno con la sua presunzione, la sua meschinità, il suo desiderio di non rivelare agli altri ciò che passa davvero per la testa. Non so se definire il finale dinamico o banalmente frettoloso, so solo che per l'ultimo 15% del libro (il Kindle funziona a percentuali e non a pagine, abbiate pietà) non mi sono potuta scollare da lì. La mia più grossa difficoltà è stata raccapezzarmi con tutti quei personaggi, dato che non sono una faina e i nomi me li dimentico in un secondo. Un libro fisico lo puoi sfogliare all'indietro alla ricerca del nome che non ricordi più, ma col Kindle diventa un po' più una pigna quindi ti arrendi. Ma alla fine ne sono uscita, so chi sono Krystal, Ciccio, Cubicolo, Andrew, Gaia, Mary, Gavin e tutta la combriccola. Soprattutto Barry, che è quello che muore all'inizio e dà il via alla fiera dell'ipocrita. Leggetelo perché merita. Si ringrazia il solito socio per l'ottimo consiglio.

Canzone del giorno: Dispari, Marta sui tubi

mercoledì 20 marzo 2013

Risibile elenco #hopersoilconto


Dite che sia ora e tempo per un nuovo risibile elenco? Secondo me si…

bonolis “si toglie le scarpe”
Che Bonolis faccia robe strane non dovrebbe stupire nessuno. Voglio dire, è sempre lì che salta sulla sedia, urla, strepita, salta sulla sedia (l’ho già detto?), inveisce contro Laurenti e i concorrenti. E, pur sudando come un beduino nel deserto, ha l’ammirevole faccia tosta di mettersi le camicie grigie che mostrano al mondo quanto sia improba la pezzatura delle sue ascelle, e non solo. Quindi, perché stupirsi? E poi, perché virgolettare la frase? Cosa mi sta a significare? Che “si toglie le scarpe” per modo di dire? Uno si toglie le scarpe per metafora? Ma che diamine di metafora è, giusto cielo?

modella mi chiamo q eva q la supposta
Una donna che si è giocata (male) la carriera su una pubblicità in cui interpreta una supposta effervescente. Vestita di bianco, poi, che si presta anche poco allo scopo. Delle mie perplessità su questo spot ho già parlato in lungo e in largo, ormai ho esaurito gli argomenti. Anche lo sbertucciamento ha una fine.

nik kershaw video dell’orsacchiotto
Nik Kershaw, l’uomo più laccato degli anni ’80, ha cantato canzoni e conseguentemente fatto video. Brutti finché volete, ma li ha fatti. La presenza dell’orsacchiotto, tuttavia, mi perplime. Dov’è che era l’orsacchiotto, scusate? Nascosto in mezzo ai capelli? È l’unica ipotesi plausibile che mi sovviene.

canzone campano arabo
Boh, chiedete a Gigi D’Alessio che io non me ne intendo mica.

stipendi a berlevåg
Sapessi dov’è ‘sto posto, potrei anche pensare di informarmi a riguardo. Ma poi, per che tipo di lavoro? No, perché tra Peppe o’zappatore e il ragionier Ferzetti (nomi SENZ’ALTRO molto comuni in questo posto col ciondolino sopra la A) magari un po’ di differenza c’è. Richiesta troppo aspecifica per essere risolta. Questa domanda è troppo facile o troppo difficile per me, manco fossi Siri.

pendolare dormire poco
Augh, pendolare dormire poco perché prendere treno all’alba. Pendolare essere stanco e nervoso. Toro Seduto dire che fare pendolare è punizione di dèi della terra per vite precedenti cattive cattive cattivissime. Tu meritare di essere pendolare, e meritare di stare in piedi tutto il viaggio. Tiè.

la gallina rosita porno
Occristo, pure i pornazzi con le galline? Ma cosa volete che faccia con Banderas? Siete sicure di volerlo sapere? No, perché io no. Ho paura di scoprire che esiste un genere appositamente dedicato alla zoonastia. Lasciatemi nell’ingenuità, vi prego. Se poi intendete un pornazzo con Rosita e qualche gallo, onestamente mi risollevate il morale. Anche se mi turba che ci sia qualcuno che si diverte a questo modo.

perchè i mignoli dei piedi sono attratti dagli angoli dei mobili?
Eh, perché?

Canzone del giorno: non prendetevi male, ma ultimamente è un must. Doppi sensi, Chicco de Matteo

domenica 17 marzo 2013

Verde


Dicono che solo le persone molto belle si possano vestire di verde. L’ho letto da qualche parte, non chiedetemi dove. Forse è un colore che difficilmente dona a qualcuno. Boh, non me ne intendo mica. Se volete opinioni di questo tipo, andate sul blog di Chiara Ferragni o consociate varie. Quello che so è che mi sto comprando un botto di roba da vestire verde. Tengo a precisare che non mi trovo per niente bella, anzi. E se mi vedeste mi dareste ragione; per darvi un’idea, sembro un’anfora per la forma e una mozzarella per colore e consistenza. Pallida disproporzione. Comunque, non divaghiamo. Oggi pomeriggio ho affrontato una sessione di shopping che ha visto il verde trionfare. Vi ricordate che il mio colore preferito è l’arancione, si? Guardate lo sfondo del blog, in caso contrario. Ma l’arancione sul mio sanissimo colorito cadavere sbatte un filino, quindi armata di questa consapevolezza lo evito dolorosamente. Mi chiedo però il perché del verde, nelle sue varie sfumature. Il verde è il colore della speranza, mi hanno sempre detto. Non sono un granché speranzosa, non mi sono mai reputata tale, perché la speranza confina con l’ottimismo e io sono pessimistissima. Io il bicchiere non lo vedo mezzo vuoto, lo vedo proprio rotto. Quindi questa spiegazione va bellamente a remengo. Bah. Io il verde lo odiavo proprio.
… O forse è solo che oggi è San Patrizio.

Canzone del giorno: Come un pittore, Modà e Jarabe de Palo. Anche se mi sa che l'avevo già pubblicata.

sabato 16 marzo 2013

Veloce veloce

Sono di fretta, ma è il caso che un post lo faccia... Sono sparita di nuovo, lo so, abbiate pazienza abbiate pietà. Il tempo non mi è amico, ultimamente. Ma neanche quello meteorologico, proprio. Un disastro. Ma vabbè, si corre, si sgambetta, si fa e si briga,con addosso anche un po' meno stanchezza del solito, visto che la pendolarità è ormai un ricordo e spero rimanga tale.
Sono esattamente dovrei dovrei, e vorrei, essere. Tiè tiè tiè a chi ci vuole male (e cos'è 'sto plurale maiestatis? Sono diventata il Divino Otelma?).

Canzone del giorno: ho troppa fretta per pensarci (daje con le scuse, daje).

lunedì 11 marzo 2013

I'm back

Signori miei, non sono andata all'altro mondo. Specifica necessaria, visto che non scrivo un post da una quantità che non esito a definire "un botto di tempo", almeno secondo i miei standard. Il fatto è che non ero pc munita. E perché? Perché era tipo a 60 km da me, essendo che l'avevo già portato nell'appartamento che in questo momento occupo mentre io ero ancora in terra natia. Un po' sfiga, un po' poca previdenza. Ma ora sono qui, a narrarvi di nuovo le mie sfighe e le mie fortune, dall'unico punto della stanza da dove la chiavetta Internet prende.

Mi siete mancati.

L'appartamento è lo stesso di due anni fa, stessa stanza proprio, ma sono (siamo) in attesa che si sistemi quello al piano di sopra. Perché se c'è una cose epica a questo mondo, è riuscire a fare un allacciamento del gas. Se a Frodo avessero detto "o Mordor o Acegas", non avrebbe mica fatto tante storie per andare sul Monte Fato. Fidatevi. Con un deterrente del genere, il mondo sarebbe spinto a fare grandi cose.

Avevo proprio voglia di scrivere.

Sempre in giro, sempre di corsa, mai in grado di fare tutto. Ma stavolta ho un vantaggio, ed è l'evitarmi l'andirivieni e lo stress da Trenitalia e Sita. Adesso saranno anche la stessa compagnia, ma minchia se dovrebbero fare pace col cervello. C'è da chiederlo per pietà. Ma d'altronde che gusto ci sarebbe? Vabbè, lamentele troppo facili e probabilmente non avrete voglia di sentirle. Né io di farle, ad essere onesta: sono contenta di essere qui e basta. Lo sarò di più quando la questione gas sarà archiviata.

Questo posto è proprio il mio.

Quindi, cari miei, sono qui. Anche con una scottatura sulla mano causata dalla macchinetta del caffè, che sembra un sorriso malvagio e rosso fiammante, anche con quella spossatezza che di solito di sabato mi fa cadere (magari queste ve lo racconto un'altra volta, perché se riesco a imbastire bene il discorso merita proprio), anche se gli argomenti - come al solito - scarseggiano, riprenderò a scrivervi come prima, più di prima (cit.). Anche perché ne capitano sempre di nuove, e anche se a voi i cavoli miei non interessano a me non ne frega niente e ve li racconto lo stesso! E' o no un blog a caso? E allora, argomenti a caso!

Onestamente non ho una canzone del giorno. Questo momento va già bene così, non serve altro (e se la cavo così, non avendo voglia di frugare su Youtube...)