domenica 16 novembre 2014

Del rapporto conflittuale con le liste

Vedete, gente, c'è che io funziono a liste. A elenchi puntati. A spaginate di frasi a caso, purché abbiano un trattino davanti. Mi disoriento facile. Per esempio, ieri non ho riconosciuto un tizio che avevo visto le mila volte in foto, solo perché si era tagliato i baffi. Va così, sono perennemente confusa, sbatto in giro senza una ragione al mondo e mi danno l'esistenza tra una ricerca di un perché e un'altra. Nonché la ricerca di un perché DI NO. Capite da voi quanto possano essermi di conforto le liste. Tu sei lì, tra l'ebete e l'infinito, che non sai bene cosa fare della tua becera esistenza. Tutto questo perché non hai un elenco. Una lista di cose da fare che dia un senso al tuo essere, avere e qualunque altro verbo ausiliare vi passi in mente. Ma la lista è lì apposta. Un elenco programmatico di ciò che si suppone tu debba fare, né più né meno.

Ah, che pace.

Saranno brutti e poco fantasiosi, ma gli elenchi funzionano. Mi rammarico di non essere uno spirito libero, che fa le cose una dietro all'altra così come capitano, oppure una di quelle persone-panzer che fanno tutte le loro robe comunque, anche senza lista. Ma come diamine fate, giusto cielo? L'unico posto dove non uso mai liste è il supermercato, e tocca dire che lì servirebbe proprio. Perché torno a casa con le cazzate, poi.

Ma non divaghiamo.

Tocca tuttavia precisare che se siete come me, che anche nella metà dei post che scrivete dovete mettere un rassicurante elenco, vivete anche il rovescio della medaglia: che, a volte, quegli stessi elenchi vi mettono ansia.
Mioddio, Valeria, che dici? Perché mai dovresti accumulare ansia causa un misero pezzo di carta? Cosa c'è di sbagliato in te? Ma chi sei? Ma cosa vuoi? Da dove esci?

... ecco.

Il fatto è che la lista, poi, LA DEVI RISPETTARE. Se inizi il tuo lunedì così:


poi ti viene l'affanno perché devi riuscire a fare TUTTO. In giornata. Anche se hai un elenco da trentordicimila punti. Sennò il mondo smetterà di girare, tu evaporerai e la razza umana si estinguerà solo e soltanto PER COLPA TUA. Tu devi fare. DEVI. Tantissimo, poche storie. Che a fare gli zuzzurelloni siamo buoni tutti. Avanti, veloce. Passi lunghi e ben distesi. E UN SACCO DI FRASI CON LE LETTERE TUTTE MAIUSCOLE CHE TI DEVONO RICORDARE CHE SEI QUA PER FARE. Quindi, FAI. Disgraziata pelandrona buona a niente. FAI!!!!!!!!!!

... tutto questo per dire che domani è lunedì e io c'ho l'ansia.

Canzone del giorno: Don Chisciotte, Francesco Guccini

venerdì 14 novembre 2014

Notturno, non che mi faccia piacere

Che siccome che qua c'è dell'insonnia a cui ovviare, si scrivono post senza occhiali addosso. Sono le 4.31 antimeridiane e sono sveglia e reattiva (ben più di quanto lo sarò domani - cioè oggi, per Diana) da almeno un'ora e mezza. Vorrei schiantarmi ma non lo faró, che fuori dalle coperte fa freddino. Non ho un granché da narrarvi, aspetto solo che il tempo si trascini fino a domattina e con esso la mia verosimile poca lucidità, perché tra meno di tre ore la sveglia suona e la vedo grigia. Ma che rimedi potrei adottare per riuscire a dormire, di grazia?
- contare le pecore. Un classico. E anche una gran vaccata, se me lo concedete. Delle pecore che saltano uno steccato non mi danno tutta questa rilassatezza e/o noia, scusate, eh. Ma mi viene affanno. Un'orda di ovini che se ne sta in bell'ordine e aspetta il suo turno di salto, manco avessero preso il numero come dal salumiere. Figuriamoci. E poi un gregge a me fa ansia. Troppe, troppe lanosità da gestire per la mia povera mente. Certo, potrei sempre pensare che in realtà ci sia un'unica pecora che continua a saltare, solo lei, da una parte all'altra dello steccato e poi al contrario. Uhm. Magari così funziona.
... Ma mi sa di no.
- leggere qualcosa. Allora, dato che per ovvie ragioni bisogna evitare le robe di lavoro sennò la mente macina e ci si sveglia FOREVER, leggere un libro rischia di sortire l'effetto contrario a quello sperato. Perché poi mi appassiono alla storia e ciao le balle al sonno. Dovrei avere a disposizione un libro lungo e pastoso, tipo classico russo (che poi, in questo momento, "russo" è quasi un augurio), ma poi va a finire che non lo leggo proprio perché lungo e pastoso. Già sono provata dal sonno, non è che mi posso infliggere ulteriori robe che non vorrei, eh.
- ascoltare musica. Stesso problema, mi ci appassiono e magari attacco a cantare, con buona pace delle mie coinquiline che probabilmente verrebbero a farmi visita per rammentarmi che, per dormire, anche una mazzata in testa potrebbe funzionare. Se invece mi metto ad ascoltare classica, beh... Le sveglio comunque perché qua si canticchiano pure le variazioni Goldberg.
- alcol. Non ha mai funzionato, anzi. Al di là del grosso processo di moralizzazione che dovremmo intentare contro questo approccio (cioè un grosso TÓ TÓ col dito indice), quando bevo sono incapace di dormire, a meno di sfiorare il coma etilico.
... Non sono ubriaca, eh.
- scrivere post inconcludenti. Dicono che funzioni.

Non sono in grado di mettere le etichette, figurarsi la canzone del giorno. Saluti.