lunedì 7 marzo 2016

Finale

Cari tutti, questo post sarà l'ultimo di questo blog. Magari non ne frega un accidenti a nessuno, eh, ma voglio fare le cose fatte per bene e salutarvi. Ormai, anche solo guardando la frequenza con cui pubblico, si evince che il blog è abbandonato a se stesso da un pezzo. Mi dispiace tanto, perché in fin dei conti mi ci divertivo parecchio. Ma l'ultimo anno (anche due, valà) mi ha riservato vicissitudini che mi rendono difficile scrivere post allegri e scanzonati; questo blog voleva essere un posto per le risate (anche se non proprio dalle sue primissime origini), ma ora come ora non risco a partorire niente di vagamente sagace e brillante. Non è detto che non torni a scrivere, ma non su questo blog a caso.
Arrivederci, cari miei.
Valeria

domenica 8 novembre 2015

Dell'avere poca propensione per la moda gggiovane

Salve a tutti, gentastra. E' un po' che non ci si sente, ma la vita & le opere mi hanno sbatacchiata un po' a destra e un po' a manca. E sì, aggiungeteci pure della pigrizia indicibile. Comunque sia, bentornati! Ma ciao, nullafacenti del www! Rieccoci, dopo una badilata di mesi, a dire cose a caso. Nella fattispecie, cose a caso sullo SCIOPPING. Allora, io e lo shopping non siamo mai andati un granché d'accordo. Ma mai, proprio. Non ho pazienza, non ho senso dell'abbinamento e la gente che affolla i negozi mi fa affanno. Ma quanti siete. Ma perché. Ma dove volete andare. Ma il cremisi non vi sta bene. Ma qual è la definizione esatta di cremisi, poi. A questo, aggiungete una certa repulsa per quelle che amo definire le "commesse da assalto". Quelle che, appena varcata la soglia del negozio, ti saltano addosso cercando di venderti la qualunque. Ti vedono, e un lampo malvagio attraversa loro gli occhi, tant'è che mi è impossibile reprimere un brividino di morte lungo la schiena. Ti cacciano in mano l'elegante secchiello del negozio e tentano di riempirtelo di cose a casaccio tra cui make up di vario genere, parrucche vittoriane, sedie, glitter e unicorni.
A tutto ciò, che già basta a farmi strappare i capelli, c'è da aggiungere che il mondo del FESCION non ti viene un granché incontro, se non porti la 40. E io la 40 la portavo in seconda media, facciamocene una ragione.
Comunque.
Mi è venuto il pallino - ohi ohi - per le camicie da boscaiolo. Sarà la grezza post grunge che è in me, cosa volete che vi dica. Voglio una camicia di flanella a quadri, non mi sembra un desiderio così delirante.
E invece si.
Ma come? Sono pure di moda, le si trova ovunque! Già. Peccato che siano tutte, immancabilmente, più assimilabili a delle tende che a capi di vestiario. Non mi sono mai reputata un granché schizzinosa sull'AUTFIT, intendiamoci. Di solito compro le robe da vestire senza neanche provarle. Ma qui si esagera. Dentro una di quelle camicie ci si sta comodamente in quattro (che magari è anche utile per favorire un certo tipo di socializzazione, ma non è questo il mio scopo al momento. SCOPO, poi. Vabbè). Chiedere una roba che sia meno che informe sembra essere un'eresia. Lo so, sto pericolosamente deviando verso il pippone "se va di moda una cosa, nei negozi trovi solo quella"; da qui ad avere attorno un coro di zie che chioccia sullo sconsiderato andamento della cultura dell'abbigliamento è un attimo, quindi starò attenta, grazie.
Però che amarezza.
Per una volta che ho una legittimissima fissazione su un capo di vestiario, non si può. Il mondo universo non vuole che diventi una femmina come si deve, temo. Mondo universo, ma vaffancuore. Uffa eh. Possiamo protestare a riguardo, per favore? Sono l'unica coi disagi di questo tipo? Non credo - o almeno mi piace pensare di no. Quindi, riuniamoci! Promuoviamo un movimento all'insegna del variegato (come il gelato. Quindi è bene)! Fondiamo il gruppo "fateci vestire come stracacchio ci pare"! Mi sto sforzando di trovare altre frasi da aggiungere a queste, altri motti di propaganda col punto esclamativo alla fine, ma mi vengono in mente solo robe volgarissime. E il coro di zie chi lo sente, poi? Ho solo degli unicorni, a difendermi.

Canzone del giorno: ignoranza adolescenziale e molta vergogna. Ma almeno sono spensieratoni e non hanno problemi con le camicie. 24/7, Big time rush

venerdì 3 luglio 2015

Breve e sentimentale

Allora, i miei post ultimamenti sono scarsi e scarni. Eh vabbè, ho della vita da fare. Portate pazienza.
Oggi però bisogna celebrare. Non ero presente all'evento, e non me ne rammaricherò mai abbastanza. Oggi è il giorno di qualcuno che, nell'ultimo anno, è passato dall'essere un estraneo con la faccia mansueta a essere un compagno di lavoro, di risate, di vita. Ci si è sostenuti a vicenda, e ho avuto modo di apprezzare quanto valido questo giovane uomo possa essere. Perché se hai bisogno, non ti lascia lì. E se non hai bisogno, sei contenta di averlo in mezzo ai piedi.
Alberto, è stato un onore. Grazie.

Canzone del giorno: Il bello d'esser brutti, J Ax

sabato 2 maggio 2015

Chiavette e... La Cina è vicina

Qua l'assenteismo la fa da padrone, sciagurata me. Ma ci sono! E ho una gran voglia di tergiversare, anche perché è sabato sera e dovrei "lavorare". O almeno, tentare di racimolare dall'internet qualche informazione di quelle che ho miseramente perduto giovedì, quando la mia fida chiavetta USB ha deciso di non essere più tanto fida. Oh, i miei dati. I miei poveri dati. Ovviamente non avevo fatto un back up, praticamente so scrivere back up da ieri. Dropbox l'avevo abbandonato da un po', quindi là niente. Sono qua che spulcio mail per vedere se avessi scambiato col mondo qualche dato interessante in allegato.
I miei dati. I miei poveri dati.
Comunque.
Per la mia assenza di aprile ho una scusa che mi sento di definire abbastanza solida. Ero in questi posti qui:











Già. Sono stata in Cina. Tianjin e Shanghai in 8 giorni, per essere precisa, con la scuola di dottorato. Cosa dire... beh, che è tutto strano. E grande. E contraddittorio. Molto contraddittorio. Posso dirvi che si mangia molto bene, e in modo molto diverso rispetto ai ristoranti cinesi di qui. Poco fritto, NIENTE SALSA DI SOIA (non ci potevo credere), tutto al vapore o wok. Penso di aver sotterrato per sempre i miei addominali, pace all'anima loro. Ci hanno ingozzato come le oche da patè (non che la cosa mi fosse di cruccio).
Ho molto apprezzato i posti, nonostante l'inquinamento e nonostante il disorientamento dei miei occhi italiani, abituati a vedere architetture storiche e massiccie. Là è tutto recente e tutto verso l'alto. E tutto in costruzione. La vita, almeno per un turista europeo, costa molto poco. E lì il non-asiatico fa molto esotico, quindi per buona parte del tempo siamo stati approcciati da emeriti sconosciuti che, senza proferire verbo, ci si avvicinavano, ci guardavano, ci fotografavano  e se ne andavano.
Non avevo mai pensato alla Cina come meta di un viaggio, ma col senno di poi posso dire che è valsa le 15 ore nette di aerei (solo per l'andata, ca va sans dire), le 6 di fuso, le 35 di fila sveglia il primo e l'ultimo giorno, e i giorni passati a recuperare il jet lag.

Facciamo basta, eh... Ciaone! Andate a fare della vita, che è sabato sera e siete gggggggggggiovani!

Facciamo che vado a cercare gli altri allegati delle mail, valà.

Canzone del giorno: Sky is over, Serj Tankian

domenica 15 marzo 2015

Storie di una domenica qualunque

Ok, è tipo TANTISSIMO che non faccio un post. Uffa eh. Qua c'è della vita lavorativa da fare, è una corsa continua e mi perdo i pezzi per strada. Tipo il blog. Tipo che mi moralizzo da sola, anche perché se non scrivo poi mi viene la mestizia.
Genti, come state? Son due mesi che non ci si legge, e immagino che anche a voi siano capitate cose di varia natura. Per quanto mi riguarda, mi limito a riportarvi quando accaduto nella sola giornata di oggi, che mi ha vista rintanata a casa all day long:
- lavatrice 1: ho avuto la brillante idea di buttare a lavare il paraspifferi, che tanto con un ciclo leggero in lavatrice terrà botta no? Beh, no.

- lavatrice 2: che siccome che vivo da sola (o meglio, con due coinquiline ma arrangiandoci. Miss independent de noialtri, in pratica) non accumulo mai abbastanza robe simili in nuance da lavare, e le lavatrici fatte bene dovrei farle mezze vuote per non mischiare i colori. Ma mi pesava proprio fare una lavatrice mezza vuota. Così l'accappatoio VERDE è finito a lavare con l'asciugamano BIANCO. Indovinate chi ha vinto.
- ho dovuto cercare in Google come si scrive nuance.
- stirando quanto uscito da una lavatrice che, in mezzo a tutto questo scempio, si era salvata, mi si è rotto il ferro da stiro. Ma così. All'improvviso. Alla terza maglietta ha deciso di non funzionare più senza un motivo apparente. Ma perché, poi. Senza un motto di spirito. Un sussulto, un afflato. Una morte bianca, in pratica.
... ciò non mi ha evitato di stirare perché la mia coinquilina ne aveva un altro, di ferro da stiro. Oltre al danno, la beffa.
- ho appena finito di guardare Italia-Francia al 6 Nazioni di rugby. E se non sapete com'è andata la partita, il fatto che la annoveri in una sfilza di sfighe dovrebbe essere indicativo alquanto.
- non riesco a far seguire ai miei pensieri un filo logico coerente, con conseguente dilatazione dei tempi per fare qualsiasi cosa. Anche per DECIDERE di far pipì, manco per farla. Il giorno in cui mi troverò una pozzetta gialla sotto la sedia inizierò a pormi dei problemi. Anzi, a DECIDERE di pormeli.
- non so come chiudere questo post, quindi lo chiudo così. Qui e adesso.

Canzone del giorno: How to write a love song, Axis of Awesome. Prestate orecchio alle parole e ridete con me.

lunedì 19 gennaio 2015

Risibile elenco #13

Bene, bravi. Buon anno, eh, che non ci si vede da un po'. Tutto bene? Digerito il panettone? Quanti chili avete preso? Personalmente, moltissimi. Mi sta stretto pure il camice da laboratorio, ma mi piace pensare che questo sia da imputare al coscienzioso lavaggio che gli ho inflitto - ovverosia a 95°, seguito a ruota da un altro lavaggio a 60° perché avevo tentato di stirarlo e mi si è rotto il ferro da stiro nel mentre, con conseguente deliquescenza rugginosa a impadronirsi del candore incredibilmente ritrovato e delle coccinelle cucite ad altezza tetta sinistra, troppo felicemente riemerse. Ma non divaghiamo.
Al momento sono avvolta nel mio acquisto più coscienzioso, aka coperta con le maniche, e mentre mi interrogo sulla natura della sporcizia sulla mia tastiera (SICURAMENTE imputabile, anche quella, al maledetto Windows 8), ho deciso di sollazzarvi con un nuovo, mirabolante elenco di chiavi di ricerca che hanno portato sin qui. Fuoco alle polveri! Festosità! Sollazzo! Gattini! Sia data lode al tredicesimo (ma che bel numero) Risibile Elenco!

Zucchero nel caffè in senso metaforico
Ecco, questa è una conoscenza che mi manca. Cominciamo benone. Ma anche il caffè è metaforico? O solo lo zucchero? Guardate che questa cosa mi turba tantissimo. Cioè, se il caffè è vero ma lo zucchero è metaforico sappiamo tutti che il caffè resta amaro, sì? Spero di non sconvolgervi, ma insieme possiamo farcene una ragione. Prendiamoci per mano e facciamoci forza.

Quanti soldi ha preso kevin costner per la pubblicità di rio mare?
Troppi. A prescindere. Se non ve la ricordate, o se vi volete particolarmente male, potete rivederne una (solo una, eh. Non ci sono dati comprovati di sopravvivenza dopo averle viste tutte di fila. Siate prudenti) qui.

Quiz che super potere inutile hai
Cosa fate nel momento in cui incappate in un cubo di Rubik?
a) lo risolvete in scioltezza --> siete intelligenti. Che è un superpotere inutile, dato che la TV insegna che anche i geni devono avere dei coinquilini ossessivo-compulsivi per spartirsi l'affitto, che la figona che abita sullo stesso pianerottolo ve la sgancia dopo mille mila serie e che il Klingon non lo parla nessuno a parte voi.
b) chiedete "si può avere nero?" --> il vostro potere sono i soldi (che tanto tanto inutili non sono, in realtà) e una tuta che non mi pare tanto comoda per salvare Gotham City, ma attillata si
c) lo usate come amabile soprammobile --> avete il talento dell'arredatore d'interni. Ma da quando esiste l'Ikea la vostra utilità non è poi così spiccata.
Personalmente, come superpotere detengo la capacità di spiaccicare gli spinaci dalla padella al muro con una certa armoniosità. Utile, eh?

Chuck bass in vestaglia
Ta-daaaaaaaaaaaaaaa!


Dodicenne col pannolino
Genitori psicopatici. O incontinenza precoce/tardiva a seconda dei punti di vista. O una nuova puntata di Malattie Imbarazzanti.

Risibile malattia
... ecco, appunto.

Intossicazione da coloreria italia
Questa chiave di ricerca è stata usata identica a se stessa per ben due volte, quindi mi sembra giusto darle lo spazio che merita. Allora, ripetete insieme a me: LA COLORERIA ITALIANA (non italia, quella è la piazza e la fanno su Rai2) NON SI MANGIA! Ditelo forte, a pieni polmoni! Vi fa male alle budella. Ve le accartoccia, le frantuma, e voi siete pronti da buttare nell'umido. Che poi, cosa ve la mangiate a fare la Coloreria Italiana? Cosa ve ne fate dello stomaco blu di Prussia? Dell'intestino pervinca? Cos'è, pensate di produrre delle caccone verde smeraldo? E' questo il punto, piccoli balordi? La cacca fluo? E cosa ve ne fate poi, le usate per fare degli scherzoni? Volete cagare bellezza? Le spacciate per opere d'arte? Guardate che la Merda d'Artista c'è già, e quella è maròn.

Ira e shiro
... due pugni nella pallamuoro.

Bene, è ora e tempo delle premiazioni. Perché la chiave di ricerca balorda balordissima, che surclassa tutti, che neanche si poteva immaginare con un minimo di serenità d'animo, che pialla la concorrenza, è lei:

Per favore si slacci il reggiseno
Ma chi è lei. Ma scusi. Così su due piedi. Ma cosa vuole. Ma perché dovrei. Ma no.

Canzone del giorno: American Pie, Don McLean

martedì 16 dicembre 2014

Come ogni anno, turbamenti natalizi

Come ogni anno, di questi tempi scatta il disagio esistenziale. Si consuma il mio personalissimo dramma. Anzi, voglio sperare che non sia personalissimo. Non ditemi che sono sola. Ve ne prego. Ditemi che posso sperare che mi sorridiate, mi prendiate per mano e mi diciate "non aver paura Valeria, eccoti un sacchetto di carta per iperventilarci dentro ben bene e degli affusolati sassi per lapidare la gente troppo contenta".

Ecco.

Perché a me il Natale fa orrore, e ve l'ho detto più e più volte. Il Natale e tutto ciò che ne consegue. Ferie, Capodanno, Befana, robe. Ma uffa eh. Perché non puoi mica star lì e aspettare che tutto questo smetta. Eh no. Devi fare cose. Organizzarti. Andare da qualche parte. Perché se almeno un paio di giorni non te ne vai in un qualche punto dell'orbe terracqueo, fai schifo. Sei un reietto. Un appestato. Uno sfigatissimo con in più un qualche tipo di aggravante che adesso non mi viene in mente. Scegliete voi. Cielo, un po' di iniziativa.
E, peggio ancora, se già a giugno non sai cosa farai a Capodanno, sei da rinchiudere e studiare come una bestia rara. "Valeria, ormai siamo in infradito e fanno 35 gradi all'ombra, quindi - come logica vuole - hai deciso cosa fare a Capodanno?" "beh veramente non sapr... ohibò, cos'è questa grata attorno a me, che è appena calata dall'alto? E perché questa camicia con le maniche lunghissime e le cinghie?".

Ecco. Di nuovo ecco.

Le feste sono troppo forti, non possiamo sconfiggerle se non unendo le forze. Ribellandoci tutti insieme. Il problema però è che molti di noi si sono abituati a tutto questo, e non pensano assolutamente a ribellarsi perché si sono convinti che le feste siano BELLE. No. No che non lo sono. Chi si crogiola nella sicumera che tutto 'sto correre e fare e comprare e organizzare abbia un qualche tipo di fascino, in realtà è una vittima. E' una povera anima di tolla plagiata dal SISTEMA. Si, sotto Natale divento una sostenitrice della teoria del complotto, fatevene una ragione. Il complotto di Babbo Natale. Della Lapponia. Del Capodanno esotico. Del sei-una-merdaccia-se-stai-a-casa-a-farti-gli-strabenedetti-fatti-tuoi-sfigatodimmerda.
Non sconfiggeremo mai il Natale se non prendiamo coscienza del fatto che ci dobbiamo ribellare. "Perché mai dovremmo farlo? Convincici, Valeria! Noi abbiamo dalla nostra parte il vin brulè, venti giorni di non-lavoro o non-scuola, i regali, la neve, l'andare a spasso, le decorazioni e le abbuffate! Tu cosa ci offri?" Ma ve lo dico subito:
- un decremento ponderale dell'ansia e dello sbattimento. Perché, lo dico e lo ripeto, la sensazione di DOVER fare cose e non farle perché ne hai voglia è causa di stress.
- comprare i regali. Questo meriterebbe un post a parte. Perché, dopo mille scorribande e spedizioni ai negozi più disparati, per il disagio tuo e del tuo bancomat, quando credi di aver finito ti viene in mente di aver scordato qualcuno. Ma tanto alla fine ti dimenticherai SEMPRE di qualcuno. Sta nell'ordine naturale delle cose, accettiamolo e bon. E accettiamo anche che prenderai sempre almeno un regalo di troppo, che non consegnerai per i motivi più disparati e che riciclerai tristemente alla prima occasione buona. E poi comprare i regali è un casino, spesso non sai cosa prendere e allora ti butti su UN PENSIERINO. Che ho regalato certi pensieri che, se li avessi ricevuti io, avrei detto "beh, pensami meno". Se invece hai un'idea troppo precisa, probabilmente sarà impraticabile. Richiederà tempo, fatica, una spesa folle, o che tu ti perda in giro per Padova perché non ricordi dove stracacchio stia piazza Insurrezione (cioè a 300 metri dal punto da cui partivi, ma Google Maps ha scambiato Natale per il primo d'aprile quindi niente). E il più delle volte fallisci miseramente.
- quando finiscono le vacanze la gente è triste. Quindi tanto vale non farle iniziare proprio e ciao le balle.
- si mangia la qualunque e si rotola. E ci si sente in colpa, perché nel ventunesimo secolo il grasso è una colpa. Non veniamocele a raccontare.
- la neve sta bene solo in montagna. Altrove piace solo ai bambini, ai cani o a gente che non mi viene da considerare seriamente.
- la musica e i film che ci propinano. Perché di sentire "all I want for Christmas is you" è stufa anche la Mariah Carey, E i cinepanettoni... beh. Giusto cielo.
- i pranzi coi parenti. E non ditemi che questa ve la devo spiegare.

Convinti?

Canzone del giorno: The hardest part, Coldplay. Almeno come titolo mi pare calzi.