domenica 24 febbraio 2013

Inconcludente...

Non so bene su cosa fare questo post, signori miei... So solo che avevo voglia di scrivere, quindi eccomi qua. Dopo aver cucinato per un esercito (che non c'è), Blogger mi ha chiamato a se per adempiere ai miei trascurati doveri di postatrice del web. Che dire, soci miei? Il tema del giorno sono le elezioni, ma c'è il silenzio stampa quindi non se ne può parlare. Come non si può parlare dell'affidabilità delle matite copiative, termine che dimenticheremo già da martedì per ripescarlo la prossima volta che si voterà. Altro tema del giorno è l'ultimo Angelus del Papa in quanto Papa, ma non l'ho mica sentito, quindi non posso minimamente parlarvene. Dovrei cercarlo su Google e non ho proprio voglia. Potrei parlarvi di quello che sto guardando in TV, ovvero Extreme makeover: home edition, ma secondo me non ve ne importa un granché. Non lo sono neanche io. Potrei parlarvi del fatto che ho un sonno da matti, ma immagino che l'interesse a proposito non fiocchi, oltre al fatto che probabilmente ne ho già parlato. Io ho SEMPRE sonno ormai. E' una presenza così costante che potrei chiamarla per nome. Vabbè.

Sono passati dieci minuti da quando ho scritto "vabbè", tempo nel quale ho fatto notevoli sforzi per non far cadere la mia faccia sulla tastiera. Sto invecchiando, non tengo più botta. Che gli anni passino me l'ha ricordato pure il fatto che, stamattina, mi abbiano consegnato anche la scheda per il voto al Senato. Che amarezza. E temo che amaro sarà anche il risultato del voto, qualunque esso sia. Speren ben.

Canzone del giorno: Quando nasce un amore, Anna Oxa

martedì 19 febbraio 2013

Tra serio e faceto, ovvero: quando nei tuoi pensieri profondi si intrufola StaiBene

Amici miei, oggi è stata una giornatina piuttosto piacevole. Sono un po' provata sul piano fisico (non ho l'età, è ora e tempo di ammetterlo) ma piuttosto soddisfatta su quello morale. Ho incontrato un paio di amici di vecchia data che non vedevo da un po', e la serenità che me ne è arrivata è stata quasi disorientante, non me l'aspettavo. Il fragore delle nostre risate ha causato molti sguardi storti, ma tant'è, arrangiatevi, io ero contenta.  E la giornata ha tenuto botta bene, con un po' di realizzazione di quel senso di utilità che piace sempre e un po' di notizie incoraggianti... Certo, non tutte, ma in quel caso ci si mette del nostro per limitare i danni e anzi, uscirne bene.
Certo che se i due nella stanza qui a fianco si comportassero in modo confacente all'età che si portano appresso sarebbe anche più facile scrivervi. Due bambini delle elementari. La stanchezza porta a insofferenza. Mi si rovina il momento aureo. Come rimediare? Ma con StaiBene, che placa i problemi di noi donne tutte. Si, perché noi portatrici di utero non pensiamo ad altro che non sia essere più belle delle nostre amiche, nonché beccare più di loro, quindi: Nuovi stimoli per non ingrassare.
Eh già, che il peso sia una nostra tara (perdonate il giuoco di parole) sono la prima a dirlo. Pure io ho una seria fissazione per le mie ciccette. Ma me ne faccio una ragione, anche perché se cado attutiscono il colpo e quando mi siedo sulle panche in chiesa non mi faccio male (cit.). Ma, l'articoletto docet, per dimagrire "siamo disposte a tutto, questo è certo!". Mi sia concesso, ancora una volta su queste pagine, un sonorissimo 'sticazzi. Vogliamo dirlo tutti insieme? Dai, ditelo con me: 'STICAZZI! Non vi sentite meglio, ora? Certo, io passo le giornate intere a pensare a come poter perdere anche solo due etti, e a lottare contro quella voragine che verso le 11 di mattina mi si apre nello stomaco e mi fa assaltare il distributore automatico, manco fosse una diligenza di un qualche film western a caso. Al di là dell'italiano finto-giovane e finto-complice di cui fa uso l'autrice dello scritto, su cui stenderei un velo pietoso (una coperta. Un piumone. Una tavola di compensato), qui ci si dice che se uno si annoia tende a mangiare perché non ha altro da fare, quindi ingrassa. Ohibò che perla, ma pensa un po'. E questa cosa, cara autrice, l'hai pensata tutta tutta da sola? Perché è davvero un colpo di genio! Perché le folle non si aprono adoranti al tuo passaggio, lanciandoti petali di rosa e inneggiando a te? O forse lo fanno, e io ne sono inconsapevole? Povera sciocca.
... Seriamente. 'Sta cosa ve la poteva dire anche mia nonna Maria, rilanciando con la ricetta dei crostoli (chiacchere, galani o come diamine li chiamate), e con quella avrebbe vinto facile. Quale altra verità ci offrirà la prossima volta StaiBene? Non so, che la terra è rotonda? O ci si spingerà più oltre, verso nuove, impensabili teorie? Non so, ad esempio che i dinosauri si sono estinti a forza di puzzette. Ah no, scusate, un articolo così l'hanno già fatto. Quanta amarezza in una rubricaccia sola.

Canzone del giorno: qualcos'altro che salvo da Sanremo... E come potrei non farlo? La canzone mononota, Elio e le storie tese

domenica 17 febbraio 2013

Diario di bordo

Oggi ho portato un pezzo della mia via in un luogo più consono. Dopo tanto pendolare, finalmente potrò stazionare in un luogo più confacente alla sottoscritta. Confacente sia per praticità, sia per quello che penso che ci troverò. E che, soprattutto, mi ha permesso di smanacciare sul sito dell'Ikea con uno scopo ben preciso, una volta tanto. Quello è un luogo di perdizione. Mannaggia a me, sento che mi ci potrei giocare un bel po' di stipendio (che per inciso non ho ancora ricevuto). Ninnoli a costo relativamente basso e dall'aspetto non dico fighissimo, ma quanto meno grazioso. E così stai lì, a valutare se è meglio il Berlevag o l'Ung Drill, l'Akerkulla o la Rosenkalla. Oh, cielo. Trasloco, cosa mi hai fatto? Sto diventando la versione trico-monocromatica nonché low cost della puzzola di Cerco casa disperatamente? Mi metterò a disquisire della luminosità di un attico decorato con zaffiri e pelle umana? Mi truccherò pesantemente di grigio balena? E poi, perché GRIGIO balena se è blu? Valuterò i prezzi dicendo la fatidica frase "qui la richiesta è leggermente sopra il budget"? Almeno riuscissi ad entrare nei suoi tubini, quella sì che sarebbe una soddisfazione. Per ora ci riuscirei si e no con una gamba. Disagio.

Canzone del giorno: quella che secondo me a Sanremo avrebbe meritato di più. Sotto casa, Max Gazzè. Avrei preferito un video del live, ma il cielo maledica la Rai. E comunque con quella tastierina elettronica lì ha capito tutto.

sabato 16 febbraio 2013

Io donna, tu pirloccia

Si da il caso che debba imballare cose. E si da il caso che, tra queste cose, ci siano piatti e bicchieri, notoriamente predisposti di per se a distruggersi. Così, perché cambiare posto non gli fa piacere e vogliono fartelo pesare. Quindi, dopo essersi fatti trascinare (non senza fatica, sudore e giramenti di balle) dal punto A al punto B, magari distanti una ragguardevole quantità di km, quelli si ridestano e - crack - si rompono. Piuttosto di darti la soddisfazione di essere fruibili, si spaccano. In pratica si suicidano. Per prevenire la cattiveria da ceramiche e vetri da cucina, il mio approccio si basa sul circondare suddetta cattiveria di fogli di giornale. Copiosi fogli di giornale. Ora, a casa mia non si leggono giornali. Ci piace sguazzare nella disinformazione, così, senza un perché particolare. Quindi stamane, con tutta la mia baldanza, sono andata in edicola a comprare un giornale. Ma non uno a caso. Se devi imballare, mica puoi prendere il Fatto quotidiano, che è piccolo e dura due pagine. Devi prendere un quotidiano cicciuto e con le pagine grandi come la Sardegna. Va da se, dunque, che abbia comprato il Corriere della sera. Fortunella me, quando ho scoperto che assieme al Corriere oggi c'è l'inserto: Io donna. Spinta da curiosità mista a una buona dose di pregiudizio, mi sono apprestata a sfogliarlo per valutarne il contenuto... Giusto cielo, perché? 200 e passa pagine di disagio. Gobbe e incazzate come solo il digiuno ti fa essere, le modelle che popolano questo giornale altamente culturale portano addosso la roba che, secondo non so bene chi, dovremmo metterci tutte quante. Il tutto intervallato da pubblicità piene di modelle che portano addosso la roba che, secondo non so bene chi, dovremmo metterci tutte quante. Grande varietà, insomma. Da notare che l'indice è a pagine 37. TRENTASETTE. Nelle 36 pagine precedenti, pubblicità. Per niente fastidioso. Dopo altri cinque o sei milioni di pagine di pubblicità, caratterizzate dalle solite ragazze giovanissime con gambe chilometriche e sopracciglia spesse come un'autostrada, parte un'intervista a Kirsten Dunst. Onestamente non ho il cuore di leggerla davvero. Mi sanguinerebbero gli occhi dopo due righe, abbiate pietà. Posso solo dirvi che capelli, pelle e vestito hanno lo stesso esatto punto di giallo-beige che fa tanto persona in salute. Infatti si tiene la mano dietro il collo, mi sa che ci ha le cervicali. Brutte bestie. A seguire (le pubblicità, s'intende) argomenti di stringente attualità come le cene in piedi: il modo giusto di allestirle, cosa servire e roba varia. Ma dai, vuoi dirmi che questa gente mangia? E cucina pure? Ma la vedete una figacciona in abito da cocktail Gucci che si mette a fare la bagna cauda o il brasato? Che fa roteare in aria la pasta per la pizza che manco al Cirque du Soleil? Ma per favore, questa gente qui ordina tutto al catering e poi pilucca le olive in cime ai vol au vent, fine della storia. Bah. Per chiudere, un interminabile servizio di moda che alterna temi vari, dal color-chic ai capi in pelle; il tutto con costi paragonabili a quelli per comprare una piccola utilitaria usata. Per singolo capo, s'intende. Chi non ha 1600 euri da investire in una giacchetta verde acqua improbabile quanto la Littizzetto vestita da Caterina Caselli che abbiamo visto ieri sera?

Questa cosa ha il coraggio di chiamarsi Io donna. Ora, non sarò un granché femminile, ma donna si. E mi da molto fastidio che l'opinione comune voglia che la donna sia questo. E ancor peggio è pensare che molte donne si attengono davvero a questo stereotipo. Amica che svieni se non riesci ad accaparrarti l'ultima Louis Vuitton o che per questa domenica hai organizzato un brunch da 1200 persone (di cui quattro conosciute e le altre no), lasciatelo dire: non sei una "io donna", ma una "tu pirloccia".

Canzone del giorno: valà che ce l'ha ricordata Cristicchi. Canzone per te, Sergio Endrigo. La festa, appena cominciata, è già finita...

domenica 10 febbraio 2013

Esegesi dello spaghetti hip hop

Era un pezzo che non mi mettevo ad esegizzare, e in effetti me ne dolevo molto. Il fatto è che non trovavo niente di sufficientemente scrauso da proporvi. Niente che mi facesse sanguinare gli orecchi o rantolare di dolore. Niente di particolarmente malvagio, che meritasse vituperio o altro. Beh, tutto questo fino a quando sono inciampata in 'sta roba: Killer, Baby K ft Tiziano Ferro. Il fatto che non riesca ad inserire il video nel post è già molto indicativo. La prima volta che l'ho visto mi sono sganasciata, non me ne vogliano 'sti due (tra l'altro, lei chi è?).

Già l'inizio promette bene, con l'enunciazione per niente pacchiana di chi canterà cosa, con la discrezione che solo uno scrittone sbrilluccicoso su sfondo rosso può avere. L'accattivante intro ci propone un tot di sguaiatissimi "aiaiaiaiai" che mi ricordano tanto quando prendo la gamba del tavolo con il mignolino del piede. Anche l'espressione di Tizy è la stessa, bocca spalancata e storta ed occhi al cielo. Faremmo bene a tenerli anche noi, gli occhi al cielo, per i prossimi tre minuti e mezzo. E magari anche diventare sordi aiuterebbe.
I ruoli sono chiari: il bad boy con l'aria da magnaccione e la bad girl con la pretesa di non far vedere che è una dipendente del magnaccione di cui sopra. Qualità che gronda ovunque. Gronda così tanto che alla fine non ne resta neanche un po'. E non è ancora iniziata la strofa, che comunque non tarda un granché ad arrivare. E' la volta di Tiziano, col suo RayBan a specchio e il suo completo che vorrebbe fare tanto gangster. Tiziano, Tizy nostro, fattelo dire: no. Dopo averti sentito cantare Sere nere e tutto il resto hai perso di ogni credibilità in quanto a trasgressione, cattiveria, spavalderia e roba varia. Di ferreo ti è rimasto giusto il cognome. Non ti si può proprio dare corda, caro mio, a maggior ragione con un testo del genere. Abbi pietà. Il tutto mentre appare gente a caso che si muove a caso e fa cose a caso, compresa la tua compare canora in questa marmaglia di suoni. Compare che sfoggia una camicia da carcerato, un bel culo e un neo sotto l'occhio destro. Se sia vero, non è dato sapere. Comunque, il testo continua sulla scia di prima, al grido di "la più cazzuta sono io", mentre le immagini che scorrono ci propongono di nuovo gente a caso, compreso uno che porta tatuata sulla schiena la scritta "Mori potius quam non desiderare", perché un po' di latino nobilita sempre. Almeno finché Tiziano non ci manda affanculo, ecco.
Ritornello! Qua si gioca sul chi è meglio tra l'uomo e la donna. Uh come siamo evoluti. Tocca dire che, anche solo guardando le mise dei due, la bilancia non pende certo a favore del gentil sesso. Conciata così dovresti stare in tangenziale o in un video di Flo Rida. Ma lasciamole credere che tutto ciò sia fichissimo, chi siamo noi per contraddirla? Guardiamo con attenzione al testo e sentiamo cosa si dicono i due:
(rapper col neo e senza pantaloni) Senza noi non siete niente
(Mister Non me lo so spiegare... E neanche noi) Senza noi voi siete perse
(moretta) Ogni donna da sola vale
(di sereeeeeee, nereeeeee) Ma ogni uomo fa da se (attimo di sospensione in cui stiamo pensando male tutti quanti, indistintamente. Ammettiamolo) il bene o il male uguale prima o poi (ah ecco, torniamo sui binari).

La sfida verbale continua nella seconda, originalissima strofa, dove l'unica cosa che mi sento di sottolineare sono due frasi di Tiziano, poste distanti l'una dall'altra ma che se collocate vicine acquistano finalmente un senso:
- mi piace, anzi mi esalta la personalità tua alfa;
- paghi tu per tutti.
Ah, ecco perché ti piace. Perché sponsorizza. Non è una questione di mutande. n effetti non capivo proprio.
Tocca al bridge, e permettetemi di soffermarmi sulla estrema finezza grafica che hanno voluto propinarci: lo specchio di Venere, simbolo della donna, e la freccia di Marte, simbolo dell'uomo, giocherellano sullo schermo fino a compenetrarsi. Servono delucidazioni su ciò che questo significa? No, che non servono. A maggior ragione se la Baby K mi sta seduta a quella maniera lì, a gambe aperte come una cozza in padella. "Non è stalking", e vorrei ben vedere. E poi... "un reato del cuore è il più grande peccato": ma cosa c'entra, di grazia? Siete qua a disseminare stereotipi e tentativi di essere cazzutissimi, e tirate fuori 'sta frase scartata dai copioni di Beautiful? La coerenza è una gran bella cosa...

La canzone termina con un "chi sarà il killer?". Eh guarda, potrei essere io se vi trovo sulla mia strada. Vedete voi.

Canzone del giorno: per spirito di coerenza, beccatevi la sigla di un cartone animato. Che comunque per arrangiamento e melodia non ha proprio niente da invidiare alle canzonacce dei nostri tempi: Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo, Cristina D'Avena

mercoledì 6 febbraio 2013

Quando la gente ha una sua funzione

Oggi, finché il mio stomaco tenta di farsi una ragione di tutto quello che ho mangiato stasera, ho deciso di parlarvi di una figura non abbastanza considerata. Una tipologia umana piuttosto canzonata, più o meno a ragione: il contribuente. L'ignaro, sprovveduto, sciocco contribuente. Ci piace immaginarlo così, in fila alle poste, che paga non sa bene cosa a non sa bene chi. Perché occuparci di questo sprovveduto? Perché? Perché sponsorizza, semplice. Ed è nostro (nostro? E chi sono, il divino Otelma?) dovere morale parlare degli sponsor, come nei migliori programmi televisivi. Come dimenticare la pubblicità di Annabella di Pavia all'interno della Ruota della Fortuna (quella vera, con Mike)? E allora, andiamo.
Il contribuente è un'entità semplice, pacifica e quieta. Come il plancton, in pratica. Questa forma vivente è serena e in pace con l'universo. E può esserlo solo perché è inconsapevole. Il contribuente si aggira per il mondo, felice e beato, con un bollettino da pagare in una mano e uno già pagato nell'altra. Come Mosè con le Tavole della legge, insomma. E' sereno così, e chi siamo noi per giudicarlo? Anche perché, a volte, la sua volontà quasi commovente di pagare ha dei risvolti pratici per tutti noi, oltre ad avere quasi un qualcosa di poetico, derivante dalla figura di uno che in tempo di crisi paga tutto e anche di più. Ma il contribuente alla fine è contento, anche perché non sa bene bene di essere contribuente. Contribuisce e non lo sa. Rappresenta la forma più pura e nobile della generosità: quella gratuita (perdonate il giuoco di parole).
... Ma qual è l'habitat naturale del contribuente? No, perché le poste a una certa ora chiudono pure. In realtà secondo me il contribuente, quando non può pagare, si smaterializza. Non ha una ragione sociale, quindi l'esistenza può andare a farsi friggere. Pffffff.

Canzone del giorno: Precious, Depeche Mode

domenica 3 febbraio 2013

StaiBene e le notizie che proprio non sapevamo

Buonasera signori miei! Fine settimana stanchino e meditabondo, con la solita sensazione piacevolmente deludente di non avere tempo. Avrei voglia di scrivere un post di quelli belli, ma tra un po' c'è la Littizzetto su Rai3 e il timore reverenziale si spreca. Vediamo se StaiBene mi aiuta: Bella o brutta? A lui basta che respiri.
Eh già, prevedo grosse soddisfazioni. Meno male.

Cosa ci dicono qui? Quello che già sapevamo da tempo immemore, ovvero che spesso gli uomini si comportano con le donne come i bambini fanno con lo sciroppo per la tosse: si tappano il naso e ingollano. Oddio, magari come immagine non è edificante, ma neanche il concetto in sé lo è, quindi tanto vale. Come nella migliore tradizione animale, l'uomo non fa lo schizzinoso quando si tratta di accoppiamento anche se solo potenziale. Poi una non deve dire che l'uomo non ragiona con la testa, ma con altro. E' una questione di fisiologia: cinque litri di sangue non sono sufficienti per irrorare tutto l'umano vitellone, o ossigena una parte o un'altra... E la gravità favorisce nettamente il mini-lui.

Però... C'è un però. Com'è che, se gli uomini sono di bocca buona, io non becco niente lo stesso? Ok che sono poco femminile, ma non è bello che gli uomini mi scambino per uno di loro. Vado a deprimermi in un angolo. O a farmi una ceretta, giusto per sottolineare che sono una femmina, eh.

Canzone del giorno: Welcome to my life, Simple Plan