mercoledì 31 ottobre 2012

Vago

Ave, soci. In questa piovosissima serata di Halloween mi accingo a riprendere in mano il mio pc, comprato venerdì e già andato in riparazione. Colpa mia, ho scaricato un programma malvagio. Mannaggia zozza. Oggi ho parlato seriamente del mio progetto di ricerca con chi di dovere. Ommioddio, allora è tutto vero. Sono ancora disorientata, non mi pare vero di essere a questo punto. Sono ancora allegramente inconsapevole. Chissà quando arriverò a consapevolezza... Dall'alto (dall'alto?) mi si dice col primo stipendio. Oddio, avrò uno stipendio. Aaaaaah! Dai Vale, cazzuta.
Cacchio, se piove.

Canzone del giorno: brutalmente pop. It's gonna be me, Nsync

venerdì 26 ottobre 2012

Rieccomi

E' passato un sacco di tempo dall'ultima volta che ho scritto qualcosa. Porca miseria, quanto. Scrivere su questo piccolo angolo arancione mi è mancato, ma non ho avuto proprio  tempo. E minchia, cos'avrò avuto mai da fare? Beh, tentare di progettarmi un futuro. Nel concreto, ho dovuto studiare tanterrimo per gli esami di dottorato. E ho passato proprio quello che più mi interessava. Ebbene si, a gennaio inizierò il mio dottorato di ricerca in scienze farmaceutiche. Assurdo, non riesco ancora a crederci. Sarà che l'ho appreso da 7-8 ore, e che quindi devo ancora metabolizzare. Devo ringraziare chi ha creduto in me più di quanto abbia fatto io stessa, chi mi ha sopportato nei miei deliri, chi mi ha accolta. Il merito è anche loro, se ho raggiunto questo obiettivo che ritenevo assolutamente insperato. E invece... I prossimi tre anni avranno uno scopo. Uno scopo sperimentale, in un laboratorio, anzi proprio in quel laboratorio che mi ha dato così tanto fino a settembre... E che presto ricomincerà a darmi molto, già lo so. Ok, è un post sentimentale, ma portate pazienza. Sono parecchio stanca, non riesco a tirare su gli opportuni filtri al sentimentalismo. Ne riparliamo domani, eh?

Canzone del giorno: Nothing compares to you, Sinead O'Connor

venerdì 12 ottobre 2012

Laureanno

Un anno esatto fa, a quest'ora, stavo palleggiando da una festa di laurea ad un'altra. Alcuni dei miei amici più stretti si sono laureati insieme, nella mia stessa facoltà, esattamente un anno fa (dato che la pazienza è la virtù dei forti, io ho pazientato un paio di mesi in più per quel pezzo di carta. Sono fortissima. Tiè). Un anno esatto fa ero sparsa tra un bar e l'altro, tra una strada e l'altra, tra una proclamazione e l'altra, con quella fretta che ti dà soddisfazione, perché sei contenta di conoscere la gente che stai andando a festeggiare. Sei contenta di conoscere così tante persone che meritano. E ad un anno di distanza, dove sono queste persone? Cos'è cambiato? Più di quanto mi aspettassi, ma alla fine... Tutto cambia, niente cambia. So che è filosofia spicciola, ma alla fine è così. Di solito la vita si può riassumere in poche banalità e frasi fatte. Però le amicizie non sono banali. Alcuni si sono trasferite, alcune allentate, alcune rafforzate, alcune in via di definizione. Tutte, o quasi, evolute in qualcosa che prima non era e che ora è. Nulla si crea e nulla si distrugge, no? E i miei stessi amici sono sempre uguali, ma diversi. Uguale è la base, l'indole; diverse sono le esperienze, che bene o male denotano chi sarai in futuro. C'è gente che dal 12 ottobre 2011 è invecchiata molto più di un anno a causa di mille mila vicissitudini, e c'è altra gente che invece no. Magari sono le situazioni ad essere cresciute attorno a loro. Magari, invece, non è successo niente e la mia teoria del "tutto cambia, niente cambia" va a ramengo almeno per la prima metà.
Troppo sentimentale? Forse. Sono un po' troppo stanca per infiorare tutta la storia. Ma se mi è concesso (ed è così, visto e considerato che se ho un mio blog qualche diritto di parola su di esso ce l'avrò), alziamo metaforicamente i bicchieri e brindiamo! Che sia Moscato, Cannonau o qualunque altro alcol da festeggiamento, buon anno da laureati! Prosit! Giù i pensieri, su i bicchieri! Vi meritavate un post più bello! Non è chiaro neanche a me... Mi mancate.

Canzone del giorno: una canzone vecchia come me e i soci laureannati, e cazzarola se si sente che è anni '80. Each time you break my heart, Nick Kamen

martedì 9 ottobre 2012

StaiBene docet: impara a farti corteggiare!

Sento l'esigenza, in questa giornata di lauree ed alcolici sfavillii (lodi lodi lodi ad Ale, Xavier e alla povera Mary), di condividere con voi un'altra di quelle imprescindibili perle che la rete ci offre. A fronte di siti ed articoli estremamente positivi, come Wikipedia o giornali on-line vari, per compensare ci sono cose come questa. Eh già. StaiBene offre: Impara a farti corteggiare!
Da notare il punto esclamativo, che fa diventare un mero consiglio un'esortazione. Quasi un dovere. Perché la donna è ancora un soprammobile che vive solo in funzione di un uomo. Grazie per non aver sdoganato idee degne del sessismo più antico. Veramente, grazie.
Dopo questo gratuito accenno di polemica, andiamo a sviscerare quello che dovrebbe essere la panacea di tutti i mali di una portatrice di ovaie. E impariamo a farci corteggiare, che diamine! Così poi ci possiamo finalmente sposare e metter su famiglia, che non vediamo l'ora. Tutte. Eppure lo scrivono pure loro "che gli anni Cinquanta sono passati da un pezzo". Schizofrenia? Bah, può essere. Ma se non fate parte della categoria di donne "in grado di trasformarsi da scaricatrici di porto a piccole Middleton solo per compiacere la propria preda", questo articolo vi può dare una mano. Intanto, mollate le birre, smettete di dire parolacce e mettetevi un cappellino ridicolo, per l'amor del cielo. Che poi, quale Middleton volete essere? La futura regina o quella di cui si è tanto parlato, ma solo da dietro? Finché decidete, le vostre birre me le bevo io.

... Dopo aver ritemprato la gola, arriviamo al punto: sia che siate novelle Liz Bennett o più moderne Bridget Jones, per conquistare il vostro Mr. Darcy dovete "lasciargli il tempo di fare le sue mosse svelandogli solo quelle parti di noi che si è preso la briga di scoprire". Cioè le gambe, immagino. Secondo: "mai spingere per ottenere qualcosa". Posso capire, se tentate di conquistare un uomo prospettandogli fin da subito infiniti sabato pomeriggio all'Ikea magari è controproducente. Potrebbe anche portarvici, ma poi non riuscireste più a tirarlo fuori dalla vasca delle palline. Terzo: "dobbiamo sentirci libere di dimostrare il nostro interesse senza limitarci a buttare giù la nostra lunga treccia dalla torre". Do ut des, insomma. E se la treccia non è abbastanza lunga, procuratevi delle extentions, giusto cielo. Vi si deve insegnare tutto? E procuratele anche a lui, così strapparsi i capelli (anche vicendevolmente) viene più facile. "Il tempo in cui si insegnava come accavallare le gambe o come sbattere le proprie lunghe ciglia è finito, adesso non rimane che essere noi stesse, magari in una versione soft": ma soft come un muffin sofficioso, o soft come il porno soft? Oggi come oggi, direi che si propenda più per la seconda. Vero, rubricaccia dei miei stivali? Un articolo intero creato sul nulla, e su del nulla che palleggia tra l'opinabile e il palesemente brutto. No vabbè, parliamone. Anzi, no.

Canzone del giorno: una canzone che mi martella in testa da giorni, che non sentivo da anni e il cui titolo ben si addice a questo articolo. Il grande incubo, 883. Prego fare attenzione anche al video. Mioddio, cosa non erano gli anni '90.

mercoledì 3 ottobre 2012

Smaltiamo le canzoni del giorno...

In realtà non ho molto da scrivere, ma ho accumulato un po' di canzoni del giorno nella mia testa ed è ora di farne uscire almeno una. Tutto qui.

Canzone del giorno: Are you still having fun? Eagle Eye Cherry. Che a leggere il testo, è pure una canzone più profonda di quanto il motivetto faccia intuire. Chissà perché oggi mi è balzata in testa, non la sentivo da anni.