domenica 30 dicembre 2012

Quando la decorazione è brutta

Qui mi si chiede un'opinione che non sono degna di dare. La questione necessita di un intelletto trascendentale, o almeno della faccia tosta di certi irritantissimi opinionisti TV. Solo che oggi è domenica, quindi sono tutti presi da Rai1 o Canale5. Mannaggia zozza, tocca a me. Credo che già se ne sia parlato, ma non qui, quindi soddisfo la richiesta dei piani alti e stasera parlo di questo:


Preciso che non si tratta della mia solita avversione nei confronti delle festività, qua mi ci tirano metaforicamente per i capelli. Citando gli Elii: Cristo, perché? La citazione si ferma qui, niente parapiglia e niente gioco della bottiglia, se ci speravate cascate male. Vabbè. La questione è una e semplice: da qualche anno a questa parte, qualcuno ha pensato che fosse una bellissima idea appendere dei finti Babbo Natale di poliestere misto amianto a balconi, finestre, terrazze e quant'altro. D'altronde, lucine pacchianissime, alberi di Natale con più palline che rami e ghirlande che sarebbero troppo grandi anche per le porte della reggia di Versailles non erano abbastanza, bisognava ovviare in modo grazioso e quindi... Che trionfo di simpatia, questi arrampicatori con la sciatica! Mi vengono in mente almeno ventisei obiezioni diverse a tutto ciò, ma mi limiterò a quelle più ovvie.
Incominciamo dall'inesattezza logistica che turba miriadi di bambini che hanno a che fare con questo portabilissimo oggettino made in China (specifica necessaria? Certo che no): ma Babbo Natale non veniva giù dal camino? E allora com'è che passa dal balcone? Già per chi, come me, il camino non ce l'ha l'infanzia è dura, aggiungiamoci pure un cambio di ubicazione per l'entrata. Giusto. E come facciamo a dire al Babbone nostro "buttati, che è morbido" se non sappiamo neanche dove piazzare il panettone? Avessi sei anni, non ci dormirei la notte.
Secondo: ve lo immaginate l'impatto visivo di qualche anno fa, quando 'sti cosi erano un'adorabile new entry nel panorama delle decorazioni? No, perché a questo proposito ho un dubbio logorante: magari con la complicità del crepuscolo e di un po' di cataratta, volete dirmi che non è mai successo che una vecchina abbia chiamato i Carabinieri pensando che dal vicino ci stessero andando i ladri? Mai? Neanche una volta?
A seguire, un altro appunto: non li trovate banalmente brutti, 'sti affari? Io parecchio.

Se vogliamo essere pignoli, devo anche segnalarvi una dolorosa variazione sul tema: passeggiando per il paesello ieri mattina, mi sono imbattuta in una cosa che urlava "sbagliato" quasi quanto il lifting della Barbara D'Urso. Il www non mi fornisce un'immagine da presentarvi, e io non ho avuto il cuore di fotografare siffatto coso con il cellulare. Trattasi (trattavasi? Si dice?) di Babbo Natale rampicante vestito di azzurro e recante, anziché il sacco con i doni, un bambolotto: in quella casa era appena nato un maschietto. Commenti? Non parla nessuno? Parlo io? Parlo io. No. Semplicemente no. E' sbagliato. Pensate se fosse nata una femmina, col Babbo vestito di rosa. Babba Natala. Suona tanto trans, per quanto la barba bianca non si presti molto all'idea. Tuttavia, l'anfibio si. Ed è subito gay pride.

Canzone del giorno: anche questa domenica è stata molto Backstreet Boys. Cosa devo dirvi, quando impasto o stiro sono la colonna sonora ideale. Specie se sono d'annata, come qui con Get down. Guardate il video. Che qualità, che qualità.

sabato 29 dicembre 2012

Quando la pastiglia ci crede troppo

Un altro sabato sera ben speso... Buonasera, miei adorati internauti. Tra un paio di giorni l'anno finirà, ma con esso non il mondo, dato che i Maya hanno toppato. Di solito questi giorni servono per prendersi una pausa dal troppo cibo e per elaborare una lista di buoni propositi per l'anno nuovo. Onestamente, mi trovo in ambasce con entrambi gli obiettivi: il mio stomaco è un pozzo senza fondo, e per quanto riguarda i propositi... Beh, fanno parte del retaggio festivo/natalizio che tanta insofferenza mi causa. Quindi non credo di potercela fare, abbiate pietà. Come non ce la può fare, in senso più largo, questo qui:


Se mi viene la tristezza cosmica io penso a questo tizio qui, che così mi consolo. La versione maschile di colei che tutto puote e che tante soddisfazioni ha regalato ai suoi utilizzatori finali (o almeno così temo, più che sperarlo) ma anche a noi bloggatori a caso: la supposta effervescente. Anche se, volendo parlare in punta di fioretto, la differenza sta nei pertugi che questi due medicinali con le gambe vanno a sanare. Stasera si vola alto, eh. Comunque, stesso vestito bianco della collega, stesso abuso di tecnologia senza il benché minimo motivo, stessa sicumera nel presentarsi dicendo "mi chiamo Zerinol, Zerinol gola". Povero 007. Senti, splendido, ma chi ti conosce? E chi te la dà tutta 'sta convinzione di cui ti fregi? Ma va' a lavorare, va'. Certo, con quello sguardo da triglia (neanche tanto fresca, ad essere onesti)  specie al'ottavo secondo dello spot (unito a un doppiaggio che, vabbè, parliamone) e quell'accattivante acconciatura che amo definire "leccata di vacca" non dev'essere facile. "Sono nuovo", dici: è una scusa? Metti le mani avanti per quello che succederà dopo? Troppo tardi, ormai la tua faccia l'abbiamo vista ben bene, anche più di quanto vorremmo, e non ce la scorderemo. Ma andiamo ad analizzare bene quello che dice questa povera anima in dolcevita bianco e aria spersa come un siciliano nella nebbia (o un veneto col sole. Il disorientamento è lo stesso):
- "Sono veloce". Tesoro, lasciatelo dire: non sempre è un pregio.
- "Sono attivo". Per compensare la velocità?
- "Qui c'è da risolvere un problema". Solo uno? In un tuo primo piano ne vedo almeno 12 diversi.
- "Svolgo due effetti contemporaneamente". Ucciderci di noia e farci venire voglia di comprare uno shampoo.
- "Rapido addormento". E qui si torna alla prima affermazione dell'elenco. Il cerchio si chiude.
Bei momenti. Gran bei momenti.

Canzone del giorno: Downtown, Petula Clark

mercoledì 26 dicembre 2012

Sconnessioni animate

Sto provando a guardare Up su Rai3, ma per ora lo trovo una palla spaventosa. Per carità, è iniziato solo da mezz'ora e dopo la delusione provata nel vedere per intero Bambi ormai è tutto in discesa... Tra l'altro, grosso sforzo vedere Bambi per intero, durerà tre quarti d'ora a farla grande. E che amarezza. Non capisco perché sia così sopravvalutato. Vabbè, 'sto cerbiatto nasce e cresce, e quindi? A parte la mamma che muore, dov'è la trama? E si sono pure sentiti in dovere di fare il sequel. Perché le festività ti fanno scoprire cose tipo Bambi 2. O La sirenetta 2. O tutta una serie di "2" di cui si farebbe volentierissimo a meno. Valà che quest'anno le vacanze durano un po' meno, così di 'sti film ce ne propinano un po' meno. Ohibò, cascate Paradiso. Sono in trepidante attesa del beccaccino, una volta mi hanno detto che gli assomiglio e voglio capire se era un complimento o no. Temo che la risposta corretta sia la seconda. Vabbè, saturiamoci di buoni sentimenti, che poi dal 7 gennaio si torna alla vita vera e dobbiamo fare scorta di bontà finché possiamo. Che poi, perché dobbiamo essere tutti più buoni? Dove sta scritto? A me questa cosa repelle proprio. Fastidio cosmico.

Ah, eccolo lì il beccaccino. Confermo che non era un complimento.

Canzone del giorno: Bad day, Daniel Powter

lunedì 24 dicembre 2012

Cosa c'entra Bonnie Tyler con il Natale?

Oggi dicono che sia la Vigilia di Natale. Pare di si. Non c'è nessuna profezia Maya ad assicurarlo, dato che per loro il mondo sarebbe dovuto finire tre giorni fa, ma si sostiene lo stesso questa cosa. Personalmente ho la casa completamente sfornita di alcun tipo di addobbo, non sto allestendo pranzi da settemila portate e nella mia testa non risuona nessun pensiero natalizio, ma solo Total eclipse of the heart di Bonnie Tyler in modo ossessivo e senza ragione alcuna. Io sto provando a sviscerare le ragioni più recondite che mi portano a provare questa totale insofferenza nei confronti di una festività commercialmente così attraente. Perché ormai il fatto che sia una festa religiosa è secondario, non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo. Once upon a time I was falling in love but now I'm only falling apart, there's nothing I can do... A total eclipse of the heart. Ecco appunto. Le storie d'amore, belle o brutte che siano, non fanno molto Natale. Bonnie Tyler non è natalizia. E io ancora meno. Bonnie Tyler c'entra col Natale tanto quanto c'entro io. I really need you tonight. Bah. Now I'm only falling apart. Che poi il video è inquietante, con quegli effetti speciali venuti male tipici degli anni '80, come già vi dissi parlando di Nik Kershaw. E gli occhi-fanale. E cos'è 'sta gente, uno squadrone di gatti? Come se non bastassero le spalline della Bonnie, per accecarci (e se fossimo stati fisicamente nelle vicinanze, questa frase avrebbe potuto assumere un significato letterale).

Ps: questo è quello che ho fatto e visto tra venerdì e domenica...


 Tanta roba. Tanta tanta roba.

Canzone del giorno: Wannabe, Spice Girls. Vintage kitsch.

giovedì 20 dicembre 2012

Comunicazione di servizio

Solo una piccola informazione di servizio, così, per la cronaca: nei prossimi giorni sarò ancora più assenteista di quanto non sia diventata negli ultimi tempi. Si va in montagna con la gang del bosco del laboratorio, figlioli. E dopo verrà Natale. Quindi o verrò qui per sfogare la mia frustrazione, o non verrò affatto perché troppo esasperata dalle lucine e quella roba lì. In realtà sono esasperata già ora. Speriamo che i miei malumori non sciupino tre giorni che potrebbero essere belli belli.

Canzone del giorno: devo averla già postata, ma oggi è proprio questa la canzone che ho in testa. Total eclipse of the heart, Bonnie Tyler. Ho scoperto con orrore che ne esiste una versione italiana. Dopo averla sentita, oggi, avrei voluto sciacquarmi gli orecchi con l'acido. No, eh, per dire.

domenica 16 dicembre 2012

Libri che sì e libri che no

Premessa: mi accingo a scrivere questo post circa un'ora dopo aver preso una sonora craniata contro uno spigolo malefico. La mia scatola cranica ha tenuto botta, così come l'anta della credenza attentatrice e il suo acuminato spigolo, ma non so se posso dire lo stesso dei neuroni che albergano nel mio testone (definibile a questo modo a ragion veduta, dato che i cappelli misura 58 non mi entrano e visto anche il massivo rivestimento di copiosi capelli mossi che mi fanno somigliare più a un baobab castano che ad un essere umano. No, ma poco lunga, 'sta frase). Ergo, potrei scrivere qualcosa di più sconnesso del solito. Lasciate ogni speranza voi ch'entrate, dunque.
Oggi sono stata in un libreria. E ne sono uscita a mani vuote. Che nervoso. Nei posti troppo grandi mi disoriento, se non so già esattamente cosa voglio e in che posizione trovarlo. E' tutto così dispersivo. E' brutto avere così tanta scelta ma così poco tempo per operare la scelta medesima. Avrei dovuto star dentro ore, ma la limitata pazienza di chi mi accompagnava unita alla copiosa marmaglia di gente me l'hanno impedito. Troppe persone, troppissime. Magari lì per prendere un regalo di Natale.Ricevere un libro in regalo può essere molto bello o molto brutto, dipende. Dipende se si azzecca il libro giusto, che non sempre vuol dire il libro del genere che si sa piacere al destinatario. La sorpresa può essere dietro l'angolo, chissà. Certo, se mi regalano un libro di Bruno Vespa lo adopero solo come paraspifferi, ma d'altronde è un rischio che va calcolato. Anzi, sapete una cosa? Beccatevi la lista dei libri da NON regalare, a prescindere:
- i sopracitati mattoni di Bruno Vespa, a meno che non dobbiate tirare su un muro. In quel caso ve ne serviranno tanti.
- i pregnissimi libri di Alfonso Luigi Marra. Pregni di non so bene cosa, probabilmente di concetti senza capo né coda che ti stordiscono più della mia craniata, ma pregni.
- i libri del Papa. No, vi prego, no. E' come se urlassero "non so cosa regalarti".
- i libri con gli accessori da cucina compresi. Shaker (ebbene si, l'ho visto), stampini per i muffin, leccapentole di silicone. Credete di fare due regali in uno, libro ed accessorio, ma alla fine entrambi si rivelano di qualità discutibile. Mangiare in un piatto di plastica con disegnata sopra una giraffa non è la mia aspirazione massima, a maggior ragione se la giraffa perde il colore che si mescola poi al cibo. Tanto per dirne una, eh.
- i libri d'arte. Quelli, per intenderci, con la copertina in mogano placcato piombo e le pagine spesse come carta vetrata, di solito in un praticissimo formato A3. Una roba così pesa dalla tonnellata in su. Se ti cade sull'alluce te lo sbriciola. Che poi, 'sti libri riguardano sempre opere o artisti scrausissimi o mai sentiti. Vi prego: della cappella gotica di San Severino Della Ceppa o dei dipinti olio su cera su tela su foglio di Frinziano Slelè non ne cale una beata fava a nessuno. NESSUNO.

Ps: da oggi non sono più neolaureata... Uno scriteriato, esattamente un anno fa, ha deciso di proclamarmi dottoressa magistrale. Quanti scriteriati, al mondo. So che probabilmente non ve ne può fregar di meno, ma il riassuntissimo di quel giorno lo trovate qui. Mentre qui trovate il diario della discussione di laurea. Se ripenso alle parole "la proclamo Dottore Magistrale" ho ancora la pelle d'oca. Ok, fine del momento sentimentaloide.

Canzone del giorno: non la sentivo da anni, e sono un paio di giorni che la canto così, a caso. Poi oggi l'ho sentita al centro commerciale, e non ho potuto non metterla. Un po' di amarcord fine anni '90 ci sta. Larger than life, Backstreet boys

venerdì 14 dicembre 2012

Wish list III

Vorrei:
- che la neve se ne restasse in montagna. No, perché qua dà solo fastidio.
- che la gente che non pendolarizza capisse che sì, la neve è tanto tanto bella, ma non è il caso di venirlo a dire a chi invece pendolarizza. Perché se poi vi beccate pugni, insulti, onde energetiche o altro, ve la siete cercata. Abbiate pietà per i nostri disagi ed evitateci gli "uuuh che bello, nevica!". Uffa.
- che i libri di Alfonso Luigi Marra fossero messi al bando. Al rogo, proprio. Non mi sono mai azzardata a leggerne uno, ma un personaggio così borioso e tracotante mi fa pensare che ogni tanto il pregiudizio sia un bene.
- che la Carla di Real Time tornasse allo chignon. Il capello sciolto frangia-munito la fa sembrare un incrocio tra Lady Gaga e Donatella Versace (e, se non si fosse notato, NON E' un complimento).
- che l''inverno smettesse di essere così invernale.
- che i Babbi Natale appesi alle finestre di questa nostra povera patria  venissero decapitati. Sono inquietanti, probabilmente contenenti sostanze tossiche e facilmente infiammabili. Se proprio volete qualcosa sulla finestra, piazzateci due vasi di gerani e bon.
- che Trenitalia facesse il suo lavoro. Ok, questa è utopia allo stato puro.
- che Capodanno non fosse peggio di una festa comandata. Bisogna ogni anno, per forza, trovarsi qualcosa da fare. Sennò sei uno sfigato. Che fastidio. Roba che ti vien voglia di andare a letto alle 10 apposta. Ma tanto so già che cercherò disperatamente qualcosa da fare. Stupide convenzioni sociali.
- avere una coordinazione motoria sufficiente a non fare figure barbine in giro. O che magari mi lasciasse fare, non so, uno sport anche solo di bassa lega. Allo stato attuale, sono troppo scoordinata anche per giocare a bocce.

Sono stata stringata, siete liberissimi di giubilarne o dolervene.

Canzone del giorno: Little talks, Of monsters and men

mercoledì 12 dicembre 2012

Festività e disagio: StaiBene ne sa a pacchi

Oh che stanchezza. Oh come mi pesano i piedi. Oh che sonno. Buonasera miei cari, le mie lamentele vi danno il benvenuto. E un'altra cosa di cui lamentarmi sono le festività. Già lo sapete, non amo per niente il Natale, come dimostrai già un anno fa. In più di un post, oltretutto. Niente da fare, mi dà proprio fastidio. Ma pare che io non sia la sola: Natale in arrivo, tristezza in agguato. Oddio, StaiBene mi rivela che non sono sola. Perché se "le feste di fine anno vi provocano solo fastidio e irritazione, voglia che finisca tutto prima possibile o almeno di essere lontano, chissà dove", siete come me. Vorrei essere in un posto dove il Natale non esiste. Ma neanche per sbaglio. Niente lucine, alberi pacchiani, regali obbligati, pranzi coi parenti, auguri forzati, convenevoli a caso, bontà finta come una banconota da sette euro, convivialità con gente anche deprecabile, gioia senza voglia e senza un perché decente. Ma perché, mi domando e dico. Come siamo arrivati a questo, negli anni? Cos'è andato storto nell'evoluzione della nostra specie? Gli animali, che il Natale non ce l'hanno, sembrano forse dolersene? Vi prego. A me il malumore inizia già a fine novembre, benché secondo la statistica ivi proposta io non debba rientrare tra gli affetti dal "Christmas blues", dato che ho meno di trent'anni. Diciamo che sono sempre stata matura per la mia età, ecco. Lo dimostra il fatto che a 11 anni avessi già letto plurime volte Fahrenheit 451 e la Fattoria degli animali, e che a 16 avessi già scelto la zitellaggine come stile di vita. Vabbè.
Esposto il problema, ne possiamo cavare una qualche soluzione? "Il consiglio per vivere meglio questi giorni? Essere più flessibili e leggeri, agendo il più possibile sulla base dei propri desideri e riuscendo anche a dire qualche no". Quindi, comportandosi come tutto il resto dell'anno. Io allora lo ribadisco, il Natale non serve proprio a una ceppa. E neanche StaiBene serve a niente. Quasi quasi faccio il test lì sulla destra, che sembra l'unica cosa utile qua: "credi ancora a Babbo Natale?". Si, solo se mi porta tanti soldini, una coordinazione motoria più simile a quella di un essere umano che di un lestofante (condizione attuale, ohi ohi) e tanti altri soldini.

Canzone del giorno: Placebo, Special needs

lunedì 10 dicembre 2012

StaiBene e le rassicurazioni: gli uomini veneti...

Allora, io sono veneta, nel caso non si fosse capito. Una veneta un po' anomala, dato che Rovigo non è benvoluta dagli altri veneti e ha poco a che fare con il concetto di ricco Nord Est, ma pur sempre veneta. E dunque, in quanto veneta, non posso che allarmarmi di fronte a un articolo del genere. Qui non si scherza. Houston, abbiamo un problema. Perché StaiBene mi dice questo: Sesso, i veneti lo fanno poco e male.

Ebbene si, pare che in Veneto pare che un uomo su quattro consideri i rapporti "poco appaganti". Ora, bisogna vedere cosa si intende con questa affermazione. Perché è criptica, non si capisce. Vuol dire che non ci sono le scintille, che magari ci si aspettava chissà che finale col botto, o che l'alzabandiera si è proprio inceppato? Va' a sapere. In ogni caso il 25% dei maschietti del Veneto, patria tra l'altro dei leghisti che millantano di avercelo di legno massello, di amianto, di titanio, proprio questi veneti hanno di che lamentarsi. Pare si tratti di una ricerca congiunta Treviso-Padova, quindi non si può neanche dire che qualcuno ce l'abbia con noi. O con loro, dato che io sono una donzella (anche se non sempre è facile ricordarsene, specie quando l'uscita più fine che riesco a fare in una giornata è "che do gran coioni"). Ma perché mai i Serenissimi hanno codesti problemi? Cosa li tedia? Lo spread, Polesine Camerini coi suoi fumi cattivissimi, la vendemmia per il prosecco? Cosa, cosa, cosa? Qui ci dicono:
- stress e ritmi troppo frenetici per il 50% dei casi. In effetti i veneti normali, quelli più a nord, c'hanno da lavorare. La fabbrichetta, i vigneti, il radicchio, l'asiago (inteso come formaggio e non come località), Asiago (intesa come località e non come formaggio), il turismo di montagna, quello di mare e quello di lago, le università. Va da se che se tiri la corda troppo da una parte, non tira più dall'altra (e perdonate il doppio senso). Questione di scelte? Direi di si.
- inadeguatezza di fronte a donne sempre più esigenti, 20%. E 'sti cazzi. Cosa siamo, Terminator? Donne che non devono chiedere mai? Vi do questa notizia, ometti cari: in nostra presenza, le mutande ve le potete anche tenere. Non pretenderemo tutto il sesso del mondo a ogni piè sospinto. No, eh, per dire.
- fumo, 28-32% a seconda delle fasce d'età. Ecco, questo è quello che dovrebbero scrivere sui pacchetti di sigarette come deterrente al fumo. "Nuoce gravemente alla lambada sotto le lenzuola", "Vi disarma lo schioppo" o "Il fumo può danneggiare il basso ventre". Vedrai, come calano le vendite di sigarette.

"Si abbassa anche l'età media di chi ha problemi: il 15% ha meno di 40 anni". Uhm. Preoccupazione. A quell'età il livello di bachatango da smutandation dovrebbe essere al suo massimo, e invece... Il 15% è TANTO! Quindi, piccoli veneti miei, state attenti al vostro mini-me. Che xe n'atimo...

Canzone del giorno: La posada de los muertos, Mago de Oz

domenica 9 dicembre 2012

Profonda come una pozzanghera

Lo ammetto, se stasera sono qui (cit.) è perché l'iCoso si deve caricare dal pc, e se il pc medesimo va in standby non si carica. Maledette iTrappole. Devo tenere sveglio il criptico windows 8, quindi avrei pensato di dedicarvi un po' di frasi sconnesse e senza un senso particolare. Vi va? Ma sì, che vi va.
Oggi sono stata un bel po' a zonzospasso. Ciò che ho visto sono state strade e centri commerciali brulicanti di persone. Persone a strafottere. Persone di cui, nella maggior parte dei casi, non ci interessa proprio nulla. Siamo troppi per avere a cuore tutti quanti. Siamo troppi per conoscerci tutti. Su mille fantastiliardi di persone che ci sono al mondo, quelle di cui ci importa stanno su due mani, si e no. Poi ci sono i conoscenti, che non sono amici ma che comunque si sa che esistono. Il conoscente è quella figura criptica a cui, se la incontri per caso, non sai bene cosa dire. Che se si rompe una gamba ti dispiace, ma non è che gli vai a fare la spesa. Che se ti chiede un passaggio glielo dai, salvo tenere la radio a tremila decibel per camuffare il fatto che non sapete cosa dirvi. E dopo i conoscenti... Ciao le balle. Eppure, oggi ero attorniata da una quantità industriale di queste persone ciao-le-balle, mentre quelle che conoscevo erano notevolmente meno. Sarà che non siamo portati ai numeri troppo grandi, quando si tratta di esseri umani? Che non li sapremmo gestire, quindi preveniamo il problema non conoscendoli? Considerazioni profonde, mode: on. Al che potreste ribattere, con tutta la ragione del mondo: "e 'sti cazzi nun ce lo metti?". Lo so, ma io vi avevo avvertito che stavo scrivendo solo per caricare l'iGigio, qua. Quindi non lamentatevi, che oltretutto non serve. Questi cinque minuti di vita passati a leggere boiate, non ve li posso certo restituire. Ergo, poche pezze. E dopo questa digressione-autodifesa, potrei anche continuare a parlare di questo concetto. E penso che lo farò, perché la batteria Cupertino style non è ancora carica. Mannaggia zozza alla tecnologia. Dicevo, non siamo in grado di gestire troppe amicizie o conoscenze, e il più delle volte il mondo ci agevola in questo non dandoci la possibilità di conoscere troppissime persone. E non ci dà neanche la possibilità di affezionarci a tutte quelle che conosciamo; forse però qui non è "il mondo", ad agire, ma quello che siamo. E' una questione di incastri, come con i Lego. Svariate possibilità di incastro corretto, svariate possibilità di incastro sbagliato. A volte si passa dall'uno all'altro e viceversa, oppure sin dall'inizio si era scambiata una cosa per un'altra e alla fine si arriva alla verità. Non so. Per quanto siano in numero abbastanza limitato rispetto a quello che potrebbero essere, i rapporti umani sono un casino atomico.

Basta, ho sonno, che l'iPod vada a farsi benedire.

Canzone del giorno: sta tornando alla ribalta, direi... The Arcore's nights, la Sora Cesira

sabato 8 dicembre 2012

Neve (i post melensi mi vengono sconnessi)

Da brava sfigata timorosa del freddo quale mi reputo, questa sera me ne sto a casa pure se è sabato. Come se di solito mi dessi a chissà che attività ludiche... Certo, le megacoppe di gelato del sabato sera sono una soddisfazione immane, ma fa troppo freddo per godersele come si deve. Maledizione che freddo. E la neve. Vi evito di raccontarvi cos'ho pensato quando ieri pomeriggio, a una sessantina di chilometri da casa, ho visto il cielo fioccare. Già Trenitalia si blocca come niente, ma con la neve avevo paura che non sarei più tornata a casa. Invece è andata meno peggio del previsto. E pure una come me, che odia il Natale e tutto ciò  che vi è legato (quindi anche la neve), ha dovuto cedere al fascino del candore che scendeva dal cielo. Sarà perché copre tutto e lo fa sembrare pulito e innocente, senza alcun tipo di sudiciume o colpa. Tutto immacolato. Almeno finché qualche cane inizia a espletarci sopra le sue funzioni fisiologiche... Si sa che ai cani piace farla sul pulito. Comunque sia, quando ha iniziato a nevicare ero in facoltà, e con altri due pazzoidi sono andata sul tetto a goderne l'effetto. Era già buio, quindi il tutto è stato parecchio suggestivo. Lo ammetto, pure il mio solito cinismo è stato ricoperto da quella coltre bianca. Che poi il bello, secondo me, è proprio vederla scendere dal cielo. Quel suo svolazzare guidata dal vento, ma non con fermezza sufficiente a impedirle di finire al suolo insieme a quella che è già caduta e a quella che cadrà. Ho stabilito che mi piacciono i fiocchi più cicciotti e magari radi, piuttosto di quelli fitti fitti ma minuscoli. Danno più soddisfazione, sia da ammirare mentre cadono sia quando te li vedi posati sulla giacca.

Vedete, i post melensi mi vengono sempre fuori incasinatissimi, italianamente parlando. Sconnessi. Frasi sparse. Vabbé, tra un po' cade il governo e allora avrete altro a cui pensare.

Canzone del giorno: Rolling in the deep, Linkin' Park. Lo so che l'originale è di Adele, ma questa è altrettanto valida.

venerdì 7 dicembre 2012

Doveroso, anomalo omaggio

Il fatto è questo: un po' per mia iniziativa, un po' su commissione, mi metto a fare un post un po' alternativo. Una mia cara amica, affezionatissima a uno dei macchinari con cui lavorava (secondo me gli faceva pure le coccole), si è ritrovata non poterlo più usare causa rottura del medesimo. Voleva addirittura rinunciare al suo stipendio per farlo riparare, per dire. Ergo, mi accingo a scrivere un epitaffio formale per il defunto HPLC diode array (se non sapete cos'è, non posso darvi torto. Io pure l'avevo scordato). Lo capiremo in pochi, ma ogni promessa è debito.

Della Spuzzina era proprio il prediletto
con quel meccanismo complesso e perfetto:
il suo funzionamento qui non spiegherò,
non è la sede giusta, questo lo so
(anche perché intuireste facilmente
che in fondo in fondo non ci capisco un bel niente);
la Chiaretta allegra e giuliva soleva sgambettare
su e giù per il lab, dandosi da fare...
Reazioni, palloni e pasticciamenti vari
ma uno strumento per lei non aveva pari!
Un cromatografo ad altra pressione
costituiva per lei una vera passione;
non mi sorprenderebbe se l'avesse anche abbracciato
tanto quello strumento aveva amato!
Il tempo verbale non è a caso stato scelto:
l'uso del passato rivela che l'HPLC è stato divelto
non dal cuore di lei, questo mai,
ma dallo strumento stesso, che quel giorno causò guai!
Il diode array decise di farla finita
e lenta fu la sua dipartita:
l'accanimento terapeutico non mancò di certo
lo si può dichiarare in modo aperto,
ma le riparazioni non voleva tollerare
e tutti gli studenti mandò a pascolare...
Spuzzina ne uscì alquanto affranta
la vicenda non fu certo una mano santa:
"con questo rivelatore c'era solo lui,
ora sì che arriveranno tempi bui!"
Ma anche se il fotodiodo non illuminerà più la tua strada
sappiamo, Chiara, che il tuo sarà un successo comunque vada;
al limite i tuoi composti farai brillare
di luce propria (o con quella nucleare?);
quindi Spuzzina disperarti non devi
e sfrutta il tuo stipendio per faccende meno grevi!

Ok, sto degenerando. Aiuto.

Canzone del giorno: Marcia turca metal. Originariamente di Mozart, questi non so chi siano.

giovedì 6 dicembre 2012

Risibile elenco #6

So che non è molto che ho fatto un post sulle scrausissime chiavi di ricerca che vi portano qui, sprovveduti cincischiatori del web, ma mi ci tirate per i capelli. E ho i capelli piuttosto lunghi, quindi è anche fastidioso. Beccatevi queste nuove, mirabolanti chiavi di ricerca (qui ci starebbe bene una sigletta. Un jingle. Voglio un jingle. Mi adopererò per procurarmi un jingle, promesso. Intanto accontentatevi di un ta-daaaaaa):
- supposta cara. Oddio, non so bene quale sia il prezzo medio delle supposte. Ma per pagare caro un oggetto del genere, pretendo ed esigo che risponda a certi standard. Non so, che sia placcata in oro 18k. Che sia tempestata di Swarovski, anche se c'è il rischio che poi sia particolarmente poco pratica nell'utilizzo (come se di default...). Oppure voglio che me la porti George Clooney insieme al Nespresso. Così una si consola.
- adulatori di figa. Ohibò, quanta finezza. Non credo di aver mai fatto un post sull'argomento, e se l'ho fatto l'ho rimosso (tipo Sara Tommasi coi suoi film porno, giusto per restare in tema), quindi non so come diamine sia finito qui questo tizio. Probabilmente cercava sollazzo per una seratina un po' sopra le righe, e invece si è ritrovato qua. Quasi mi dispiace. Anche perché con l'uso del termine "adulatori" dimostra una certa proprietà di linguaggio. Certo, nella seconda parte della frase si passa dall'aulico al grezzo, ma non è che si può aver tutto dalla vita. Chissà come si fa ad adulare una patata, se sapessi chi è glielo chiederei. Così, per cultura generale.
- calzino spaiato blog. No, questo non è un blog di oggetti scomparsi. Se vi siete persi un calzino, fatevene una ragione.
-  puntata in cui mark lenders si allena con un palla medica. Il riferimento è ad Holly e Benji, mi sembra palese per chi ha almeno la mia età, e il mio Youtubare mi ha portato a procacciarvi questo:

Il doppiaggio è un po' lacunoso, portate pazienza. Anzi, diciamo pure che è del tutto assente, ammettiamolo. E ammettiamo pure che i pixel sono circa sei in tutto. Questo passa il convento. Che poi ci tenevate proprio, a vedere l'ennesima scena assolutamente inverosimile di Holly e Benji? Non ce ne sono abbastanza in alta risoluzione e in italiano? Ma andate a guardarvi i video dei gemelli Derrick, valà valà.
- quante calorie brucia in più pendolare. Uh, a strafottere. Se però sei un pendolare come me, che non appena arriva in stazione dei treni va a comprarsi dei dolcetti ipercalorici, il guadagno in termini di calorie bruciate te lo giochi subito. Ed è subito ciccia e brufoli.
- giù i pensieri su i bicchieri in inglese. Thoughts down, glasses up? Una roba così è soddisfacente? Se la risposta è no, svuotate quel diamine di bicchiere e vedrete che sarete soddisfatti.
mostra le tette alla commessa. E la commessa, gliel'ha mostrate pure lei? Era una gara di tette? Ma soprattutto, perché la gente che cerca patata, tette e supposte arriva qua? Diamine, perché?

... ma il vincitore di oggi è (rullo di tamburi):
aiuto mi fa male l'alluce c'è un attinenza con le ovaie . Al di là della fumosa conoscenza dell'uso degli apostrofi, non si può negare che sia un quesito interessante. Il collegamento tra piedi e ovaie è lampante e facilmente intellegibile. Sono vicini anche spazialmente, è un attimo che si influenzino a vicenda. No? No.

Canzone del giorno: omaggiamo chi di dovere... Mai dire Maya, Divino Otelma

mercoledì 5 dicembre 2012

Cinque anni (diabetici astenersi)

E' arrivato. Dopo un anno di attese che non sapevo neanche di avere, e dopo una mezz'oretta di coda in segreteria studenti (incredibile, di solito si aspettano anni), è arrivato questo:


Dentro questa busta, molto più rossa di quanto la fotocamera del mio cellulare ci permetta di apprezzare (mentre lo sfondo naif ci è gentilmente concesso dalla mia poltrona), c'è quello per cui ho faticato per cinque anni. Agitazione, stress, notti insonni, lacrime, ansia, ma anche momenti splendidi, amicizie profonde, risate, gioie. Qui dentro c'è il mio attestato di laurea, che dichiara una volta per tutte che sì, sono uscita dal solco ben tracciato della scuola (dell'obbligo o meno) per iniziare a camminare con le mie gambine. Mi è capitato spesso di pensare, in quest'anno, "ho una laurea e non so cosa farmene". Ora ce l'ho anche fisicamente, tiè. In realtà per i prossimi tre anni (sperabilmente) quel pezzo di carta avrà un senso, anche se in effetti sono uscita dal sopracitato solco ben tracciato per rientrarvi sotto mentite spoglie. Sono stati cinque anni di un po' di tutto. Pure io sono stata un po' di tutto. D'altronde cinque anni sono tanti, per evolvere... E pochi per cambiare. Cinque anni in cui mi sono disintegrata l'anima per gli esami, per la paura di non essere mai abbastanza, per poi scoprire che in fondo in fondo non facevo così schifo. Cinque anni di persone che si sono avvicendate nella mia vita, fino alla condizione attuale che, lontananze a parte, trovo ottimali. Cinque anni di abbracci, sorrisi, battute anche pessime, serate alticce, confidenze. Di fiducia, anche se a volte tradita. Un buon modo per farsi le ossa.
Con ampi margini di miglioramento, non esito a dire che quei cinque anni sono stati quelli che mi sono goduta di più.

Post dolce. Iperglicemico. Diabetici astenersi.

Canzone del giorno: devo coronare questo post con qualcosa di significativo, no? Portate pazienza per il palese personalismo che capiranno in pochi, ma stasera si va di Underwear, Karamel

martedì 4 dicembre 2012

Insonnia: rimedi pret-à-porter

L'argomento di stasera è di stringente interesse. Il MIO stringente interesse, in buona sostanza. Stanotte non ho dormito una fava. Una beata mina. Tre ore a farla grande, per poi trovarmi a guardare il soffitto e a chiedermi perché. Che poi, non so voi, ma quando non dormo mi partono dei grandissimi loop mentali sul senso della mia vita e di quello che faccio, col risultato che mi vengono le paranoie e dormo ancora meno. Ergo, mi sono affidata a ciò che tutti, al giorno d'oggi, utilizzano per curare i propri mali più o meno seri: Google. E per evitare l'insonnia ho trovato questo:
- mantenere i piedi caldi con un asciugamano. Certo. Una roba di una praticità estrema, guarda. Che poi, appena ti giri, i piedi sgusciano fuori. Sono dei fetentoni (sotto plurimi punti di vista, a volte). Certo, l'asciugamano lo puoi anche legare, ma lì il rischio è l'amabile effetto "laccio emostatico". La cianosi è dietro l'angolo, e lì rischi di dormire sì, ma per sempre.
- strofinarsi con olio di mandorle tra le dita dei piedi. Ok, questo dei piedi è un palese feticismo. Detto questo, io l'olio di mandorle sui piedi non me lo metto. Dai, che zozzeria. Poi sei pronto da passare in forno, unto così è l'unico posto dove puoi permetterti di stare. Bleah.
- mettere all’interno della federa del cuscino elementi naturali come fiori d’arancio, eucalipto e camomilla. Nella federa. Tutta 'sta roba nella federa. Tesori miei, consigliatori di rimedi naturali, dormire è un'altra roba: questo si chiama svenire. Magari da fuori non si nota, ma non è proprio la stessa cosa.
- preparare una miscela di acqua bollente, coni di luppolo e crusca di grano; lasciar riposare per 15 minuti la miscela nell’acqua, filtrare ed aggiungere al bagno caldo. No, perché trovare i coni di luppolo è una robetta. Sono facilmente reperibili, basta proprio poco. Della crusca di grano non mi preoccupo, da quando esiste la dieta Dukan siamo invasi dalle crusche. Ma per il luppolo... Boh, tocca andare in un birrificio. Ed è subito ubriachezza. Sarà per quello che poi si riesce a dormire?
- lavare e dimezzare 3 spicchi d’aglio, versarli in una tazza di latte bollente e bere questo preparato, ancora caldo. Mi è concesso un "che merda" o poi divento volgare? Secondo me non è che 'sta roba ti fa dormire, ma tramortisce la gente intorno a te se osi aprire bocca dopo averla bevuta. Ma pure quello non è dormire, è svenire.
- evitare i campi elettromagnetici in camera da letto. Certo, chi non ha un contatore Geiger sempre a portata di mano?
- rivolgere la testa a nord. D'altronde anche gli 883 in "Nord sud ovest est" partivano da nord. Quante ne sapevano. Di solito la mia testa è a est. Ecco, tutto si spiega. Aspetto trepidante la prossima boiata feng-shui, così siamo a posto.
- generatori di onde cerebrali e autoipnosi. 'Sti cazzi. Degno del migliore StaiBene, e invece stavolta non c'entra niente. Povero caro.

... Ok, vado a dormire.

Canzone del giorno: Innuendo, Queen. E scusate se è poco.

lunedì 3 dicembre 2012

Daily news

Il sonno non è ancora eccessivo, ma d'altronde è solo lunedì. Ergo, potrei fare un post di quelli ragionati e fieri. Pieno di sé, indomito, e anche un po' altezzoso. Un po' caghetta, insomma. Che ti riveli una grande verità facendo finta che non sia questa gran cosa, mentre in realtà si stima tantissimo. Solo che oggi potrebbe essere un problema. Voglio dire, come fai a competere con la discesa in campo del Papa? Intendo su Twitter, ovviamente. Il Papa cinguetterà pure lui. Frasi dell'Angelus, dicono. Che poi io non ho ancora capito bene cosa sia, un Angelus. Voglio dire, so che la condizione assolutamente necessaria per farlo è affacciarsi a una finestra, ma poi? Io mi immagino tipo il Papa in giro per il mondo, in un qualche posto strano dove magari non si usa avere finestre (e non ridete, ché esistono anomalie ben più improbabili eppure vere): tocca portarsela da casa. I ministri hanno il portaborse, il Papa ha il portafinestre. Ed è subito urbi et orbi.
Come se non bastasse questo notizione a svilire ogni mia velleità di post iperfico, c'è anche il secondo avvenimento del giorno: Kate Middleton maritata principe William è incinta. Al di là dell'immancabile "e 'sti cazzi" che qualche insensibile sfoggerà, vorrei farvi notale la pregnanza (da cui pregnant...?) della notizia. La Kate è gravida. Erede in arrivo. Ciao ciao Carlo. E diamo il benvenuto ai mastri cagata dell'Inghilterra, che non si fanno mai sfuggire manco un'occasione per adoperarsi nei loro doveri (?): i bookmakers. Già si scommette sui nomi del nascituro/a. Giusto cielo, 'sta povera ragazza è ancora lì che lotta con le nausee mattutine e già si vogliono scegliere i nomi (perché, vista la sobrietà tipica dei regnanti, il nome non sarà MAI uno solo) della creatura. Sarebbe un colpaccio se lo chiamassero con un nome banalissimo. Magari non inglese. Magari italiano, io la butto là. In quel caso, pretendo ed esigo che a fine battesimo Harry distribuisca magliette recanti la citazione di Totti che più mi è rimasta nel cuore: "vi ho purgato ancora". Sarebbe una gag non da poco, anche perché deve recuperare il fatto di essere stato bravo bravo durante il matrimonio del fratello. Chi se lo sarebbe aspettato? Io avrei scommesso che qualche cagata l'avrebbe fatta, altro che bookmakers. Dai, Harry vivacizza un po' tutta la faccenda. Secondo me, quando sua nonna non lo può sentire, canta a squarciagola Anarchy in the UK. Sex Pistols, avete un seguace di tutto rispetto.

Canzone del giorno: Moonlight shadow, Mike Oldfield. Non so più quante volte l'ho pubblicata, ma vabbè.

domenica 2 dicembre 2012

Diversivo

A dire la verità son qui a scrivere perché non ho nessunissima voglia di leggere gli articoli che dovrei. E ho finito tutti gli altri diversivi che avevo a disposizione. Ho raccattato il bucato, ho stirato, mi son lavata i capelli, ho prodotto una quantità di cibo paragonabile a quella di un buffet per circa 15 persone. Quindi, eccomi qui. Buonasera, carissimi. Il week end non è stato dei migliori, ma a volte capita quindi rivolgiamoci senza indugi alla nuova settimana. Che sia foriera di positività e poca pioggia, che m'ha già rotto i macarons. Voglia di fare sotto le scarpe, ma dev'essere la terra natia a darmi questo problema. Troppa umidità, mi si ammuffisce il lume della ragione. Mi sbrodolano i sentimenti, proprio. Due palle così. Valà che domani è lunedì (affermazione che negherò bellamente di aver fatto, quando domattina la sveglia suonerà alle 5.55). Se non altro la stanchezza mi distrae, e mi dà la scusa per non leggere ciò che dovrei: sono tanto stanca, non ci riesco proprio. Accampare scuse is the way. Se ne avete da suggerirmi, le testerò volentieri e vi darò il mio saggio saggissimo parere a riguardo (sticazzi). Se però mi suggerirete un cinepanettone o un qualcosa che mi faccia sanguinare occhi e orecchi in paragonabile misura, sciagura a voi.

Canzone del giorno: Hall of fame, The script feat. Will.I.Am